Ad affermarlo l’amministratore delegato di Cisco Italia, Stefano Venturi, che individua nella Rete un fattore strategico per la competitività aziendale e nell’accesso veloce l’occasione per diventare un punto di riferimento per l’Europa
L’uso di Internet quale elemento strategico e l’accesso a banda larga. Sono
questi i fattori che Stefano Venturi, amministratore delegato di Cisco Italia,
evidenzia come determinanti nello sviluppo della “net economy”. «Per quanto
riguarda l’impiego della Rete come strumento per incrementare la produttività
aziendale – ha affermato Venturi – in Italia non si è fatto ancora
abbastanza. Non si è ancora capito che l’alta tecnologia offre innegabili
vantaggi». In questo senso, secondo il country manager di Cisco nel nostro
Paese si riscontra un’evidente situazione di sotto informazione rispetto al
resto dell’Europa, situazione diffusa soprattutto presso le piccole e medie
imprese. Tra queste realtà e le grandi aziende si è creato un vero e proprio
gap, che è bene sia colmato prima possibile al fine di evitare che diventi
cronico e quindi irrecuperabile. «Per raggiungere questo risultato – ha
precisato Venturi – è necessario che le Pmi italiane recepiscano un concetto
fondamentale, ossia che l’investimento in tecnologia è un fattore produttivo e
non una spesa».
Cisco si sta muovendo in prima persona per fornire la cultura necessaria alle
piccole e medie imprese per comprendere appieno i vantaggi derivanti da un
corretto impiego della tecnologia. E lo fa partendo addirittura dalla formazione
culturale a livello scolastico. Vanno viste infatti in questo senso iniziative
come la Networking Academy, che è volta a insegnare ai docenti come spiegare le
nuove tecnologie agli studenti. In 3 anni, Cisco ha investito 21 milioni di euro
nella Network Academy.
Dal lato della larga banda, le cose hanno un aspetto del tutto differente.
«Qui la battaglia vera non è ancora iniziata» ha detto Venturi. E
quindi non ci troviamo in posizione svantaggiata rispetto agli altri paesi del
Vecchio Continente. «Ma proprio per questo – ha sostenuto
l’amministratore delegato di Cisco Italia – non dobbiamo perdere l’occasione
di giocare d’anticipo. Dobbiamo cercare di essere i primi a dar vita ad
applicazioni e servizi, dobbiamo cercare di essere i primi a creare
“l’industry”. Se riuscissimo in questo, diventeremmo un punto di riferimento per
l’Europa e gi altri paesi del continente copierebbero da noi».
Affermazioni sacrosante, che però si scontrano con una realtà difficile, in
cui solo il 3% dei collegamenti in fibra posati sono attualmente utilizzati, in
cui i provider non riescono a far fronte alle richieste di connessioni a larga
banda degli utenti e in cui solo 5 famiglie su 1000 (il dato è di Gartner) hanno
in casa un collegamento Adsl. «Non nascondo che l’impresa non sia
semplice – ha ammesso Venturi -, però lo stesso è un’occasione da non
perdere se per una volta vogliamo essere noi il punto di riferimento europeo.
D’altra parte anche il governo ha deciso di prendere provvedimenti seri in
materia e di definire delle linee di condotta che potrebbero agevolare la
diffusione dei collegamenti veloci».