Camera dei deputati e governo si muovono in direzione dell’Industry 4.0. La commissione Attività produttive della Camera ha infatti presentato il rapporto sulla quarta rivoluzione industriale, mentre il governo ha organizzato un incontro con imprese ed esperti (Università e società di consulenza) per dare il via ai lavori che dovrebbero portare al varo di un documento strategico entro l’estate aggiornando il precedente dell’ex ministro Guidi. L’articolata indagine della commissione della Camera è il risultato di un lungo lavoro fatto di audizioni, missioni in Italia e all’estero, analisi di scenario del contesto economico, dell’Industry 4.0, focus su alcuni settori del manifatturiero, della situazione all’estero e una parte dedicata alla via italiana al nuovo paradigma dell’industria. La ricetta indicata dal documento si articola in cinque punti con il primo che prevede l’istituzione di una cabina di regia governativa analoga alla Piattaforma 4.0 tedesca ma più flessibile e snella con la partecipazione della Presidenza del Consiglio, ministeri (Mise, Miur, Mef), AgID, Regioni, enti locali, imprese, università e sindacati. Il compito di questo affollato organismo sarebbe la rimozione degli ostacoli normativi, le definizione degli interventi a sostegno e il supporto per l’avvento del digitale.
Banda larga e open data
Perché questo lavoro abbia senso è necessario però realizzare le infrastrutture abilitanti come il piano per la banda ultralarga, lo sviluppo di reti wireless e 5g (un salto in avanti visto che si sta completando il 4g), di reti elettriche intelligenti, di digital innovation hub e cluster territoriali per favorire ricerca e sviluppo e startup e dare una svolta alla Pubblica amministrazione puntando anche sugli open data. Il terzo pilastro riguarda la formazione con la riqualificazione dei lavoratori con competenze che rischiano di diventare obsolete, il recupero dei Neet (giovani che non studiano e non lavorano) e il coinvolgimento di scuole e università per “insegnare a imparare” visto che il cambiamento sarà lo status quo del futuro. Le indicazioni del rapporto si concludono con la richiesta di investire in ricerca sul territorio sviluppando centri di eccellenza per la ricerca scientifica e tecnologica e investire nell’open innovation.
Vedremo quanto di questo sarà recepito dal documento strategico del governo, secondo il quale per la trasformazione dell’industria in senso digitale saranno necessari investimenti privati aggiuntivi per sei-otto miliardi l’anno per i prossimi cinque anni. Il gruppo di lavoro ha stabilito i capitoli del documento che la formazione del capitale umano e la riqualificazione del personale, mercato del lavoro, strumenti per favorire gli investimenti, infrastrutture abilitanti, standardizzazione (sistemi aperti per non isolare le Pmi) e finanza d’impresa. Si è parlato anche di collegare a Industria 4.0 misure come i superammortamenti, nuova Sabatini e Fondo centrale di garanzia e di interventi per facilitare la crescita dimensionale delle imprese. L’incontro ha poi stabilito che alla fase iniziale, che vede un certo numero di partecipanti, seguirà l’intervento di un comitato ristretto che coinvolgerà solo i ministeri.
Nella foto in alto, il ministro Carlo Calenda