L’atteso annuncio di Windows su Arm è stato fatto. Mentre i geek di tutto il mondo sentenziano sull’utilità di una mossa poco chiara e su software ancora lontani dal mercato, c’è chi prova a vedere la luna e non il dito.
Adesso è ufficiale e possiamo dirlo: Windows verrà portato su piattaforma Arm. L’annuncio è stato fatto da Steven Sinofsky, Presidente della divisione Windows e Windows Live, durante un press briefing al Ces.
Apparentemente il modello di comunicazione ha seguito lo stesso schema già sviluppato per Windows Phone, con una demo basata su una versione resa funzionante ma non definitiva e una serie di dubbi su tempi e metodi di adattabilità del prodotto al mercato odierno.
I commentatori infatti fanno notare che il prodotto definitivo potrà essere disponibile solo verso la fine dell’anno se non direttamente nel 2012, che la probabile disponibilità di Office e di applicativi .Net non risolverà i problemi di chi voglia sviluppare dispositivi portatili tipo pad su chip di tipo Arm, quindi essenzialmente Qualcomm, Texas Instruments e Nvidia.
In realtà una versione di Windows su Arm non potrà essere esattamente allineata con quella per x86, ma sarà sostanzialmente un altro prodotto, seppur basato su un codice di partenza molto simile. In questa situazione non ci sarà praticamente nessuna possibilità di riusare applicazioni x86 in modo semplice come una ricompilazione, ma saranno necessari dei veri e propri porting, che verranno affrontati solo in pochissime situazioni.
Di fatto è molto più probabile che Microsoft vada a spingere su .Net, che è molto più robusto del resto delle alternative, e che affidi la compatibilità con il passato più con approcci indiretti tipo virtualizzazione.
Un discorso a parte merita il kernel dei vari sistemi, da Phone 7 ad Xbox via via a salire verso l’altro. Indubbiamente sviluppare un kernel unico ancorché modulare sarebbe un risultato eccellente, ma anche una semplice ma reale armonizzazione permetterebbe una comunicazione interna molto più ampia.
Alcune osservazioni di carattere più ampio, però, sono necessarie. E’ davvero sconfortante che la stampa internazionale si soffermi sull’annuncio in sé, senza vederlo in una strategia complessiva, mentre solo una o due settimane fa hanno proposto scenari apocalittici sullo stesso argomento. E’ evidente che questo annuncio entra perfettamente in una strategia complessiva, pluriennale, con svariate alternative da cogliere o meno, e in tempi fluidi, a seconda degli avvenimenti.
Rendere una strategia pluriennale non ne fa un successo automatico, ma permette di ipotizzare le cose in modo più realistico di una competizione sul device con Apple o Android.
Spese piccole, rientri sicuri
Innanzitutto lo sforzo economico del porting su Arm è ridotto (e probabilmente inferiore al lancio mediatico, che pure non sarà esagerato) e non crea nessuno scompenso in nessun caso, ma certo permette all’azienda di presentarsi ai suoi azionisti presenti e futuri con una forte alternativa che prima non aveva e che in alcuni mercati molto grossi, come quelli orientali, potrebbe avere un grande senso.
Secondo elemento da considerare sono le probabili acquisizioni da qui al 2012. In particolare si è parlato spesso di Rim e di Nokia, business con un fiato variabile senza un supporto esterno ma che nelle mani di Microsoft potrebbero essere cash cows ancora per svariati anni. Apparentemente portare Windows su questi dispositivi potrebbe non essere una scelta sbagliata, soprattutto per Rim che basa molto sulla compatibilità con il backoffice Microsoft ma anche Nokia che cerca un nuovo sistema operativo per un mercato nel quale non riesce ad entrare come vorrebbe.
A light .Net on-the-Cloud
Terzo elemento, il cloud. La piattaforma Arm non ha fatto mistero di voler entrare in questo mondo di light data center che eseguono codice applicati indipendentemente dalla piattaforma sottostante. E diciamoci la verità, chi non vorrebbe un .Net su cloud-in-a-box?
Esisterebbero anche altre opzioni da discutere, ad esempio come finirà lo sforzo che vede l’Intel Atom contrapporsi proprio all’Arm, al quale potrebbe erodere quote di mercato, ma anche perderne. Oppure chiedersi se la mossa potrebbe avere rilevanza proprio in chiave Xbox e Natural User Interface, elementi intriganti ma ancora poco dettagliati alla stampa.
Ecco perché la nuova mossa di Microsoft è molto interessante sul piano strategico e su scala mondiale, non solo per i tablet dell’Occidente più avanzato e i loro utenti geek.