L’intervista a Enrico Mercadante di Cisco.
A distanza di un anno dal varo a livello europeo del recovery plan, che in Italia ha portato al PNRR, 01net realizza un’inchiesta, basata su un ciclo di interviste con le principali società che operano in Italia nell’ICT sulla loro strategia per la digitalizzazione delle aziende italiane nel 2022.
Parliamo con loro di quattro temi cardine della trasformazione digitale: resilienza, cybersecurity, cloud, sostenibilità ambientale e sociale e le risposte consentono di costruire la mappa di partecipazione delle realtà ICT alla crescita del Paese in senso digitale.
E c’è un tema in più, il quinto: con spirito consulenziale, chiediamo di fornire agli imprenditori italiani un’idea in più, capace di produrre valore immediato sul piano dell’efficienza e della competitività.
Per Cisco ha risposto Enrico Mercadante, Architectures and Innovation Director, Cisco Southern Europe.
Un anno dopo il Recovery Plan, a che punto siamo con la reale trasformazione del Paese: con quali soluzioni, competenze e servizi partecipate alle missioni del PNRR che coinvolgono il digitale?
Il recovery plan, con il suo accento molto marcato sui temi dell’innovazione, della sostenibilità e delle riforme volte a creare migliori condizioni per la crescita, deve abilitare la trasformazione di un sistema che ha ben compreso che abbiamo un’occasione unica: accelerare, per una ripresa che ci porti a una rinascita in un mondo più digitale e sostenibile.
Per quanto ci riguarda riteniamo che tutte le missioni del PNRR coinvolgano, più o meno esplicitamente, il digitale. È uno strumento abilitante ed è lo scenario in cui evolvono l’economia e la società, ed è con questa visione che approcciamo le esigenze delle aziende nostre clienti e della pubblica amministrazione.
Le parole chiave delle soluzioni che possiamo proporre sono tante: cloud, applicazioni, reti programmabili per una connettività davvero pervasiva, cybersecurity, futuro del lavoro e dell’apprendimento, quale che sia la combinazione, la accompagniamo sempre con il concetto di sostenibilità ambientale e sociale, in ottica di inclusione. L’enorme potenziale abilitante della tecnologia oggi è strategico per un rilancio che parta dal PNRR per costruire un futuro inclusivo per tutti nel nostro Paese.
Il 2021 è stato l’anno in cui il tema della cybersecurity è atterrato in tutte le imprese. Quali prospettive concrete vi siete dati per il 2022?
Nel 2022 continueremo a rafforzare il nostro approccio alla sicurezza, che include anche il tema della data privacy e della sovranità e controllo dei dati. Nella nostra proposta tecnologica la cybersecurity è nativa e si declina “end to end” su tutti i livelli del perimetro ormai sempre più ampio e variabile da proteggere. In questo perimetro includiamo anche le persone, che sappiamo essere spesso ancora l’anello debole della catena, proponendo un approccio che include anche un accompagnamento formativo tutte le volte che sia necessario.
Dal 2022 non ci aspettiamo certo una diminuzione delle minacce, ma lo affrontiamo con armi ben affilate. Possiamo citare il New Trust Standard, un modello di riferimento che abbiamo sviluppato per aiutare le aziende a valutare il loro livello di affidabilità, di creare relazioni di fiducia con la loro catena del valore.
Parliamo di modelli e architetture zero trust, in cui il trattamento dei dati in modo corretto e la trasparenza dei dati siano sempre al centro; e parliamo dell’evoluzione dei sistemi di protezione basati sull’identità, i cosiddetti metodi passwordless che stiamo sviluppando con Duo Security e interessano sempre di più le imprese perché si rivelano più adatti a un contesto operativo ibrido, in cui si moltiplicano i dispositivi e le vie di accesso alle risorse aziendali.
Componente fondamentale della trasformazione digitale è il cloud. Quali sono le scelte che dovranno compiere le aziende italiane nel 2022?
Le aziende dovranno continuare a investire, come già stanno facendo nonostante il periodo complesso, sul digitalizzare i processi, e in questo contesto il cloud è una piattaforma abilitante per aumentare la velocità di trasformazione e le possibilità di innovazione. Oggi parliamo di un mondo dove comporre e modificare la gestione delle applicazioni, i carichi di lavoro, l’erogazione dei servizi in un contesto estremamente dinamico: multicloud, e nella maggior parte dei casi già oggi ibrido.
Le aziende che considerano il cloud non semplicemente un luogo dove spostare i loro dati per ottenere determinati vantaggi, ma un modello operativo nuovo in cui compiere le proprie scelte sono quelle che saranno meglio posizionate per sfruttarne tutti i vantaggi.
La nostra strategia è di abilitare un’esperienza ottimale delle applicazioni in cloud, che è essenziale anche per i nuovi modi di lavorare ibridi che si stanno affermando, con strumenti di insight e di visibilità sulle applicazioni e sulla rete che le eroga e con piattaforme di automazione capaci di eliminare la complessità. Non è un caso che ci sia sempre più interesse per l’approccio “as a service” anche nella connettività e nella security, con le architetture SASE e Network as a Service, come emerge da un nostro recente Global Networking Trends Report.
Dopo il Cop26 si è capito che la sostenibilità, sia ambientale sia sociale, oramai riguarda non solo tutti i Paesi ma anche tutte le aziende. Qual è la vostra strategia riguardo questi temi?
L’impegno di Cisco per la sostenibilità è di lunga data e si misura con obiettivi concreti legati al nostro percorso verso le emissioni zero, con la proposta di prodotti e soluzioni sostenibili “by design” per ridurne l’impatto ambientale e i consumi energetici, con la scelta della circolarità – che prevede anche un programma di ritiro e recupero dei prodotti a fine vita che vuole arrivare al 100%.
Di recente abbiamo fatto un passo in più, necessario per incidere in modo più sostanziale sulla riduzione delle emissioni di gas serra: ci siamo posti l’obiettivo di diventare net zero anche per le emissioni Scope 3, quelle indirette – legate nel nostro caso principalmente alla supply-chain e all’uso dei nostri prodotti – e quindi attivare un’azione che coinvolge i nostri fornitori, i nostri clienti per moltiplicare i risultati.
Secondo noi la sostenibilità oggi è necessariamente una sostenibilità digitale, in cui il digitale è fattore abilitante e di accelerazione.
È il digitale che permette di connettere intere filiere per obiettivi di trasparenza e tracciabilità, e consente di estrapolare e analizzare dati con cui ottimizzare consumi ed efficienza. Ma possiamo contribuire anche progettando reti di comunicazione sempre più efficienti e sostenibili, e rendendo sempre più smart le reti elettriche così che possano supportare al meglio l’uso di energie pulite, la rivoluzione dell’e-mobility, l’interscambio di energia; e infine, anche riducendo l’impatto ambientale delle pratiche quotidiane.
Parliamo ad esempio delle soluzioni per il futuro del lavoro e dell’educazione basate su modelli ibridi agli strumenti per rendere smart e sostenibili gli edifici in cui viviamo e lavoriamo, con piattaforme che aiutano ad applicare l’economia circolare in settori quali la moda o il food.
Per questo oggi quando andiamo dalle aziende diciamo che ciò che può essere digitalizzato deve essere digitalizzato, e deve essere concepito in ottica sostenibile. Non ci sono alternative.
L’idea ICT del 2022 di Cisco
Se doveste proporre un unico investimento (prodotto, soluzione, metodologia) a un’azienda italiana, una scelta capace di produrre da subito un beneficio a livello di efficienza e competitività, su cosa verterebbe il vostro consiglio?
La tecnologia con il maggior potenziale attuale è l’Internet of Things. Non se ne parla più moltissimo ma è un assunto in realtà: alla base delle direttrici della trasformazione digitale c’è la creazione di un mondo virtuale che “contiene” gli asset, i processi, i clienti, la supply chain di un’azienda: un digital twin dell’azienda stessa.
Questo processo richiede l’implementazione di architetture IoT sicure e pervasive che consentano di catturare i dati dal mondo reale e li trasferiscano in un mondo digitale dove l’intelligenza artificiale e gli algoritmi ci forniscono informazioni e proiezioni per migliorare efficienza e competitività.
La domanda che ogni azienda dovrebbe fare, e che consigliamo di farsi, quindi è: dove sono i dati? Bisogna trovare le” gemme” nascoste tra i dati della mia azienda e capire come renderle utilizzabili tramite l’IoT e l’intelligenza artificiale per implementare nuovi processi e modelli di business.