Google ha presentato Aloud, un nuovo prodotto di Area 120, l’incubatore interno per progetti sperimentali della società di Mountain View.
Utilizzando Aloud, i creatori di contenuti possono doppiare i loro video in più lingue in modo rapido e facile, rendendo in tal modo la conoscenza accessibile per un’audience molto più ampia.
Al momento – ha sottolineato il team di sviluppo – il doppiaggio è supportato in spagnolo e portoghese, con Hindi, Bahasa-Indonesia e altre lingue in arrivo.
È possibile richiedere l’accesso anticipato a questa tecnologia dell’Area 120 di Google.
Una volta il doppiaggio – ha messo in evidenza Google – richiedeva settimane di lavoro e un budget significativo. Ma, con Aloud, sono necessari solo pochi minuti.
Il team di sviluppo ha utilizzato i progressi nella separazione dell’audio, nella traduzione automatica e nella sintesi vocale per ridurre i passaggi che richiedono tempo e costi come la traduzione, il montaggio video e la produzione audio.
Gli utenti non hanno nemmeno bisogno di conoscere altre lingue oltre a quelle che già parlano, e tutto questo è disponibile senza alcun costo per il creator.
Per doppiare con Aloud, tutto quello che bisogna fare è fornire il video e i sottotitoli in lingua originale.
Se i sottotitoli non sono disponibili, l’utente può anche revisionare in modo rapido la trascrizione del testo generata da Google. Con questi input, Aloud può produrre doppiaggi informativi.
Con il doppiaggio, è possibile raggiungere porzioni di popolazione mondiale precedentemente irraggiungibili. Nei test fatti da Google, l’azienda ha visto una crescita a due cifre nelle visualizzazioni solo doppiando in una lingua aggiuntiva.
Il creator ha il controllo di questa funzionalità: può decidere quali video doppiare, come pubblicarli, quanto impegno metterci e coinvolgere esperti di lingua, se lo desidera.
Aloud non crea nuovi contenuti: usa solo il parlato originale e lo traduce in una lingua diversa scelta dal creator.
Il team di Aloud sta anche lavorando con quello di YouTube per permettere ai creatori di contenuti di aggiungere tracce audio multiple ai loro video, una nuova funzione di cui sono iniziati i test con un piccolo gruppo di utenti alla fine dello scorso anno.
Google vuole anche essere sicura che i contenuti doppiati sinteticamente non vengano mai confusi con l’originale, o con contenuti doppiati da doppiatori.
Quindi, per garantire la trasparenza, l’azienda richiede ai creatori di contenuti che tutti i doppiaggi prodotti da Aloud dichiarino chiaramente – nella descrizione del video, come commento appuntato o nella schermata dei titoli di coda – che si tratta di doppiaggi sintetici con un riferimento all’originale.
Il processo di distribuzione – ha poi sottolineato Google – sta iniziando con un focus sui contenuti informativi, che l’azienda pensa possano essere utili per la maggior parte delle persone.
Man mano che la tecnologia viene rifinita e migliorata, Google ha poi intenzione di espanderla anche ad altri tipi di contenuti.