Il marketing di Cisco si distingue ancora una volta per una sintesi decisamente efficace. L’acronimo di Digital Network Architecture (Dna) semplifica molto bene messaggio di supportare le aziende a innovare profondamente la propria infrastruttura di rete, considerata al pari del telaio essenziale per gli esseri viventi.
“La Digital Network Architecture – afferma Alberto Degradi, Infrastructure Architecture Leader di Cisco Italia – è la nostra risposta alla richiesta di digitalizzazione da parte del mercato enterprise, evitando il più possibile un ulteriore sfruttamento delle risorse operative del cliente”.
L’architettura, aperta a integrazioni applicative, si applica a una qualsiasi infrastruttura Cisco e può rappresentare, sempre secondo il manager, sia uno stimolo all’upgrade per le aziende di classe enterprise già a portafoglio che un ulteriore motivo a diventare clienti Cisco.
La Dna si basa su tre pillar fondamentali, il Cloud Service Management, l’automazione con l’analytics e la virtualizzazione. Da ciò saltano subito all’occhio due indicazioni importanti sulle direzioni che sta prendendo il mercato.
In primo luogo, Cisco pone ancora di più l’accento sul software, e lo fa un’azienda che fino a qualche anno fa ha fatto la sua fortuna sull’hardware. Inoltre, si comprende come, nel nuovo orientamento che diversi attori stanno dando alla gestione dei servizi distribuiti, la componente rete, e di conseguenza i suoi protagonisti, possano avere una marcia in più rispetto a quella dei vendor specializzati in gestione di applicativi, storage e sicurezza, per esempio. In fondo, il mantra è semplice: dalla rete passa qualsiasi dato. Perché scomodare monitorare altre strutture allora?
Scendendo in profondità, Dna si propone di “virtualizzare qualsiasi oggetto fisico”, di automatizzarne la gestione il più possibile, di fornire strumenti di analisi pervasiva delle attività di rete in ottica proattiva, per esempio isolando aree di attività sospette. Infine, completa gestione dei servizi dal cloud e totale apertura a estensioni e programmazione in ottica di personalizzazione e integrazione di apparati e piattaforme eterogenee.
Con la Digital Network Architecture spazio allo sviluppo
“Con l’introduzione della Dna – prosegue Degradi – le piattaforme Cisco per la collaborazione tra partner, soprattutto di sviluppo, diventano ancora più determinanti. La nostra comunità di sviluppo – che comprende anche gli organismi interni alle aziende strutturate – può e deve indirizzare i propri sforzi verso il superamento dei silos che si sono creati a seguito dello sviluppo e del delivery di soluzioni software di gestione eterogenee, direttamente legate alla diffusione di hardware vario. Penso, per esempio, agli uffici periferici delle grandi aziende”.
“In estrema sintesi – continua il manager – è necessario rendere più sicura la rete, e il modulo di Dna ereditato da Lancope svolge per noi questo lavoro, fornire strumenti di analytics potenti e comprensibili. E a questo ci pensano, per esempio, moduli come Prime e Cmx, il primo si occupa di performances, il secondo ha un’attitudine più orientata al marketing. E, infine, non sottovalutare la User Interface, garantita su DNA dall’acquisizione di Meraki”.
Qui un documento riassuntivo relativo alla Digital Network Architecture di Cisco.