Cinque consigli per l’ecommerce

Dalla Francia qualche regola da seguire per non fallire con il commercio elettronico

Cinque consigli per un buon commercio elettronico. Li offre ai suoi lettori www.journaldunet.com, la testata online che racconta l’Internet francese da sempre più frizzante e vivace di quella italiana.


I consigli vanno bene anche per l’Italia e sono indirizzati a quelle aziende interessate all’avventura sul Web.


1) Piazzare la propria offerta fisica sul Web
Internet è un vero canale di vendita. Per questo molti piccoli commercianti lo considerano come un prolungamento del loro negozio. Eppure riproporre online la propria offerta fisica non è una buona idea. “Sul Web bisogna costruire un’offerta omogenea in termini di prezzo, per esempio” spiega Marc Schillaci, presidente e direttore generale di Oxatis, una società che propone soluzioni di ecommerce per le Pmi. Il venditore deve quindi selezionare i prodotti che più si adattano alla vendita online. Per esempio, se possiamo gestire senza problemi dei prodotti particolarmente pesanti nel nostro magazzino potrebbe invece essere difficoltoso venderli via Internet. Troppi nuovi negozi su Internet non tengono conto delle problematiche legate alla vendita a distanza per quanto riguarda trasporti e logistica.



2) Cercare l’originalità a tutti i costi.
All’estremo opposto dei commercianti che piazzano online l’intera offeerta fisica ci sono quelli che pensano che Internet faccia rima con originalità a tutti i costi. Per questo pensano che sia obbligatorio avere un sito bello e originale. Anche questo è un errore perché un sito in Flash con un design molto elaborato non favorisce le vendite. Siti simili, inoltre, rischiano di costare parecchio. Meglio quindi spendere quei soldi per il marketing. Senza contare che il rischio di un sito troppo originale è di disorientare i visitatori perdendo quindi delle occasioni di vendita. Oggi la gente è abituata a navigare in un certo modo. Se non trovano i classici punti di riferimento si rischia che cambino sito, osserva Schillaci.



3) Non interagire con I propri clienti.
L’interattività è uno dei fondamenti di Internet. Per questo è importante ascoltare i propri clienti soprattutto nel processo di ottimizzazione del sito. Le osservazioni e le critiche possono aiutare il venditore che in questo modo può migliorare aspetti essenziali della sua attività come il posizionamento, le funzionalità del sito o le informazioni sui prodotti. Come per il commercio tradizionale la vendita online necessita di parlare con i propri clienti. Ricordatevi che sul Web siete teoricamente in concorrenza con tutti i venditori di quel determinato prodotto e che a differenza del negozio fisico non c’è il vantaggio di una fortunata localizzazione del negozio.



4) Pensare che tutto sia facile con l’ecommerce.
Il dinamismo dell’ecommerce, e anche qualche articolo di giornale, possono dare la falsa impressione che tutto il commercio sul Web abbia successo. O che basti poco per gestire le proprie attività online. “Vediamo ancora – afferma Schillaci – commercianti che aprono un sito e lo lasciano poi praticamente all’abbandono immaginando che comunque andrà benissimo”.Bisogna invece armarsi di pazienza e migliorare senza sosta il proprio sito. Un negozio online necessita di buone descruizioni e presentazioni dei prodotti. Contenuti ricchi migliorano il posizionamento naturale del sito sui motori di ricerca. La vendiota sul Web non è l’Eldorado. Non vale quindi la pena di fissarsi obiettivi troppo ambiziosi in termini di tempo o giro d’affari. “Bisogna sperimentare con piccoli passaggi”, osserva il Pdg di Oxatis, “cambiare senza rimettere tutto in causa”.




5) Snobbare il marketing online.
Come il commercio tradizionale il suo omologo sul Web ha bisogno di un lavoro di comunicazione. Una considerazione che alcuni e-commercianti dimenticano a torto. Perché sul Web il marketing ha un’importanza maggiore rispetto al mondo normale. Per questo è necessario assegnare un budget a quelle operazioni che migliorano la visibilità del sito. Ma qual è la migliore strategia? Innanzitutto bisogna evitare di piazzare tutti insieme link sponsorizzati, presenza nei comparatori di prezzo e azioni di mailing. Schillaci consiglia di partire con i link sponsorizzati.
In questo modo è possibile scoprire rapidamente e senza spendere troppo le parole chiave utilizzate dagli internauti. Partendo da queste informazioni i venditore può lavorare al suuo posizionamento naturale sui motori. Ma fare del marketing non è sufficiente, è necessario misurare i risultati. Il traffico sul sito ma soprattutto il tasso di trasformazione, ovvero quanti visitatori si trasformano in clienti.

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