Come afferma Cisco, il 69% dei consumatori afferma di essere a conoscenza delle leggi sulla privacy, mentre l’89% si sente più sicuro sapendo che i loro dati sono protetti in modo adeguato. I giovani però sembrano esser molto più attenti al problema rispetto alla generazione dei loro padri: per proteggere la propria privacy, il 49% dei consumatori tra i 25 e i 34 anni ha cambiato azienda o fornitore a causa delle politiche sui dati o delle pratiche di condivisione dei dati, rispetto invece al 18% tra quelli con più di 75 anni.
Sono questi appena elencati soltanto alcuni dei punti chiave riportati nel Consumer Privacy Survey 2024, lo studio annuale pubblicato da Cisco sulle percezioni e sui comportamenti dei consumatori in relazione alla privacy dei dati. Una indagine accurata che quest’anno ha voluto mettere in luce quanto sia importante per i consumatori avere la consapevolezza dei diritti alla privacy per rafforzare la propria fiducia e sicurezza nei confronti delle tecnologie emergenti, prima fra tutte l’Intelligenza Artificiale (IA).
La consapevolezza delle leggi sulla privacy aumenta la fiducia dei consumatori nell’IA
Un primo grande dato – sottolinea Cisco – è questo: per la prima volta dall’inizio di questo studio (2019), il 53% dei consumatori a livello globale ha affermato di essere a conoscenza delle leggi sulla privacy del proprio Paese. In Italia questa percentuale sale addirittura al 69%, con un netto 89% che afferma di sentirsi più protetto riguardo ai propri dati rispetto a coloro (43%) che non conoscono le leggi in questione.
“La nostra indagine sottolinea l’importanza della consapevolezza della privacy per costruire la fiducia dei consumatori nei confronti dei brand e delle tecnologie di IA,” ha dichiarato Harvey Jang, Cisco Vice President and Chief Privacy Officer. “Quasi il 60% dei consumatori consapevoli delle leggi sulla privacy si sente a proprio agio nell’utilizzare l’IA. Ampliare la consapevolezza e informare i consumatori sui loro diritti in materia di privacy li aiuterà a prendere decisioni informate e a sviluppare una maggiore fiducia nelle tecnologie emergenti.”
Opportunità e sfide dell’IA generativa
Il Consumer Privacy Survey 2024 ha inoltre evidenziato che in Italia il 68% dei consumatori ritiene che l’IA possa migliorare la vita di tutti i giorni. Sebbene venga ampiamente riconosciuto il valore significativo della GenAI nel supporto alla creazione di contenuti, gli utenti esprimono però preoccupazione riguardo alla sicurezza, al potenziale abuso e ai rischi sociali ad essa legati.
“L’influenza crescente dell’IA nella nostra vita quotidiana richiama l’attenzione sulla necessità di un uso responsabile e sicuro di questa tecnologia,” ha dichiarato Dev Stahlkopf, Cisco’s Chief Legal Officer and Executive Vice President. “Il 78% dei consumatori intervistati ritiene che sia responsabilità delle aziende utilizzare l’IA in modo etico, evidenziando così l’importanza fondamentale della relazione tra IA responsabile e fiducia dei consumatori.”
Focalizzandosi poi sulla privacy, gli utenti italiani intervistati ammette di inserire informazioni personali o riservate, tra cui dati finanziari (29%), sanitari (39%) e lavorativi (45%) negli strumenti di GenAI. Questo accade nonostante l’84% degli intervistati a livello globale esprima preoccupazioni sul fatto che tali dati possano diventare pubblici.
I giovani adottano misure per proteggere la propria privacy, mentre gli adulti sono in ritardo
La privacy e la protezione dei dati sono passati da un concetto poco conosciuto a una vera e propria esigenza per i consumatori, con oltre il 75% a livello globale che dichiara che non acquisterebbe prodotti da un’azienda di cui non si fida. Questo si traduce in azioni concrete, con un numero crescente di consumatori che si definiscono “Privacy Active“, in particolare tra i più giovani. Per proteggere la propria privacy, il 49% dei consumatori tra i 25 e i 34 anni ha cambiato azienda o fornitore a causa delle politiche sui dati o delle pratiche di condivisione dei dati, rispetto al 18% tra quelli con più di 75 anni.
A livello globale, l’indagine ha inoltre evidenziato che i consumatori tra i 25 e i 34 anni sono i più consapevoli dei propri diritti sulla privacy (64% contro il 33% di quelli sopra i 65 anni). È stato registrato un significativo aumento (36% contro il 28% dell’anno scorso) di coloro che esercitano il diritto di accesso, correzione, cancellazione o trasferimento dei propri dati personali tramite le richieste di accesso ai dati (DSAR). Ancora una volta, i più giovani guidano questa tendenza, con il 46% di loro che compie queste azioni, contro solo il 16% di quelli con più di 65 anni.
In Italia, i consumatori utilizzano sempre di più strumenti di sicurezza per proteggere i propri dati: il 71% (67% a livello globale) ha esaminato o aggiornato le proprie impostazioni sulla privacy in app o piattaforme, mette in evidenza Cisco. Il 73% (68% a livello globale) afferma di utilizzare l’autenticazione a più fattori, mentre il 69% (61% a livello globale) ricorre a un password manager per proteggere e tenere traccia delle proprie credenziali.
“I dati sono una risorsa che tutti noi dobbiamo proteggere attivamente,” ha dichiarato Anthony Grieco, Cisco Senior Vice President and Chief Security and Trust Officer. “Dall’uso dell’autenticazione a più fattori alla garanzia che gli utenti sappiano in modo chiaro e semplice chi può accedere alle informazioni quando vengono condivise, siamo incoraggiati dalle azioni intraprese dai rispondenti per proteggere le proprie informazioni personali.”
I consumatori sostengono la protezione della privacy e chiedono regole più coerenti
Il 65% dei consumatori intervistati in Italia (e il 70% a livello globale) ritiene che le leggi sulla privacy abbiano un impatto positivo. Cresce il numero di consumatori favorevoli alla protezione della privacy: il 77% degli intervistati a livello globale (il 76% in Italia) supporta l’adozione di normative uniformi tra Paesi e regioni per garantire standard minimi di protezione dei dati.
Il Cisco 2024 Consumer Privacy Survey è una revisione annuale a livello globale delle percezioni e dei comportamenti dei consumatori sulla privacy dei dati. La sesta edizione di questa ricerca ha intervistato in modo anonimo 2600 consumatori in Australia, Brasile, Cina, Francia, Germania, India, Italia, Giappone, Messico, Spagna, Regno Unito e Stati Uniti.