Nel caos della foresta pluviale di Hwang, metafora della caotica catena alimentare della nuova imprenditorialità, il cloud computing reclama per sé un’area più calma, un microclima particolare e dei vantaggi. Per saperne di più, seguite su YouTube l’incontro dell’8 maggio.
Si dice che l’innovazione sia 1% idea (inspiration) e 99% sudore (perspiration). La frase originale viene spesso attribuita ad un antesignano di Steve Jobs, tal Thomas Alva Edison: è probabilmente apocrifa, ma probabilisticamente vera.
L’Italia degli ultimi tre anni ha affrontato, tra le altre cose, una riqualificazione della propria proposta innovativa nel nome delle start-up. Molti disoccupati, credito bloccato e una genetica propensione a divinizzare l’idea sul lavoro hanno creato l’ambiente ideale per un movimento nutrito ma confuso.
Dopo la prima fase la situzione complessiva si è fatta movimento, separando le velleità dalle capacità. C’è ancora molto da fare, ma la strada ora intrapresa è molto più diretta di quella del recente passato.
Non tutte le nuove aziende sono tecnologiche e non tutta la tecnologia è digitale. Sono comunque molte le iniziative, sia già esistenti, sia ancora da lanciare, che hanno come oggetto dell’attività, o come suo nucleo realizzativo, una soluzione Ict. In quest’ambito è oggi sempre conveniente valutare anche una soluzione sulla nuvola.
Il microclima del cloud computing
“Cloud computing” è un’espressione marketing che racchiude una serie di proposte commerciali con una solida fondazione tecnica e una articolata strutturazione dei costi. Proprio solidità e strutturazione sono le condizioni per il microclima: sviluppato un progetto con queste basi, il percorso di un gruppo di lavoro migra naturalmente in un’area nella quale le incertezze dell’attività sono attenuate almeno in parte.
Non è questo l’unico modo di attenuare l’impatto delle forze di mercato su una nuova iniziativa, ma certo questa è un’area tecnicamente avanzata e fortemente modellata. Ecco perché modellare la propria idea a partire dal cloud -se possibile- mette parzialmente al riparo da alcuni problemi. Allo stesso modo, per fare un esempio in altro campo, partire da un’analisi del mercato sul quale lanciare il prodotto/servizio che si intende realizzare aggiunge una tettoia che ripara da pioggia e sole, frequenti nel modello di sviluppo dell’ambiente delle start-up che Hwang e Horowitt hanno definito rainforest, foresta pluviale.
Cloud come modello di business
Da queste premesse emerge una domanda: partire da una Ict nel cloud orienta il modello di business? In caso affermativo, questa orientazione è vantaggiosa?
Di questo si parlerà l’8 maggio dalle 18.30 nel terzo hangout di CloudSeed by Seeweb 2013[http://www.cloudseed.it ], il contest della cloud intensity che sta lanciando la nuova edizione. Gli strumenti di promozione sono formativi: non solo incontri virtuali quali gli hangout, ma anche gli appuntamenti universitari del programma Academy.
All’hangout parteciperanno Claudio Erba (Ceo Docebo), Cosimo Palmisano (VP e Product Management Decisyon) e Federico Baldelli (i-lab Luiss) e Startup Nomads. Il video streaming sarà visibile sulla pagina G+ e sulla pagina YouTube collegata. Per registrarsi basta cliccare su questo evento G+