Più che l’area dedicata al Web 2.0, al CeBit colpisce l’informatica verde. Grande impatto e ricadute sui comportamenti dei singoli.
Hannover – Il termine Webciety nasce dall’unione tra Web e Society e si propone di descivere in sintesi il processo grazie al quale la Rete sta permeando la nostra società e la nostra vita quotidiana.
E’ stato scelto dagli organizzatori per identificare un’area del Cebit interamente dedicata alle soluzioni e alle applicazioni per Internet e il Web 2.0.
Iniziativa decisamente interessante che si propone di riunire in un unico spazio un’offerta che nelle fiere solitamente si presenta frammentata e dispersa.
L’obiettivo ambizioso è di far toccare con mano ai decision maker di tutto il mondo quelle che sono le applicazioni integrate e le relative opportunità di business.
Idea brillante ma scarsa la ricaduta pratica.
Non conosco il tedesco, per cui non sono in grado di giudicare i contenuti dei convegni, ma l’area espositiva si caratterizza per una moquette nera, luci basse e soffuse, insegne degli stand violette, profusione di colori acidi.
Più le atmosfere notturne d Blade Runner che business 2.0. Soprattutto, modesto il numero degli espositori.
Di tutt’altro tenore lo spazio dedicato all’informatica verde. Non tanto per il numero degli espositori, che anche in questo caso non sono molti, quanto per l’approccio. Dimostrazioni in loco dei costi in termini energetici delle attività connesse all’information technology, in particolare per quanto riguarda i grandi data center, e al contempo dimostrazioni di come sia possibile, per esempio, scattare foto digitali e poi stamparle senza consumi energetici.
Per cui, il Green It come risultato di impegni delle aziende e anche dei comportamenti virtuosi di noi singoli utenti.