aprile 2005 Esistono molteplici tipi di codec, ognuno con determinate caratteristiche e algoritmi di compressione. Alcuni sono ottimizzati per immagini ad alta qualità e risoluzione, altri sono ottimizzati per la bassa risoluzione o un numero inferiore …
aprile 2005 Esistono molteplici tipi di codec, ognuno con determinate caratteristiche e algoritmi di compressione. Alcuni sono ottimizzati per immagini ad alta qualità e risoluzione, altri sono ottimizzati per la bassa risoluzione o un numero inferiore di colori, altri ancora sono fatti per risparmiare al massimo la banda passante.
Nel caso di trasmissioni audio video, data l’enorme quantità di dati e la necessità di mantenere uno svolgersi temporale degli eventi costante, è più importante che arrivino dei dati in tempo e nella giusta sequenza, piuttosto che non arrivino o arrivino troppo tardi rispetto a quando servono.
Per questo durante una diretta video può essere accettabile degradare l’immagine riducendo la qualità del flusso pur di farle occupare meno spazio in modo da mantenere una certa costanza nella ricezione dei dati e un maggior numero di flussi contemporanei possibili, aumentando così il numero di utenti che potranno parteciparne alla visione.
Spesso per rispondere dinamicamente alle esigenze di banda passante e numero di utenti connessi, si opta per creare una trasmissione con più flussi contemporanei a diverse qualità sia in risoluzione sia per numero di fotogrammi al secondo, così da poter far balzare gli utenti ad un flusso con un ingombro di dati minore in caso di saturazione della banda.
È chiaro quindi che anche le caratteristiche del flusso di dati sono importanti quanto i dati stessi, perciò bisogna gestire il flusso con altrettanta cura.
Se i dati interni al flusso, quelli dell’audio e del video, sono gestiti dal codec, il flusso in sé chi lo gestisce? E se si trasportano più flussi di dati ognuno codificato in un modo diverso? Per racchiudere più flussi audio e video in forma ordinata e comprensibile a tutti i programmi più diffusi si usano dei contenitori virtuali chiamati “formati”.
I contenitori
I formati sono come delle scatole, dei contenitori che contengono i flussi di dati compressi dai codec. Un formato non è altro che un blocco di bit posto subito prima del flusso di dati del codec e dice al programma utilizzatore come deve leggere i dati che seguono.
Il blocco di bit iniziale di ogni file video viene chiamato header ed è una sorta di indice che descrive la disposizione e le caratteristiche del flusso o dei flussi di dati. Descrive quanti sono, di che tipo sono (se audio o video per esempio) e con che codec sono stati codificati.
Spesso un formato inserisce dei blocchi di dati anche tra un pacchetto e l’altro del flusso di dati del codec. Questo è molto utile soprattutto per le trasmissioni in streaming dove un utente si collega quando il flusso di dati era già cominciato da tempo e l’header iniziale non è rintracciabile.
Proprio i formati di streaming sono in assoluto i più complessi e si fanno carico della qualità e delle prestazioni nella fruizione dei contenuti che oggi giorno siamo abituati ad avere.
I formati più famosi
Vediamo una breve carrellata di formati famosi cercando anche di fare chiarezza per distinguerli dai loro codec con i quali spesso vengono confusi.
ASF
ASF è il Microsoft’s Advanced Streaming Format, un formato file che contiene video, audio, slideshow (presentazioni stile PowerPoint) ed eventi sincronizzati. E’ stato il primo codec Microsoft a fare largo uso dell’MPEG4. Data l’ambiguità del formato ASF che non lasciava capire se si trattasse di un contenitore audio o video, venne rapidamente sostituito da WMV e WMA.
WMV
WMV è il formato Windows Media Video, quasi identico all’ASF ma con un set di codec più moderno. è stato creato per porre fine alla confusione generata dall’ASF.
AVI
Audio Video Interleave, originariamente diffusosi su Windows è ora uno dei formati più utilizzati ma possiede alcune limitazioni che lo rendono tecnologicamente quasi obsoleto. La più importante di queste è l’impossibilità allo streaming, infatti il formato AVI viene usato principalmente per immagazzinare grosse quantità di dati da visualizzare localmente.
Nonostante la sua anzianità tecnologica però sopravvive ancora nel campo dell’editing video dove rimane uno dei formati più compatibili esistenti al mondo, anche per questo è il compagno ideale del codec Divx che ha portato il formato AVI ad una nuova giovinezza e ad un rinnovato interesse tanto da spingerne l’integrazione anche sui moderni lettori di DVD che inizialmente non consideravano questo formato.
DivX
è un formato poco diffuso che trae in inganno perché prende il nome dal codec per il quale è stato adattato, non va dunque confuso con il codec DivX che è il vero artefice del successo di questo nome.
Il formato DivX infatti non si è mai diffuso perché in realtà i file con estensione .divx ad eccezione di qualche piccola dote di progressive downloading (una sorta di streaming di serie B) sono praticamente identici ai normali file AVI con la differenza che pochi programmi li riconoscono.
Non esiste motivo alcuno per utilizzare questo formato spinto dalla Divx Networks solo per motivi commerciali.
MOV
QuickTime Movie File Extension è un formato complesso ed articolato sviluppato per il MAC da Apple. È un contenitore formidabile per varie forme di espressione che vanno dai video compressi con diversi codec alle immagini fisse fino al virtuale con il QT/VR. È molto diffuso ma meno dell’AVI nonostante sia apprezzato anche a livello professionale.