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Codice etico europeo per l’intelligenza artificiale, il contributo italiano

L’Associazione Italiana per l’Intelligenza Artificiale (AIxIA) è stata invitata dalla Commissione Europea a fornire un contributo tecnico e autorevole sul Codice Etico per l’AI, “Ethics Guidelines for Trustworthy AI”, in vista della versione definitiva che verrà rilasciata a marzo.

Tra i punti chiave messi in luce dall’Associazione emerge la necessità di una reale presa di coscienza del contesto economico, sociale e ambientale della nostra epoca.

Si tratta secondo l’associazione di un passo fondamentale per comprendere correttamente le sfide che lo caratterizzano e stabilire così i giusti obiettivi da raggiungere a favore del vero benessere delle persone.

L’Associazione Italiana per l’Intelligenza Artificiale è un’associazione scientifica senza fini di lucro fondata nel 1988 con lo scopo di promuovere la ricerca e la diffusione delle tecniche proprie dell’intelligenza artificiale. Organismo accademico, conta oggi 1000 membri tra ricercatori, professori universitari e società. S focalizza nella divulgazione dell’intelligenza artificiale come formazione, ricerca e sviluppo di nuovi paradigmi e tecnologia a favore delle imprese e del Sistema Paese.

Come afferma Piero Poccianti, presidente dell’Associazione Italiana per l’Intelligenza Artificiale, in una nota di commento, non si può parlare di etica dell’intelligenza artificiale senza prima definire lo scopo per la quale la si vuole usare e gli obiettivi che si vuole raggiungere.

«L’intelligenza artificiale – dice Poccianti – è uno strumento molto potente che senza dubbio trasformerà la nostra società, capire se questo avverrà in modo positivo o negativo dipende da noi».

Economia circolare, non PIL

Piero Poccianti Presidente AIxIA

Dicendo questo Poccianti pare tracciare una linea di collegamento virtuale fra intelligenza artificiale ed economia circolare.

Poccianti, infatti, crede che sia fondamentale «considerare e analizzare il contesto socio-economico del momento storico che l’umanità sta vivendo, adottando una visione non tradizionale che preveda un utilizzo ciclico delle risorse naturali e un nuovo concetto di crescita intesa come aumento del benessere e non del PIL. Un indicatore quest’ultimo non più adeguato perché considera il profitto e il benessere come due grandezze direttamente proporzionali, che però nella realtà dei fatti non sono equamente distribuite tra la popolazione mondiale, come dimostrato anche dal recente report rilasciato dall’Oxfam».

Il contributo dell’associazione italiana è stato accolto dal Claire, il principale network di laboratori ed esperti dell’AI in Europa, che proprio sul tema ha aperto una discussione a livello europeo.

Alleghiamo la versione integrale del contributo AIxIA alle linee guida europee sull’intelligenza artificiale.

 

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