Ci sarà un unico cavo in tutto il datacenter, per rete, servizi, computing. Ci saranno datacenter che sposteranno i workload.
Danilo Ciscato, Marketing director della Regione Mediterranea di Cisco (nella foto) ha ricordato i due anni di Ucs con questa chiosa: «Si commentò dicendo che Cisco stava entrando nel mondo dei server. C’era e c’è molto di più».
Cosa? «Due anni fa captammo l’evoluzione del datacenter. Una trasformazione che riguardava da vicino il networking, come del resto hanno fatto le ultime due grandi ondate di trasformazione dell’It: le Lan e il Web».
Alla base dei cambiamenti epocali, è la visione di Ciscato, c’è sempre il network. E questa è stata la sintesi del cambiamento proposto da Ucs nel mondo datacenter: dalla rete ricavare un’infrastruttura di computing.
Operazione riuscita?
Stando ai numeri sì, dice Ciscato. Secondo i parametri Cisco (il miliardo di dollari) si avvia a esserlo, avendo fruttato alla società 650 milioni di dollari, generati da 4mila clienti unici (aziende), mille dei quali ripetono l’acquisto.
Quale futuro attende i datacenter nel complesso?
«L’affermazione dell’architettura fabric based Ethernet, il cui valore è riconosciuto anche dall’Ieee, perché dà benefici dal punto di vista economico e funzionale. Per esempio, consentendo il provisioning di un server virtuale in pochi minuti».
E quale futuro attende Cisco e Intel, che hanno messo in partnership nelle soluzioni di datacenter la propria visione? Sicuramente il cloud. Per Laura Pegorini, Architecture Marketing manager Datacenter/Virtualization per la region mediterranea di Cisco le soluzioni cloud-ready dovrebbero essere open, integrate, scalabili (prevenendo la complessità di domani), sicure e resilienti.
Trasposta la carta programmatica su Ucs significa avere elementi convergenti. Ossia un datacenter fabric, che è lo sviluppo dell’Ethernet classica in una evoluta, capace di condensare tutte le caratteristiche.
Un unico cavo per tutto, con tutti i protocolli (Ethernet, Ip, Fibre Channel), capace di rentere trasparenti e integrati la rete, i servizi e il computing.
Un computing che per Andrea Toigo, Enterprise Technology Specialist Italia e Svizzera di Intel è fatto di tecnologie che vanno oltre la Cpu (virtualizzazione, crittografia) ma si parla anche di I/o (Qpi, Pci-E Gen 3, Ssd), virtualizzazione, crittografia e memoria (Ddr 3), sviluppando insieme a Cisco tecnologie capaci di mettere l’integrazione e l’ottimizzazione sin nella radice del datacenter.
Concretamente, fare cloud significherà contemplare lo spostamento dinamico dei dati non solo nel datacenter, ma fra i datacenter. Ossia giungere alla stessa mobilità di dati e applicazioni anche per i workload. Si tratterà di estendere la fabric per rendersi indipendenti dal luogo. Le tecnologie ci sono già.
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