Lo sostiene Gartner, guardando al mercato Usa. Nondimeno, il crescente ricorso al cloud da parte delle agenzie governative, finirà per imporre ai service provider una attenzione diversa alla compliance con criteri di sicurezza più stringenti.
La chiave di lettura, in questo caso, è decisamente US-centrica. Nondimeno, vale la pena prenderla in considerazione, dal momento che il tema finisce, o finirà, per avere una valenza universale.
Secondo Gartner, la crescente adozione del cloud finirà per avere un impatto sul consumo di sicurezza e su come gli enti governativi valuteranno la sicurezza delle infrastrutture, fino ad arrivare alla sola conseguenza logica ipotizzabile: il Governo centrale finirà per dichiarare il cloud pubblico infrastruttura critica nazionale.
È un percorso inevitabile, il cui compimento potrebbe realizzarsi già nel 2016.
Secondo Gartner, la contingenza economia e sociale, porta I Governi a cercare sempre nuove modalità per ridurre la loro spesa It, ottimizzando nel contempo le loro risorse tecnologiche.
È un contesto che inevitabilmente si orienta verso l’adozione di servizi cloud based, ma che necessita di una attenta valutazione.
Mano a mano che l’adozione diventerà più pervasiva e strategia, inevitabilmente diverranno più frequenti anche eventi che finora non si son verificati, o se lo hanno fatto non è mai stato in misura preoccupante: attacchi e disservizi finiranno per mettere a rischio l’intera infrastruttura, con impatti pesanti sulla sicurezza nazionale per il contraccolpo economico che ne deriverebbe.
Ecco allora che, sempre secondo Gartner, sarà necessario chiedere ai service provider di essere compliant con gli obblighi di sicurezza infrastrutturale previsti, nel caso degli Stati Uniti, da programmi quali
FedRAMP (Federal Risk and Authorization Management Programme): questo significa che I provider dovranno adeguare le loro tecnologie a requisiti oggi non previsti, ma che potrebbero presto trasformarsi in vincoli inibitori alle loro attività commerciali,
Le considerazioni di Gartner sulla sicurezza non si fermano qui.
Secondo la società di ricerca, infatti, nell’arco dei prossimi tre anni anche i servizi di sicurezza finiranno per spostarsi sul cloud in misura molto maggiore rispetto a quanto accade oggi.
I benefici in termini di costi, di velocità di implementazione e di flessibilità saranno evidenti, purché sia chiaro a tutti che il modello cloud non si adatta a qualunque situazione e che prima di sposarlo diventa necessrio valutare correttamente fattori esogeni, quali l’affidabilità delle connessioni disponibili o il livello di personalizzazione necessario.