I risultati dell’appuntamento prodosso da Hp, Microsoft e Telecom Italia denotano fermento attorno a cloud, Ucc, social e Big Data ma anche la necessità, per i responsabili It, di far evolvere il proprio ruolo. Parola di NetConsulting.
Interessati alle tecnologie più innovative, stimolati dalla crescente mobilità dei dipendenti ad adottare strumenti e soluzioni di Unified collaboration & communication e a sviluppare applicazioni mobili, sia in ambito consumer che enterprise.
È questa la fotografia scattata da NetConsulting nell’edizione 2013 del tradizionale appuntamento dedicato alla Cio Survey, indagine sui responsabili It delle aziende italiane promossa da Hp, Microsoft e Telecom Italia.
Condotta intervistando tra febbraio e marzo di quest’anno 72 Chief information officer provenienti da aziende prevalentemente attive nel settore industria (44,4%), la prima evidenza portata all’attenzione di Giancarlo Capitani (nella foto), presidente di NetConsulting, parla di Cio «alla continua ricerca di un equilibrio tra ottimizzazione e innovazione» stretti come sono tra una spending review che non può non riguardare anche il loro ambito e la richiesta supportare il cambiamento e innescare percorsi innovativi.
Si guarda fuori per portare innovazione dentro
Peccato, è l’ulteriore evidenza, che meno del 20% delle aziende interpellate risulti strutturata al proprio interno con un team dedicato all’innovazione, un ruolo quest’ultimo ampiamente demandato a società di consulenza strategica in ambito Ict e alle relazioni con Università e Poli Tecnologici.
Ma tant’è.
Con un’età compresa tra i 46 e i 55 anni e un’anzianità nel ruolo di circa 7 anni, rispetto a una media internazionale di poco superiore ai tre anni e mezzo, i responsabili dei sistemi informativi di casa nostra utilizzano strumenti come smartphone, laptop e tablet per lavorare in mobilità e, pur consapevoli della necessità di portare innovazione in azienda, risultano ancora assorbiti dal day by day quotidiano.
La razionalizzazione dei costi non è più la priorità assoluta
«Chiamato – sempre secondo Capitani – a gestire la macchina operativa al meglio facendo evolvere, allo stesso tempo, l’ecosistema aziendale attraverso nuovi strumenti, nuove competenze e un nuovo approccio più orientato alla pianificazione e all’evoluzione del business attraverso il contributo dell’Ict» lo sguardo del Cio italiano risulta ancora volto, in primis, verso la razionalizzazione dei costi, anche se «crescono azioni riconducibili a innovazioni di prodotto e servizi». Se quest’ultime sono volte a migliorare le relazioni con i clienti, l’ottimizzazione dei processi punta a far crescere l’efficacia commerciale e a recuperare efficienza.
Anche per questo, oltre l’80% dei Cio coinvolti afferma di essere interessato e di investire sui nuovi trend, come il cloud computing «nei confronti del quale – è l’ulteriore puntualizzazione di chi ha condotto la survey – molte organizzazioni, pur mostrando interesse, si rivelano ancora prudenti, privilegiando il modello private cloud».
A conferma di ciò, nel 2013, la spesa Ict delle aziende intervistate appare in crescita dell’1,7%, anche se occorre ricordare che quello indagato è, e si conferma, un “panel privilegiato” di aziende, con budget che si posizionano su livelli mediamente elevati e con dinamiche di sviluppo superiori al resto del mercato.
Tuttavia, pur con questo ingrediente, la ricetta che ne risulta resta caratterizzata «da una prevalenza della componente di gestione, rispetto alla spesa per investimenti che, in tutto ciò, mostra comunque una lieve crescita, a conferma dell’evoluzione in atto», almeno presso le aziende prese a campione.
Lo stato dell’arte delle priorità Ict nelle aziende italiane
Per la maggior parte di quelle intervistate, le priorità Ict per l’anno in corso si concentrano soprattutto sulle attività di consolidamento in ambito applicativo, «in un quadro di standardizzazione delle architetture e dei processi It con l’introduzione o l’ampliamento di modelli di Ict Governance».
In ambito infrastrutturale, i progetti avviati si concentrano principalmente su attività di migrazione applicativa, virtualizzazione e consolidamento, oltre a iniziative in ambito Disaster recovery e Business continuity, «determinate da esigenze di continuità operativa e di security».
Dal punto di vista applicativo, i principali progetti indirizzano l’esigenza di gestire in maniera efficiente una crescente quantità di dati, nonché di sfruttarli per una migliore conoscenza e gestione di clienti e prospect, mentre in ambito mobility, i dati NetConsulting prevedono un anno «caratterizzato dall’avvio di progetti di sviluppo di applicazioni su piattaforma mobile finalizzate a un utilizzo sia interno che esterno all’azienda».
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