Reverse, società internazionale di headhunting e risorse umane, ha avviato una serie di sperimentazioni per applicare al comparto della ricerca di personale le potenzialità del nuovo tool basato su intelligenza artificiale che sta rivoluzionando il concetto di interazione umana con le macchine, ChatGPT.
“Si tratta di uno strumento che può sicuramente supportare il mondo del recruitment su diversi fronti. Ci permette di parlare alla macchina non più tramite clic sullo schermo ma attraverso il nostro linguaggio e il mondo del recruitment è sicuramente un mondo basato sul dialogo e le parole”, racconta Daniele Bacchi, CEO e Co-Founder di Reverse.
I primi esperimenti messi in campo dalla società di HR riguardano soprattutto azioni che riguardano la scrittura a supporto dei recruiter, come riassumere i cv in forma meno schematica, un aiuto nello scrivere gli annunci di lavoro, pre-impostare email di feedback positivi o negativi per i candidati colloquiati, suggerimenti di scrittura per attrarre candidati passivi e infine farsi aiutare per approfondire e capire meglio le tecnicalità dei ruoli ricercati.
“Quello che sta emergendo da questa primissima fase di sperimentazione è che ChatGPT aiuta sicuramente a risparmiare tempo e riduce le attività più ripetitive dell’headhunter in favore di compiti di maggior valore, sia per la persona che per l’azienda. Tra le azioni che stanno riscontrando più successo c’è sicuramente l’aiuto che ChatGPT fornisce al recruiter nel momento in cui si trova a dover intervistare i candidati che svolgono mestieri molto specifici e altrettanto diversi dal suo.
ChatGPT è in grado infatti di fornire chiarimenti e spunti di approfondimento per capire meglio anche le competenze tecniche che la figura cercata deve possedere. Al momento non può ancora sostituire un colloquio tecnico umano, ma non sembra essere così lontano il momento in cui avrà la possibilità di simulare un colloquio tecnico. E ripeto tecnico”, prosegue Bacchi.
Dopo questa prima fase, Reverse sta già pensando ad una seconda e più complessa tipologia di sperimentazioni che richiederanno sicuramente un investimento più importante. Nello specifico si tratterebbe di poter accedere alla memoria storica dell’azienda tramite ChatGPT.
“I nostri processi sono già interamente digitali; questo vuole dire che, negli anni, abbiamo collezionato migliaia di dati che raccolgono i desiderata dei candidati e le preferenze delle nostre aziende clienti. La possibilità di dare all’headhunter dei suggerimenti basati sulla memoria storica di tutti i nostri recruiter è sicuramente qualcosa di estremamente potente, che darebbe un grande valore aggiunto ai nostri clienti”, afferma Daniele Bacchi.
Per far sì che questo avvenga, però, sarebbe necessario “insegnare” e quindi trasmettere a ChatGPT la memoria storica dell’azienda e questo comporterebbe necessariamente una massima attenzione alla protezione dei dati, per evitare che diventino in questo modo accessibili a tutti.
“Siamo in una fase ancora tutta sperimentale e bisogna fare estrema attenzione. ChatGPT è sicuramente uno strumento molto potente, a mio parere la seconda grande innovazione del nostro settore dopo l’avvento di LinkedIn, soprattutto per il suo modo di interloquire con il linguaggio umano. Tuttavia, come tutte le grandi innovazioni, va maneggiata con estrema cautela, specie per quanto riguarda la cybersecurity aziendale e la protezione di dati sensibili”, conclude Daniele Bacchi.