Sono stati presentati nel corso di un evento virtuale i risultati della quattordicesima edizione della CIO Survey, l’indagine promossa da Capgemini Italia, Cisco, Dell Technologies, Samsung, ServiceNow e TIM su oltre 80 responsabili ICT delle imprese private italiane.
L’adozione di tecnologie e soluzioni digitali è sempre più guidata dalle priorità business. Secondo il campione, le priorità sono rappresentate dal miglioramento dell’engagement con i clienti, dall’ottimizzazione della gestione di sicurezza e compliance a normative di settore, dalla valorizzazione dei dati aziendali a supporto dei processi decisionali a partire dai dati disponibili, dalla ricerca dell’efficienza operativa e dall’abilitazione della forza lavoro .
Le risposte delle aziende che hanno partecipato all’indagine mostrano una forte dinamicità nell’avvio di progetti digitali. I principali filoni di investimento sono la Cyber Security (79,3% delle risposte), malgrado le aziende abbiano già sostenuto molti investimenti per ottemperare al GDPR, continua ad essere una priorità tecnologica estremamente significativa. Tra le aree oggetto di investimento in ambito sicurezza, sono stati segnalati la protezione degli endpoint aziendali e l’uso di componenti di OT Security a tutela di fabbriche, magazzini e linee di assemblaggio. Molto gettonata l’adozione e implementazione di soluzioni e dispositivi per lo Smart Working (76,8% delle risposte): collaboration, communication e smart digital workplace hanno giocato un ruolo cruciale nell’aiutare le aziende a gestire le difficoltà generate dalla pandemia da Covid-19. Sempre presenti i progetti Cloud, in particolare l’adozione di servizi applicativi; l’organizzazione e gestione dei dati e l’utilizzo di soluzioni analitiche sono aree progettuali molto frequenti tra le aziende del panel di quest’anno. Il focus riguarda sia le soluzioni di Business Intelligence (68,3%), anche se in lieve rallentamento, sia gli strumenti di Advanded Analytics, in forte crescita (68,3%) perché supportano le decisioni, attività di manutenzione predittiva ed engagement dei clienti. Le prossime frontiere in quest’area poggiano sull’utilizzo di strumenti evoluti e sull’introduzione di algoritmi di Machine Learning per l’individuazione di correlazioni a valore tra i dati e infine la modernizzazione applicativa (63,4%) permette di accelerare la transizione al cloud e di sviluppare applicazioni moderne che incorporano la security by design.
Il 27% circa dei rispondenti a Cio survey ha dichiarato di aver introdotto indicatori puntuali per misurare i benefici apportati dai diversi progetti di innovazione nelle relative aree aziendali interessate. Una percentuale lievemente inferiore di aziende, il 22% del campione, utilizza invece indicatori generali che misurano gli impatti della trasformazione digitale sull’andamento complessivo dell’azienda nel medio periodo.
I vantaggi sono molteplici e riguardano sia l’azienda nel suo complesso (riduzione dei costi operativi e miglioramento della produttività) sia le diverse funzioni business: Amministrazione, Finanza e Controllo, il 46,3% delle aziende ha dichiarato un miglioramento della reportistica finanziaria e il 28% dichiari un miglioramento del modello di gestione economico-finanziaria; Risorse Umane: il 41,5% delle aziende ha registrato dei miglioramenti relativi alla soddisfazione e motivazione del personale e il 35,4% ha ottenuto dei benefici relativamente alla riduzione del time e del cost to hire; Marketing: il 59,8% delle aziende intervistate ha dichiarato di avere aumentato la customer satisfaction. Altre attività innovative hanno permesso alle aziende di aumentare la customer retention, a ridurre il numero dei clienti persi e ad aumentare il numero dei nuovi clienti. Questi risultati sono stati dichiarati dal 46,3% delle aziende: Produzione/ logistica, chiaramente per le aziende del settore manifatturiero: i benefici dei progetti innovativi si sono registrati nella gestione ottimizzata di magazzini e flotte (37,8%), nell’ottimizzazione della pianificazione della domanda (30,5%), nell’ottimizzazione dei processi post-vendita e nell’evasione più rapida degli ordini (26,8%) e nel migliore approvvigionamento delle risorse (25,6%).
Vista la necessità di conoscere la propria base commerciale e di migliorare il customer engagement, sono le funzioni a maggior contatto con i clienti – ovvero Vendite e post vendite (76,8%) e Marketing (62,2%) – a richiedere con maggior frequenza l’avvio di progetti innovativi in ambito digitale. Le funzioni IT (48,8%) richiedono l’avvio di progetti che coinvolgono tutte quelle componenti (network, infrastruttura, Cloud) da cui dipende la modernizzazione architetturale. Le divisioni Risorse Umane (35,4%) stanno lavorando all’innovazione delle modalità di recruiting, alla formulazione di strategie di talent management e all’avvio di iniziative di e-learning, tematiche che con la pandemia da Covid-19 sono diventate ancor più critiche e strategiche.
Nonostante la tecnologia risponda sempre di più ai bisogni puntuali delle divisioni business, l’introduzione dell’innovazione in azienda non poggia più su richiesta di silos funzionali. Un progetto innovativo coinvolge, infatti, IT e comitati interfunzionali che congiuntamente valutano un’attività progettuale accollandosene i rischi (58,5% delle risposte). L’IT, peraltro, ha il compito di fare in modo che il business percepisca e sia in grado di indirizzare i business enabler che la tecnologia mette a disposizione (52,4%).
Le iniziative di innovazione con impatti sulla Business Transformation devono poggiare su una serie di fattori, ovvero capacità di gestire il cambiamento (64,6%), il committment del Top Management (58,5%) e la disponibilità di competenze tecnologiche (33,4%), non solo nelle aree IT ma anche in quelle business.
Infatti, lato IT è ancora molto forte la mancanza di skill legati alla capacità di saper gestire il dato. Le università non sono ancora in grado di formare un numero adeguato di data scientist e di matematici/ statistici in grado di manipolare i Big Data in modo appropriato e a valore (49,4%).
Secondo la ricerca Cio survey, nuove metodologie come DevOps e Agile (39,2%) richiedono nuove competenze che è difficile trovare sul mercato.
In ambito Cloud, oltra alle competenze di advisory necessarie per traguardare una migrazione coerente e consapevole, mancano Cloud Architect così come figure capaci di governare ambienti MultiCloud (complessivamente 35,4%).
Le divisioni business non sono esenti da skill shortage relativamente all’utilizzo di strumenti digitali. In alcune aziende è trasversale (10% circa dei rispondenti), in altre è più accentuato (43% circa) su specifiche funzioni o categorie professionali.
Il recruiting si conferma essere una leva importante per le aziende che hanno bisogno di acquisire competenze che non trovano al loro interno, né nel giusto numero né di valore adeguato. Al di là dei canali tradizionali di recruiting, sono utilizzati i social tematici (dove le competenze del candidati sono visibili e in una certa misura referenziate, 74,4%), le università (soprattutto per le risorse giovani che devono coprire ruoli di livello base, 70,7%) e i fornitori (se le competenze richieste sono tecnologicamente molto circoscritte, 55% circa).
Il CIO che ha partecipato alla CIO Survey di quest’anno ha un’anzianità aziendale e nel ruolo mediamente molto elevata (oltre 10 anni per il 40,2% degli intervistati). È un CIO che si colloca a riporto dei livelli gerarchici più elevati (54,8% delle risposte) e che è sempre più coinvolto nelle strategie evolutive aziendali. Ne è una prova il tempo che impiega nell’interagire con Lob e Top management, il 37% circa dell’agenda, che va a discapito delle attività puramente operative.
Non sorprende quindi che al CIO siano sempre più richieste competenze in ambito business, quali organizzazione (75,3%), capacità di problem solving (56,1%), lavoro per obiettivi (56,1%), abilità nel formare team efficaci (46,1%). In forte crescita, appare anche il saper indirizzare il breve termine, viste le difficoltà contingenti del periodo. Il focus sulle tecnologie comunque importante ed in crescita, visto l’inarrestabile progresso digitale, non compare più nelle prime posizione dei “must have” del CIO.
infine, secondo la ricerca Cio survey condotta da NetConsulting cube La centralità del CIO è, infine testimoniata anche dall’incidenza, tutto sommato scarsa, di figure appositamente nominate per indirizzare la Digital Transformation. In oltre la metà del panel, il 55%, queste nuove figure non esistono, in altri casi il ruolo è coperto dal CIO stesso, a dimostrazione di come il CIO sia il nuovo Innovation Officer.