Marco Martignoni, Ad di Everis, riflette sulla vera novità portata dalla nuvola: è la sintesi fra disponibilità tecnologica e crisi economica.
Marco Martignoni, Amministratore Delegato di Everis, si chiede spesso se il cloud computing sia la vera rivoluzione che il mondo Ict stava aspettando o se sia solamente una formula di marketing per lanciare un trend del momento.
Riflessione, probabilmente, causata dal fatto che molti ricordano come le Service Oriented Architecture avevano promesso nuovi scenari di sviluppo simili al cloud.
Tanti fornitori rileva Martignoni, avevano iniziato a investire in maniera consistente in questa direzione, ma poi nel concreto solo una manciata di imprese aveva dato vita a progetti reali basati su quella filosofia architetturale.
I dubbi sulle effettive novità portate dal cloud, per Martignoni, potrebbero nascere anche dalla presa di coscienza che, all’interno di molte aziende, i servizi hosted vengono utilizzati in vari ambiti da diverso tempo: qualsiasi sito Web risiede su un server presso una società di hosting. E sistemi per la gestione delle vendite sovente si trovano su computer di proprietà di società terze che si occupano di hosting di applicazioni di questo tipo. Ancora: la quasi totalità delle imprese utilizza Google o motori simili per le proprie esigenze di ricerca, analisi, condivisione documentale e altro.
Questo fa pensare a Martignoni di non essere di fronte a una innovazione tecnologia nel vero senso della parola. È qualcosa che già esisteva, ma che la comunicazione ha trasformato in rivoluzione.
Eppure il fenomeno cloud sta conoscendo un incremento senza limiti, come confermano le previsioni degli analisti. Martignoni ne sceglie una su tutte: Idc indica che i servizi di cloud pubblico nel 2015 conteranno per il 46% della spesa It totale, in categorie chiave come lo sviluppo applicativo, il software di infrastruttura, lo storage e i server.
Ci si può chiedere allora cosa sia cambiato rispetto al passato.
Ad affermare oggi il cloud come nuovo paradigma tecnologico chiave per Martignoni hanno contribuito due fattori principali: i progressi raggiunti da aziende e vendor sul piano tecnologico, ma soprattutto l’aver attraversato la peggior crisi economica del dopoguerra.
In uno scenario caratterizzato da economie in fase di ripresa e da aziende che cercano di riconquistare il proprio vantaggio competitivo, il cloud rappresenta lo strumento in grado di ridurre e rendere variabili costi che pesano di solito come un macigno sugli investimenti aziendali.
La questione, per Martignoni, ha a che fare marginalmente con fattori di ordine tecnologico. Si tratta soprattutto di motivazioni strategiche fortemente legate a elementi di carattere economico.
Lavorando a stretto contatto con le aziende e con gli addetti ai lavori, ci si è accorti che sono proprio i clienti a chiedere adesso in maniera crescente soluzioni “pay-per-use”.
Dal punto di vista di un vendor, invece, per Martignoni è indispensabile considerare questi servizi come un’area strategica su cui puntare forte anche a livello di marketing: le aziende che saranno in grado di vincere la battaglia del cloud partita in questi anni, rappresenteranno con tutta probabilità gli attori principali del settore Ict in futuro.
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