Secondo il nuovo studio “Reinventing Cybersecurity with Artificial Intelligence” del Capgemini Research Institute, le imprese stanno incrementando gli investimenti in sistemi di intelligenza artificiale per difendersi dagli attacchi informatici di nuova generazione. Due terzi (69%) delle imprese riconoscono di non essere in grado di rispondere alle minacce critiche senza il supporto dell’Ia.
Intelligenza artificiale come abilitatore necessario per la cybersecurity
Il 56% degli intervistati (850 senior executive della sicurezza It e delle operation di 10 nazioni) afferma che i cybersecurity analyst della loro azienda si sentono sotto pressione a causa della vasta gamma di dati da monitorare al fine di rilevare e prevenire gli attacchi informatici. Inoltre, sono notevolmente aumentati i tipi di attacchi informatici che richiedono un intervento immediato o che i cyber analyst non sono in grado di risolvere abbastanza rapidamente, come attacchi hacker che interessano applicazioni time-sensitive (il 42% dichiara di aver assistito a un incremento, in media, del 16%) e attacchi automatizzati e machine-speed, che si trasformano tanto velocemente da non poter essere neutralizzati attraverso i tradizionali sistemi di risposta (il 43% degli intervistati ha dichiarato di aver registrato un aumento, in media del 15%).
Trovandosi di fronte a queste nuove minacce, una netta maggioranza delle aziende intervistate (69%) ritiene di non essere in grado di rispondere agli attacchi informatici senza l’utilizzo dell’Ia, mentre il 61% dichiara di aver bisogno dell’Ia per identificare le minacce più critiche. Un dirigente su cinque ha detto al Capgemini Research Institute che la propria azienda ha subito una violazione della sicurezza informatica nel 2018. Il 20% di queste violazioni ha comportato per l’azienda un costo di oltre 50 milioni di dollari.
Aumentano gli investimenti in sicurezza
Una netta maggioranza dei dirigenti è d’accordo sul fatto che l’Ia sia fondamentale per il futuro della sicurezza informatica. Il 64% degli intervistati da Capgemini ha dichiarato che l’Ia permette di ridurre il costo di rilevazione degli attacchi informatici e delle azioni di risposta agli stessi, in media del 12%. Il 74% ha affermato che questa tecnologia consente di avere tempi di risposta più brevi, infatti riduce del 12% il tempo necessario per rilevare le minacce, intervenire per bloccare le violazioni informatiche e implementare le patch. Il 69% degli intervistati ha detto di ritenere che l’Ia migliori l’accuratezza del rilevamento delle violazioni, mentre il 60% che la tecnologia permette di incrementare l’efficienza dei cybersecurity analyst, riducendo il tempo di analisi dei falsi positivi e migliorando la produttività.
Quasi la metà degli intervistati (48%) ha affermato che nel 2020 i budget a disposizione per l’implementazione dell’Ia per la sicurezza informatica aumenteranno di quasi un terzo. In termini di implementazione, il 73% delle aziende sta eseguendo dei test sugli use case dell’Ia nel quadro della cybersecurity. Solo un’azienda su cinque ha utilizzato l’Ia prima del 2019, ma l’implementazione è destinata a incrementare in maniera esponenziale: quasi due imprese su tre (63%) prevedono di utilizzare l’Ia entro il 2020 per rafforzare i propri meccanismi di difesa dagli attacchi informatici.