I risultati della dodicesima edizione della CIO Survey, l’indagine realizzata su oltre 60 responsabili ICT di realtà private italiane, promossa da Capgemini Italia, Cisco, Samsung e Tim e condotta da NetConsulting cube dicono che nel corso dell’ultimo anno è emersa una maggiore consapevolezza delle aziende rispetto alle potenzialità competitive legate alla trasformazione digitale.
Dal punto di vista progettuale è maggiore il focus sui progetti legati agli ambiti delle soluzioni analitiche, della sicurezza e dell’implementazione di soluzioni mobile, in particolare rivolte al consumatore finale.
Il tema della data centricity diventa dunque un fattore competitivo imprescindibile. Al netto degli adeguamenti alla compliance, l’area della sicurezza è particolarmente delicata e sotto osservazione. Le soluzioni mobile mantengono un livello di attività progettuale elevato indirizzate alla customer centricity e al dipendente. Le barriere verso l’adozione di servizi cloud si stanno velocemente riducendo. Ciò che viene ritenuto realmente importante dai CIO per la qualità di un servizio Cloud è il Networking e la possibilità di poter orchestrare i servizi in modo semplice e dinamico, in modalità Multicloud.
Progettualità digitale
I progetti digitali che le aziende stanno implementando, quindi, sono finalizzati a migliorare le relazioni a valle con i consumatori (clienti e prospect) e a monte con tutta la catena di fornitura.
Per quanto concerne la relazione con i clienti, il 60% dei CIO segnala come beneficio l’aumento dell’efficacia delle campagne marketing e promozionali, così come una maggiore soddisfazione del cliente che di conseguenza genera loyalty e riduzione del churn.
Il 45% delle aziende segnala che la migliore conoscenza del cliente ha un impatto diretto sui ricavi, generato da un migliore tasso di conversione all’acquisto.
Specularmente, anche le soluzioni per migliorare le relazioni con gli attori a monte della filiera ricoprono un’importanza rilevante.
Fatturazione elettronica e firma digitale hanno regolamentato e migliorato le relazioni con i fornitori con i quali si interagisce sempre di più per mezzo di portali attraverso i quali vengono effettuate anche attività di scouting di nuovi fornitori.
La velocità con cui cambiano i sistemi di fornitura e la necessità di reazioni rapide lungo la supply chain stanno portando le aziende a far sì che le loro catene produttive siano il più possibili sicure e resilienti oltre che tracciabili in modalità end to end (17%).
Il governo della digital transformation richiede che siano disponibili una serie di ingredienti e che le aziende, insieme ai loro Partner, siano in grado di oltrepassare la resistenza al cambiamento. La difficoltà di gestione del change management risulta essere infatti la criticità maggiormente segnalata dai CIO (54%).
Gli skill rappresentano il secondo nodo focale per indirizzare al meglio la trasformazione digitale. Il 49% delle aziende segnala una difficoltà, da parte dei propri business manager, di coniugare in ottica evolutiva ed innovativa i processi di business di cui sono gli owner. Spesso si verifica per la scarsa conoscenza di quello che l’innovazione tecnologica potrebbe garantire in termini di supporto ed ottimizzazione.
Lo skill shortage si presenta però anche in ambito tecnologico (43%). Dall’indagine è emersa come criticità la riqualifica di risorse IT, così come l’inserimento di nuove figure all’interno delle strutture. Inoltre, l’emergere di nuove professionalità molto richieste dal mercato, come ad esempio i Data Scientist, non trova ancora una controparte formativa capace di indirizzare questo tipo di professionalità.
Il sistema dei fornitori gioca un ruolo fondamentale a supporto della trasformazione digitale delle aziende: al partner digitale le aziende chiedono competenza di processo, best practice, skill e vision.
A oggi nell’ingaggio delle varie tipologie di fornitore a supporto della trasformazione digitale rimane prevalente il ruolo dei fornitori specializzati su aree tecnologiche e applicative (79%), così come forte e stabile rimane la presenza dei Global Vendor (66%). Cresce il ruolo delle società di consulenza con competenze ICT, a dimostrazione del fatto che queste realtà sono quelle che meglio di altre riescono a coniugare le competenze di processo con il supporto che le nuove tecnologie possono dare all’ottimizzazione dello stesso, mentre si riduce il peso delle società di consulenza business.
Cresce anche il ruolo delle start up: il fenomeno inizia a ricoprire un ruolo significativo, soprattutto se il ruolo delle start up viene pensato a complemento dei sistemi gestionali e per indirizzare specifiche problematiche. Il 40% dei CIO dichiara le start up come soggetto interessante da osservare per gestire al meglio le sue politiche di sourcing. Anche il ruolo delle web agency è in crescita, così come il supporto, specialmente in ambito R&D, richiesto alle Università.
Posizione in azienda
Il 51% dei responsabili IT intervistati dichiara di essere ormai a stretto contatto con i business manager e che la sua missione sta rapidamente cambiando: la tendenza vede team interfunzionali collaborare congiuntamente con i Sistemi Informativi cha faranno da collante di processi e tecnologie.
I CIO dovranno quindi diventare degli advisor dei loro business manager. Per far sì che ciò accada è necessario che acquisiscano un linguaggio comprensibile, poco tecnologico e finalizzato ad evidenziare possibili impatti di tipo business.
Che la figura del CIO inizi a ricoprire un ruolo di importanza rilevante è confermato dal posizionamento organizzativo dei Sistemi Informativi: il 44% dei CIO intervistati risponde direttamente al Top Management, godendo di quel commitment di tipo Top Down di cui non sempre aveva beneficiato negli ultimi anni.
Tra le line of business maggiormente attive e demanding in termini innovativi il Marketing ricopre un ruolo rilevante (58%) seguito da Produzione/Logistica (21%) e dalle Vendite (19%) a pari merito con le Risorse Umane. L’esistenza nelle aziende di Budget IT di competenza delle Line of Business viene sempre meno vista e letta da parte dei CIO come “invasione di campo”, ma sempre più come una “maggiore possibilità di collaborazione”.