Cisco apre in Italia un polo per fare innovazione sulla rete

Trecento postazioni multimediali, tutte dotate di Webcam e di sistemi di videoconferenza, sei sale di telepresence, un filo diretto con gli altri centri di ricerca Cisco in Europa e nel mondo. Questo è il Business Collaboration Center di Cisco, inaugur …

Trecento postazioni multimediali, tutte dotate di Webcam e di sistemi di videoconferenza, sei sale di telepresence, un filo diretto con gli altri centri di ricerca Cisco in Europa e nel mondo. Questo è il Business Collaboration Center di Cisco, inaugurato a Vimercate (Mi) alla presenza del presidente del Consiglio Berlusconi e dei ministri Maroni e Gelmini.

Un centro che, come ha ricordato l’amministratore delegato, Stefano Venturi, «rappresenta la frontiera 2.0, o anche 3.0 dell’innovazione. Le migliori tecnologie, oggi, si riescono a sviluppare usando un modello collaborativo. Non si parla più di tecnologie sviluppate perché esiste qualcuno che le compra. Si lavora, piuttosto, per centri collaborativi, nei quali gli utenti presentano le problematiche che incontrano nella gestione del business e nei quali si cercano di trovare, in tutto il mondo, le risorse e le competenze per risolverle».

Il centro di Vimercate, che si affianca a quello esistente di Monza che lavora sulle tecnologie fotoniche, rientra nel piano di investimenti in ricerca e sviluppo di Cisco. «In Italia, ogni anno spendiamo 35 milioni di euro solo in R&D – ha ricordato Venturi – . L’Italia rappresenta uno dei tre poli europei per la ricerca Cisco. C’è un potenziale enorme nel nostro paese, che ha bisogno di un abilitatore per trasformare la creatività in innovazione».

Venturi ha sottolineato anche come il centro non sia né voglia essere una enclave Cisco: «Obiettivo di questo centro è essere un ponte reale con i migliori centri di sviluppo che ci sono nel mondo, non solo quelli di Cisco ma anche quelli di istituzioni indipendenti».

Un centro “aperto”, tanto che l’invito a fruirne è esplicitamente esteso anche a tutte le piccole imprese innovative e alle start up, che possono trovare a Vimercate un luogo dove sperimentare e mettere alla prova le loro idee, soprattutto se costruite intorno alla rete. Il tutto, dettaglio non da poco, senza oneri.

«Del resto – ha sottolineato ancora Venturi – Cisco è cresciuta attraverso le acquisizioni. E in questi anni abbiamo acquisito non semplicemente tecnologie, ma capitale e risorse umane».

L’Ad di Cisco ha precisato che, al momento, non vi sono accordi che riguardano in modo specifico l’e-government, né vi sono ipotesi che Cisco possa occuparsi della formazione al personale della Pubblica amministrazione. Diversa è, invece, la situazione in merito all’istruzione, all’università e alla ricerca. Oltre alle Network Academy, Venturi ha citato due recenti accordi di collaborazione con il gruppo OptCom del Dipartimento di Elettronica del Politecnico di Torino e con Create-Net (Center for Research and Telecommunication Experimentation for Networked communities), un centro di ricerca internazionale no profit dedicato alle tecnologie di rete, con sede a Trento: «Non lavoriamo solo nei nostri laboratori, ma collaboriamo con i centri nelle università italiane. Ci piacerebbe contribuire a frenare un po’ anche la fuga di cervelli verso l’estero».

Non è mancato anche un accenno a Milano. «Al momento – ha rivelato – non abbiamo progetti da annunciare ufficialmente, ma stiamo lavorando in modo riservato. Di certo con Expo 2015 Milano sfida se stessa: obiettivo è trasformarsi, prendendo l’Expo come occasione.

Per quel che riguarda Cisco, tre sono le tematiche sulle quali siamo in grado di intervenire in modo specifico: controllo del traffico integrato, tecnologie wireless e videosorveglianza».

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