All’inizio del 2009 la migrazione dei clienti sulla nuova infrastruttura.
Colt, forte di una rete di 15mila chilometri, di cui 4.800 in Italia, in oltre cento città delle quali 34 italiane, con 18 data center integrati in rete, ha avviato anche nel nostro Paese lo sviluppo di una rete di prossima generazione (Ngn – Next generation network).
Il provider inglese ha già testato la tecnologia con un nucleo di clienti selezionati e i primi apparati verranno installati entro la fine del 2008 così da poter avviare il processo di migrazione dei primi clienti all’inizio del prossimo anno. A quel punto avremo «la prima applicazione di rete Ngn funzionante in Italia», come ha dichiarato il direttore marketing della società, Vincenzo D’Ambrosio.
Peraltro Colt ha già avviato il servizio sia a Londra che a Francoforte.
L’infrastruttura che il provider sta sviluppando per il servizio dati prevede la sostituzione della tecnologia Sdh (Synchronous Digital Hierarchy), attualmente in uso nelle centrali, con una piattaforma multiservizio (Mps, Multi-Service Platform). Rispetto ai moduli Sdh di ultima generazione che Colt impiegava in precedenza, questi nuovi apparati occupano il 75% di spazio in meno e consumano il 30% in meno di energia.
Per quanto riguarda il servizio voce, sono in corso di sostituzione le centrali basate su tecnologia Tdm (Time Division Multiplexing) con quelle in architettura Ip Multimedia Subsystem (Ims) che permette di fornire molteplici servizi che integrano voce, dati e internet su dispositivi fissi e mobili. Anche in questo caso si realizzano significativi risparmi: un modulo in tecnologia Ims, ovviamente a parità di capacità di comunicazione voce, occupa il 93% di spazio in meno e consuma l’80% di energia in meno rispetto a un modulo Tdm.
L’adozione delle tecnologie Mps per il servizio dati e Ims per la fonia, consente a Colt di abbandonare l’infrastruttura di rete a comparti verticali, vale a dire un’architettura per ogni servizio, a favore di una infrastruttura trasversale comune a tutti i servizi, basata su trasporto Ip ed Ethernet, totalmente ridondata e dotata di un controllo avanzato delle sessioni.
I primi servizi a essere attivati il prossimo anno saranno quelli di Ip telephony, Unified communications, virtual collaboration e call center. Inoltre, verranno rilasciate le prime applicazioni di Saas (Software as a service) fornite da terze parti.
Al centro della strategia è lo sfruttamento, come base tecnologica, di Ethernet.
Complessivamente, l’architettura è strutturata su quattro “strati” differenti, alla cui base c’è la Common Network & Data Centre Infrastructure basata su fibra ottica e cavi in rame.
Poco sopra si pone la Multi Service Platform, che – come gli altri strati – diventerà comune a tutti i servizi erogati alla clientela. Uno dei vantaggi pratici per il cliente è che si potrà sostituire un intero armadio rack con un singolo apparato.
Altro elemento sarà l’Ip Multimedia Subsystem, ovvero lo strato applicativo che abilita la fornitura di servizi (contact center, unified communications, collaboration, conferencing e telefonia Ip) e che sostituisce la tecnologia Pstn.
Infine, la Next Generation Intelligent Networks è un ulteriore strato applicativo pensato per offrire servizi di fonia di nuova generazione. Tutto questo sarà la base per l’erogazione dei tradizionali servizi voce, dei servizi dati, dei servizi gestiti e di quelli nuovi che verranno via via offerti grazie alla nuova architettura.
L’obiettivo è il rinnovamento di tutta la rete per arrivare a un unico sistema virtualizzato che integrerà la rete di trasporto (servizi di telecomunicazione voce e dati) e la piattaforma di servizi It, con l’intenti di trasformare Colt in un Networked It Service Provider con un’offerta mirata sulle esigenze aziendali.