Nutanix

Nutanix, azienda specializzata nel cloud computing enterprise, ha pubblicato i risultati del primo report globale annuale Enterprise Cloud Index, ricerca che prende in esame i progetti delle aziende per l’adozione di soluzioni di cloud privato, pubblico e ibrido. Per cloud ibrido viene inteso l’uso combinato di almeno un cloud privato e di almeno un servizio di cloud pubblico. E con un certo grado di integrazione tra i due ambienti cloud.

Per la ricerca, Nutanix ha incaricato Vanson Bourne di intervistare i responsabili delle decisioni in ambito IT. Il sondaggio ha coinvolto circa 2.300 intervistati in aziende di diverse dimensioni e di vari settori. Così come in diverse aree: nelle Americhe, in Europa, Medio Oriente, Africa (EMEA) e Asia-Pacifico e Giappone (APJ).

I risultati del report

Il report evidenzia, tra le altre cose, che le aziende prevedono di incrementare l’utilizzo del cloud ibrido. Per il 91% (90% in Italia) il cloud ibrido è il modello IT ideale. Tuttavia, ad oggi, solo il 18% (24% in Italia) conferma di aver adottato tale modello.

Inoltre, i risultati rivelano che la mobilità delle applicazioni su qualsiasi cloud è una priorità per il 97% (96% in Italia) degli intervistati. L’88% degli intervistati (86% in Italia) afferma che tale soluzione contribuirebbe a risolvere molti dei problemi attuali.

È stato poi chiesto di elencare in ordine di importanza i vantaggi principali del cloud ibrido. L’interoperabilità tra diversi tipi di cloud (23% a livello globale, 29% in Italia) e la possibilità di spostare le applicazioni tra diversi cloud (16% globalmente, 10 % in Italia) hanno primeggiato. Superando nettamente il costo (6% sia a livello globale che in Italia) e la sicurezza (5% globalmente, 9% in Italia) come vantaggi principali.

Il cloud in Italia

Le aziende italiane attualmente gestiscono meno carichi di lavoro nei data center tradizionali (24%) rispetto ai loro omologhi a livello globale (41%) ed EMEA (40%). Ma utilizzano molto più frequentemente i cloud privati e ibridi con una penetrazione rispettivamente del 49% (38% EMEA) e del 24% (17% EMEA).

Rispetto ai piani per il futuro, su un periodo da 1 a 2 anni, se le aziende italiane rispetteranno i piani indicati il loro utilizzo dei data center tradizionali scenderà ben al di sotto delle medie. Ciò, a favore dell’utilizzo di servizi di cloud ibrido, privato e molteplici cloud pubblici, con una penetrazione rispettivamente del 48%, 20% e 20%.

In linea con le aziende degli altri paesi coinvolti nella ricerca, che considerano la sicurezza dei dati e la conformità legislativa come il principale vantaggio offerto dal cloud pubblico, le imprese italiane citano un TCO ridotto (20%) al secondo posto.

Commenti

“Sulla base dell’attuale utilizzo del cloud, l’Italia risulta in controtendenza in varie aree. I carichi di lavoro nei data center tradizionali sono di gran lunga inferiori rispetto ad altre nazioni e molto più importanti nel cloud privato e nei cloud ibridi.” Ha commentato Alberto Filisetti, Country Manager di Nutanix Italia. “Entro due anni, l’Italia prevede di ridurre di tre volte l’utilizzo dei data center, l’utilizzo del cloud ibrido raddoppierà mentre quello del multicloud aumenterà di oltre sette volte nello stesso periodo di tempo”.

“Molto meno numerose sono invece le aziende italiane che hanno dichiarato di superare il budget disponibile per la spesa sul cloud pubblico rispetto ad altre parti del mondo. Mentre i servizi di cloud pubblico sono stati segnalati come ‘completamente’ in grado di soddisfare le esigenze IT delle imprese italiane con la stessa frequenza che in altre aree.” Ha proseguito Filisetti. “L’Italia, come la maggior parte degli altri Paesi, apprezza molto gli aspetti di sicurezza e conformità del cloud computing e li considera i principali criteri per decidere quale infrastruttura cloud debba ospitare i carichi di lavoro”.

Maggiori informazioni sul report Nutanix Enterprise Cloud Index 2018 e risultati completi sono disponibili a questo indirizzo.

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