I consigli di Uniserv per gestire le informazioni nel cloud e preservare la qualità del database.
Utilizzare una soluzione cloud (on demand) per la gestione della qualità dei dati del proprio database clienti, richiede un’attenta valutazione di parametri e caratteristiche funzionali per assicurare il mantenimento della qualità dei dati e un utilizzo del database efficace ed economicamente corretto.
Lo pensa Uniserv, che osserva come senza questa analisi i vantaggi derivanti dall’utilizzo di un servizio cloud possono essere vanificati da un decadimento della qualità dei dati stessi.
La società ha evidenziato a i criteri in base ai quali è opportuno scegliere una soluzione cloud adeguata.
Innanzi tutto bisogna partire dalle esigenze principali: costi, performance e semplicità operativa devono essere coerenti con le modalità di consultazione e permettere un controllo economico del servizio.
Il flat rate non è adatto al cloud
Un aspetto chiave è l’utilizzo di un modello di costo basato sull’utilizzo reale del servizio: il pagamento “flat rate” non è adatto al cloud, dove la flessibilità è importante.
Anche la trasparenza e il dettaglio nella rilevazione dei costi aiuta a mantenere sotto controllo sia il totale che le singole voci.
La soluzione cloud deve inoltre includere le principali funzionalità per il data cleansing: verifica, correzione e ottimizzazione delle anagrafiche come anche il controllo dei duplicati sono alla base di una gestione efficace della data quality.
Anche servizi di data matching devono essere previsti, quali controlli con liste negative (Robinson List), nonché la verifica di dati bancari e relativi alle carte di credito.
Di utilità sono poi le funzionalità di arricchimento dei dati, come ad esempio dati di georeferenziazione e numeri telefonici.
Queste informazioni accrescono il valore del database e l’efficacia nella ricerca di clienti con specifiche caratteristiche.
Anche la capacità di integrazione con altre applicazioni è un elemento che merita attenzione, dato che è importante poter, ad esempio, integrare la soluzione cloud con l’abituale applicazione operativa: affinché si possa monitorare ed ottimizzare la qualità dei dati già durante il data entry.
Soluzione ibrida
Una soluzione di tipo ibrido, ovvero una combinazione tra software installato e data quality on demand può essere interessante, in quanto operazioni che interessano grandi volumi di dati possono essere eseguite col software installato e task speciali o non ricorrenti possono essere invece eseguiti “in the cloud”.
L’interfaccia della soluzione dovrà comunque essere strutturata in modo chiaro e di facile apprendimento: tutte le funzionalità chiavi dovranno essere disponibili alla pagina iniziale dopo il Login mentre le altre quali la gestione dell’utente l’help avanzato dovranno essere accessibili dalla homepage con un singolo click.
Una notazione finale riguarda la sicurezza: i dati dovranno essere trasferibili solo in forma criptata, e il provider del servizio cloud dovrà ospitare i dati stessi in un centro di elaborazione dati “in-house” oppure in un centro accreditato di un provider conosciuto e serio.
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