Il costruttore ha rilasciato una famiglia di Switch stack per la fascia media con caratteristiche di affidabilità elevate, QoS e basata sulla tecnologia di backbone Stackwise a 32 Gbit
27 giugno 2003 Con il non nascosto obiettivo di rafforzare o perlomeno mantenere la propria quota di mercato nel mercato degli switch per Lan, Cisco ha rilasciato una nuova generazione di switch impilabili che hanno l’obiettivo di portare nella fascia media del mercato degli switch Ethernet per ambienti enterprise le caratteristiche di affidabilità e capacità in termine di connessioni Gigabit Ethernet da tempo disponibili sulla sua offerta di prodotti di fascia alta.
L’apparato o meglio, una famiglia di apparati con numero di interfacce e equipaggiamenti diversi, è il Catalyst 3750, una nuova generazione di switch stackable già disponibile sul mercato basata sulla tecnologia Cisco StackWise.
La tecnologia StackWise è assimilabile, come architettura, a quella che caratterizzava l’Fddi e altre reti ad anello basate sul token, di cui adotta la formulazione di base costituita da un doppio anello in fibra ottica controrotante a cui sono connesse le stazioni dell’anello stesso, nel caso specifico i diversi elementi dello stack della famiglia 3750. Ognuno dei due anelli ottici, su cui i dati viaggiano in direzione opposta, è in grado di supportare un traffico di 16 Gbit, e quindi la soluzione permette di disporre a livello di stack di una capacità di backbone pari a 32 Gbit, con la possibilità di collegare fino a nove diversi switch della famiglia e facendoli vedere alla rete come se fossero una singola unità.
La connessione ad anello controrotante peraltro, permette di far fronte in modo automatico a guasti sulla interconnessione tra gli elementi dello stack e permette l’inserzione o la sostituzione a caldo degli elementi stessi senza interrompere il funzionamento dell’anello. In questo caso, e sino a che non viene ricostituito l’insieme dei due anelli, la capacità complessiva “scende” a 16 Gbit.
L’architettura StackWise permette alla soluzione rilasciata da Cisco di fornire anche servizi unificati con funzionalità di forwarding distribuito e QoS e la possibilità di gestire lo stack tramite meccanismi di configurazione automatizzati.
Peraltro, ha illustrato Giuseppe Zanolini, direttore tecnico di Cisco Systems Italy, la famiglia di switch è già predisposta per funzionare con Ipv6 tramite il solo upgrade software.
Due gli obiettivi che è possibile vedere nella mossa di Cisco. Il primo è rafforzare la propria posizione nel segmento di fascia media del mercato enterprise, un segmento che comincia ad essere interessato alle soluzioni di rete ad alte prestazioni e di tipo convergente.
Il secondo è porre le basi tecnologiche su cui proporre le proprie soluzioni nel settore delle applicazioni dati e di fonia, e questo proprio basandosi sul fatto che lo stack 3750, visto come una singola unità logica, è ottimizzato, secondo Zanolini, proprio per gestire la convergenza e integrare applicazioni voce, video e dati.
Un atout per affermare la soluzione potrebbe poi proprio essere la predisposizione in modo nativo per l’IP versione 6. Con milioni di nuovi dispositivi IP, in via di diffusione nei segmenti di mercato più disparati, palmari, telefonini e frigoriferi compresi, si sta evidenziando infatti la necessità per i prodotti di networking di supportare il protocollo IPv6 e il fatto di disporre di un apparato già predisposto per accettare l’upgrade software costituisce un elemento di interesse nella fase di scelta della tecnologia da adottare in azienda.