Il cloud integrato pubblico-privato passa per Windows as a service e arriva a Merlin. E nel tracciare la via più breve tra vita lavorativa e vita personale, gira anche su Kindle.
La rinnovata offerta di Citrix, mostrata e dimostrata nel recente evento tenuto a Barcellona, viene definita dall’azienda un insieme di mobile workstyles powered with cloud services.
Gli annunci del Synergy catalano sono stati molti e hanno riguardato praticamente tutti gli aspetti principali della tecnologia che va oltre la virtualizzazione del software, aggiungendole gestione e sicurezza.
L’annuncio tecnico più importante è sembrato la nuova versione Cloud Gateway 2, il componente che offre uno unified storefront per di controllare applicazioni iOs native, Android e Html 5.
L’integrazione con XenApp estende la gestione anche al mondo Microsoft, permettendo a Citrix di offrire Windows as a service.
Lo sviluppo avviene «in equilibrio con un mondo nel quale l’opensource è sempre più presente», ha detto Mark Templeton, Ceo di Citrix; «ma Citrix è un’azienda commerciale», quindi non può fare tutto con e su software aperto.
Abbiamo approfondito l’offerta cloud con Joe Keller, Vp Solution Marketing, nella foto.
D: Il progetto Avalon rende Windows un servizio cloud?
K: Sì, certo. Avalon si articola in due fasi, Excalibur e Merlin. Excalibur sarà pronta il primo novembre e opera sia su Windows Server 2012, sia su Windows 8, in versioni rinnovate di XenDesktop e XenApp.
Più avanti, Merlin amplierà la proposta a CloudStack e al Cloud-style Service Orchestration.
D: Parliamo della possibilità di cloud ibrido.
K: In genere si dice che ciascuna azienda ha una sua preferenza, ma nella nostra esperienza non è così.
In genere i nostri clienti ci dicono che vogliono poter lavorare su entrambi gli approcci, portando con semplicità delle componenti dall’uno all’altro modello.
Con un secure bridge tutte le componennti sembrano locali, sia da pubblico sia da privato.
D: Come state lavorando sulla gestibilità del cloud e dei suoi livelli?
K: La gestione di vari tipi di cloud è sempre più importante. Per esempio i nostri clienti possono usare tutti gli hypervisor sul mercato, e anche implementare un modello che non prevede questa componente.
Operiamo così anche ad altri livelli dello stack e possiamo offrire il mix and match delle componenti.
D: Cosa vedete dal lato dell’utente finale?
K: Quasi tutto quello che viene lanciato dai desktop di oggi ha una parte cloud. Noi facciamo in modo che la cosa avvenga in modo sicuro, implementando policy efficienti.
Normalmente le aziende non sanno com’è la nostra tecnologia, né come funziona.
La famiglia Me@Work pubblica applicazioni su device mobili ed oggi ha cinque componenti: a Sharefile, GotoMeeting e Podio si sono aggiunte @WorkWeb ed @WorkMail.
D: @WorkWeb deve essere problematica da rilasciare in sicurezza.
K: Dipende dalle intenzioni dell’amministratore, che ha una vasta gamma di opzioni.
E comunque esistono due profili, uno aziendale ed uno personale, il che lascia la massima libertà.
D: C’è qualche client particolare sul quale girate?
K: Abbiamo annunciato anche il client per i nuovi Kindle, in quanto equipaggiati con Android Gingerbread 2.3.3 o successiva.
Per dimostrare la nostra tecnologia ci sembra senz’altro la miglior pubblicità possibile.