Il corporate dealer ferrarese racconta il lento percorso verso il cloud delle piccole e medie imprese. Con una consapevolezza nuova, ridestata da un evento drammatico come il terremoto.
Sono gli effetti collaterali dei disastri naturali.
Ed è inevitabile che, superata la prima fase dell’emergenza, vengano a galla anche loro.
”Dopo le scosse di terremoto del 20 e del 29 maggio scorsi – racconta Roberto Vicenzi, Vice Presidente di Centro Computer, corporate dealer di Ferrara, con sedi a Milano, Modena, Fidenza e Padova e con un forte focus sul Nord Italia – gli imprenditori della zona si sono resi conto che la sicurezza non sta solo negli immobili ma anche nei dati”.
Ironizza amaramente: ”Non abbiamo mai parlato così tanto di di recovery, di alta affidabilità e di backup come dopo il terremoto”.
Gli imprenditori si sono resi conto che la virtualizzazione e il backup sono sì fondamentali, ma devono essere portati all’esterno delle mura fisiche dell’azienda.
Cioè nel cloud.
”Per quasi tutte le aziende abbiamo riscontrato un approccio nuovo al back up e al disaster recovery: le aziende sanno di dover virtualizzare, si muovono verso il cloud privato, hanno la consapevolezza della necessità di occuparsi del backup. Soprattutto, hanno capito che è importante portarlo al di fuori delle mura dell’azienda”.
È chiaro che c’è una differenza sostanziale nell’approccio al backup e al cloud in base alle dimensioni delle aziende: ”Le realtà più grandi sono già pronte ad affiancare cloud privato, cloud pubblico, virtualizzazione. Parimenti, anche le realtà di medie dimensioni sanno come affrontare tematiche di disaster recovery e alta affidabilità in unità remote. Quelle più piccole, invece, spesso non possono permettersi un esperto interno: hanno bisogno di affidarsi a un partner di riferimento che oltre ai servizi”.
Per quanto riguarda l’azienda di cui è Vice Presidente, il cloud è già parte dell’offerta.
”Centro Computer ha aderito ad Assocloud – racconta Vicenzi, che considera l’iniziativa promossa da Esprinet una opportunità di avvicinarsi a questo mercato per il sistema dei rivenditori italiani.
”Il listino di Assocloud sarà sul sito daquesto mese di dicembre. Questo significa che tutti i rivenditori possono acquistare e rivendere servizi cloud senza doversi rivolgere a potenziali concorrenti come Telecom Italia o Aruba”.
Non nega tuttavia che vi sia qualche difficoltà di tipo culturale.
Non è semplice, spiega, portare una forza vendita abituata a trattare
hardware, software e servizi verso il cloud.
”Un venditore abituato a ragionare in termini di fatturato fa fatica a entrare in un’ottica più strategica come è il cloud. Il timore, comprensibile, è quello di un calo di fatturato. Per questo motivo, per il momento, al nostro interno abbiamo creato un team dedicato al cloud. È come se avessimo due canali commerciali paralleli. Oggi il fatturato cloud pesa ancora poco sul business complessivo: è chiaro che un domani, quando la situazione cambierà, cambieranno anche gli equilibri organizzativi interni”.