Il 43% delle aziende italiane “snobba” il cloud e, nel complesso, meno del 5% del budget IT viene destinato ai progetti legati alla nuvola. Ecco alcune delle tendenze emerse dalla nuova edizione di “Enter The Cloud”.
Risvolti sociali inattesi dalla nuova edizione di “Enter The Cloud”. Gli elementi salienti rispetto alla fotografia del 2012 ci sono, ma l’aumento del numero di risposte (quest’anno mille) permette di fare qualche osservazione a più ampio respiro.
Il dato più negativo è forte: il 43% degli intervistati non ha alcuna intenzione di passare al cloud. Il 29%, per contro, l’adotta già (22%) o comunque l’adotterà a fine 2013, mentre il 28% ne sta valutando l’inserimento nella strategia. Ma attenzione, le cifre non sono esagerate: tra i già utenti, il 64% dichiara di impegnare meno del 5% del budget per virtualizzazione e cloud, insomma pochi spicci.
Andando a vedere le quattro macrocategorie, troviamo altri elementi interessanti.
Le startup sono innovative
Startup e PMI propendono verso il cloud (entro il 2013: 34% contro 31%), mostrando ancora una volta che una startup reale è, per forza di cose, una piccola o media azienda. Interessanti le cifre delle grandi aziende (192 risposte): gli utenti, già al 30%, diventeranno il 37% a fine 2013, a scapito della fascia di disinteressati (36%).
Più grave il quadro dipinto dai professionisti (348 risposte): solo il 17% già lo usa, il 7% si unirà a fine anno, e il 45% non ci pensa proprio.
Particolarmente interessanti le valutazioni delle start-up (169 risposte): 23% già utenti, un ulteriore 11% per la fine dell’anno, il 25% che lo sta valutando e però ben il 41% che non lo considera.
I soliti ignoti
I motivi dell’adozione restano i soliti (costi e accessibilità remota) così come le cause di disinteresse (sicurezza, privacy e connettività italiana). Resta la preferenza per un provider italiano (66%).
In estrema sintesi, i contrari al cloud sono costanti ma è aumentato il numero di utenti. Una probabile interpretazione richiede la coesistenza di due diversi fenomeni statistici: gli ignoranti sono rimasti gli stessi, mentre i pionieri non si sono trovati male ed hanno continuato l’implementazione. E per moltissimi “cloud” è sinonimo di storage, hosting o servizi e-mail. “Il cloud italiano è molto lontano dalla maturità”, recitano gli estensori della survey; “c’è ancora bisogno di molta alfabetizzazione”, siamo ancora “alle scuole elementari”.
Metodologia
Il sondaggio è stato erogato via e-mail ad un bacino di sviluppatori, system administrator, web designer, CIO e CTO che lavorano come liberi professionisti, startupper o dipendenti di imprese operanti su tutto il territorio nazionale.
Le risposte sono state raccolte il 16 gennaio 2013 attraverso la piattaforma Polldaddy e successivamente analizzate. Il campione è di 1.000 professionisti IT che hanno correttamente compilato i questionari, suddivisi tra nord (42%), centro (33%), sud e isole (25%).
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