Canegrati (Hp): “Torniamo a essere una società di ingegneri”

Parla Tino Canegrati, da giugno alla guida della visione Printing & Personal Systems: la visione, i prodotti, l’organizzazione.

Incontrando la stampa a Milano per il primo incontro dell’anno, il piglio di Tino Canegrati era quello del ”dove eravamo rimasti?”, accompagnato dal quel ”back to the future”, con il quale ha accolto i numerosi che avevano avuto modo di confrontarsi con lui davvero molti anni fa.
Perché Canegrati, dallo scorso mese di giugno alla guida della divisione Printing & Personal Systems, in Hp ha una storia di quasi 25 anni, gli ultimi 13 però senza un focus sul mercato italiano.

Non è dunque un caso che il manager ha voluto iniziare la sua presentazione facendo il punto sui cambiamenti avvenuti, sia sul mercato, sia – e soprattutto – in azienda.
Il cambiamento più importante Canegrati lo riassume in una frase: ”Torniamo a essere una società di ingegneri”, ha dichiarato, tornando poi più volte sul concetto nel corso nella sua presentazione.
Perché il focus sta tutto lì: nel recupero di una identità aziendale legata allo sviluppo e alla innovazione, legata alla capacità di inventare ma anche di reinventare tecnologie apparentemente già mature.

Il contesto è chiaro: Sta emergendo un nuovo stile It, nel quale gli elementi chiave sono la semplicità, l’agilità, la velocità, i costi e nel quale il focus è sul concetto di personale e nel quale l’idea del consumo si sostituisce a quella di uso”.
È una informatica più umana e veloce quella che ha in mente Canegrati, che assegna molte più responsabilità ai produttori: ”Si dà per scontato che l’integrazione tra dispositivi diversi sia trasparente, si dà per scontato che tutto funzioni e che costi molto meno. Questo comporta per i costruttori responsabilità maggiori perché è con queste aspettative che devono confrontarsi”.

Per quanto riguarda Hp, lo scorso mese di maggio la società ha deciso per una riorganizzazione in 4 business unit, che ha immediatamente interessato ogni singola filiale nazionale.
”Due delle business unit rappresentano il cuore e la tradizione delle competenze dell’azienda: l’informatica distribuita e quella centralizzata. Sono una la Pps di cui mi occupo io, che unisce il mondo client e le stampanti, l’altra, Converged Infrastructure ha in capo tutto l’hardware per i datacenter. Entrambe le divisioni sono organizzate end to end, questo significa che seguono l’intero ciclo di vita, fino ad arrivare al servicing dei prodotti”.
La terza Unit si occupa di software, riunisce tutte le competenze acquisite negli ultimi sette-otto anni e indirizza i temi cloud, mobility, data explosion, It management & application, analytics e security.
L’ultima divisione è quella dedicata ai servizi, intendendo tutte le attività di consulenza, implementazione, trasformazione, outsourcing.
In Italia, l’organizzazione di cui è responsabile è articolata in quattro strutture operative che vedono Luca Gaslini con responsabilità su Corporate Enterprise e Public Sector, Marco Lanfranchi come Channel Director, Luca Motta Printing Systems Category Director e Giampiero Savorelli, Pc Category Director.

Stringendo lo sguardo sull’area di sua competenza, Canegrati manifesta entusisamo: ”Il bello deve ancora venire”, dichiara riferendosi a tutto quanto hanno già portato con sé touch e mobility.
E ritorna lo spirito ingegneristico: Il nostro Ceo Meg Whitman è convinta che il dovere di Hp sia inventare cose nuove. La società deve portare novità e innovazione sul mercato, non semplicemente prodotti”. Soprattutto non prodotti ”me-too”, aggiunge per inciso.
E la dimostrazione della concretezza di questa convinzione per Canegrati sta nel fatto che ”nonostante le turbolenze sul nostro titolo, non abbiamo diminuito i nostri investimenti in ricerca e sviluppo: i prodotti che si vedono oggi sono solo il primo passo di quel che si vedrà”.

Naturalmente la consumerizzazione It è uno dei punti di partenza in questo ciclo di rinnovo prodotti. E se è vero che il fenomeno Byod è un hype da cui nessuno riesce a staccarsi, nella visione di Canegrati in realtà proprio la consumerizzazione ha messo in evidenza la dicotomia tra ciò che possiamo fare come persone e quello che possiamo fare come professionisti. E quel che manca, o che mancava, è un ponte tra questi due mondi”.
La risposta per Hp sta ad esempio in ElitePad 900, un tablet per uso professionale, con cuore Windows 8, che il manager definisce addirittura ”entusiasmante” per i responsabili dei sistemi informativi, dal punto di vista del corredo, delle dotazioni, dell’adesione agli standard.
”Soprattutto – sottolinea – è una macchina riparabile: si apre e si ripara. Lo può fare qualunque tecnico certificato”.
Parla delle tante novità, incluso l’ibrido Elitebook Revolve 810, ma poi ritorna su quell’idea di engineering che fa da leitmotiv fin dall’inizio.
”Perché il vero valore aggiunto sta nel cambiamento che riusciamo a introdurre in tecnologie mature. Ad esempio nelle stampanti a getto di inchiostro.
La novità qui sta in una reingenerizzazione della tecnica di stampa che elimina l’inerzia delle testine: ”Non è più la testina che si muove, ma è il foglio che passa sotto la testa di stampa. Questo consente di raggiungere velocità di stampa mai immaginabili prima”.
E se il caso-studio sono i quotidiani a bassa tiratura stampati con tecnologia ink jet nel Centro Stampa Quotidiani, la realtà è la nuova OfficeJet Pro, una inkjet che stampa fino a 70 pagine al minuto, cosa che la rende preferibile a una laser sia in termini di costo per pagina, sia per l’impatto ambientale, sia per il costo energetico.
E l’innovazione arriva anche sulle laser: le nuove macchine dipartimentali hanno a bordo software Autonomy: ”Non sono più periferiche per il trasferimento di documenti da pc a stampante: diventano archivi documentali ricercabili”.
Poi ironizza: ”Qualunque cosa i tribunali decideranno sul caso Autonomy, Hp le tecnologie le ha già implementate”.

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