Ibm Food Trust è una rete cloud basata su blockchain che collega i diversi punti della supply chain alimentare attraverso una registrazione autorizzata, permanente e condivisa dei dati.
Dan McQuade di Raw Seafoods, società americana a conduzione familiare specializzata nella pesca di capesante, ha raccontato, sul sito della propria azienda nonché sul blog di Ibm dedicato alle iniziative e alle soluzioni collegate alla blockchain, come questa tecnologia possa essere utile anche nel mercato ittico.
McQuade ha spiegato che negli anni ’90 nel New England, dopo decenni di abbondanza, la pesca delle capesante si era quasi esaurita, a causa delle vecchie tecniche utilizzate per dragare i frutti di mare.
Successivamente, l’industria del settore ha fatto fronte comune e, grazie a una serie di riforme e all’implementazione di nuove tecnologie, si è ripresa fino al punto che il pescato nel 2018 è stato il quinto più grande mai registrato.
Questa storia, sottolinea McQuade, insegna che la collaborazione può produrre risultati laddove la concorrenza fallisce e che l’investimento iniziale richiesto per l’innovazione può spesso rivelarsi una questione di sopravvivenza. Ed è questo il motivo per cui i pescatori di capesante del New England ora registrano le informazioni riguardanti il pescato per Raw Seafoods con Ibm Food Trust.
Queste informazioni vengono poi automaticamente condivise con gli altri attori della catena di approvvigionamento di capesante, dai trasformatori e distributori ai supermercati e persino ai ristoranti. In tal modo la piattaforma basata su blockchain serve dunque a promuovere la tracciabilità, la sicurezza e la sostenibilità degli alimenti.
La digitalizzazione della catena di approvvigionamento alimentare e la creazione di un record immutabile di ogni pesca, sostiene Dan McQuade, può risolvere i tre problemi più urgenti del settore ittico.
Il primo è la frode sui frutti di mare: McQuade cita una ricerca secondo cui negli Stati Uniti ben uno su cinque dei campioni di pesce testati erano etichettati in modo sbagliato. Ibm Food Trust aiuta invece anche i consumatori a sapere cosa c’è veramente nel piatto.
In secondo luogo, la blockchain può portare ordine e trasparenza in quella che McQuade definisce una delle supply chain più complesse al mondo, in cui è estremamente difficile determinare con esattezza da dove provenga una particolare spedizione di pesce. Infine, tutti questi fattori contribuiscono a quella che gli operatori del settore chiamiamo la “paura del pesce”. In parte perché preoccupati per la sicurezza e la provenienza degli alimenti, i consumatori (almeno negli Stati Uniti, dove queste analisi hanno luogo) acquistano i frutti di mare meno spesso.
Il contributo delle ultime tecnologie a questo settore è dunque nel fatto che, dalla provenienza alla sostenibilità, la blockchain può aiutare i trasformatori di pesce, i fornitori, i rivenditori e persino gli chef, ad alzare il livello qualitativo e informativo nei confronti dei loro clienti. Inoltre, collegare le persone che acquistano gli alimenti con le persone che li forniscono rende possibili forme di collaborazione completamente nuove.