Complice InfiniBand, prova la via della virtualizzazione e del grid per trovare nuove vie di utilizzo delle risorse.
Cisco ha realizzato un’architettura per data center che ha lo scopo di spostare l’asse tecnologico da una struttura centrata sui server a una poggiata essenzialmente sulla rete.
Iniziativa consona a mettere in pratica il disegno di più grande respiro della società, quello, appunto, di vedere la rete come elemento su cui addossare tutte le operazioni, dalla sicurezza (iniziativa: Nac, Network admission control) alle applicazioni critiche (iniziativa: Aon, Application oriented networking).
Stavolta si tratta una serie di fabric switch basati su InfiniBand, che abbinati al software di virtualizzazione per i data center VFrame 3.0 provano a presentare un nuovo approccio all’utility computing, che sinora, secondo il management della società, è stato troppo condizionato dai produttori di server, che hanno contribuito alla creazione di un panorama eterogeneo e che ora sarebbe irrealistico ridurre.
Per una diversa gestione, quindi, secondo Cisco è meglio virtualizzare e in questo senso InfiniBand può dare una mano, per la capacità di unire server in un grid di risorse computazionali.
Nelle condizioni più complete, l’infrastruttura risultante sarebbe composta da tecnologia connettiva Sfs Ethernet e Fibre Channel, server in grid con Lan condivise e risorse di storage (Storage area network) e switch Catalyst e Mds 9000, con VFrame a gestire le operazioni di virtualizzazione, orchestrazione e distribuzione dei servizi, supportando applicazioni sotto Windows e Linux.