Vincenzo Barone, Head of Competence Center di Abstract, spiega come le imprese devono valutare i nuovi business integrator per i servizi di consulenza strategica.
Quali sono le priorità delle imprese che si rivolgono ai nuovi business integrator per i servizi di consulenza strategica?
Ci sono alcune aree aziendali che non possono essere ignorate, perché non stare al passo con i tempi significa perdere un vantaggio competitivo, soprattutto in un contesto mutevole come quello attuale.
Il digital rappresenta un’area strategica di sviluppo del business per ogni organizzazione e, come tale, necessita di aggiornamento costante, per poter garantire una continua evoluzione del know-how e delle capacità produttive dell’azienda.
Oggi la domanda di servizi è tale da portare il mercato ad avere un trend di crescita destinato a superare i 91 miliardi di euro nel 2025.
Come fa oggi un fornitore di servizi a distinguersi sul mercato?
Le tecnologie sono alla base della gestione aziendale, ma oggi non rappresentano più il fattore decisivo per assicurarsi un vantaggio competitivo di lungo termine. A fare la differenza è piuttosto la capacità di utilizzare le stesse tecnologie in modi innovativi e diversi da quelli dei concorrenti: è questo diverso utilizzo che fa di ogni soluzione ICT una leva strategica per l’azienda.
Le moderne tecnologie digitali hanno cambiato radicalmente il significato di prodotti e servizi. Nel nuovo mercato digitale, contenuti e servizi diventano indipendenti dalla tecnologia e dalle modalità di accesso.
Il ruolo dei fornitori di ICT è cruciale per lo sviluppo dei mercati digitali proprio per la loro capacità di trasferire tecnologia, di intercettare le esigenze degli utenti e di tradurre le tecnologie digitali in soluzioni.
Quali sono i settori verticali più reattivi ai vantaggi offerti dalla digital transformation?
Come sempre è il mercato che decide quali siano i settori a maggior impatto. Da una nostra analisi degli investimenti effettuati dalle aziende per progetti di digitalizzazione emerge che il settore con il maggiore incremento di budget nel 2021 è stato il Fashion & Luxury.
La notevole crescita del settore è una vera testimonianza del valore della digitalizzazione per lo sviluppo e per la ripresa economica. Al secondo posto c’è il settore dei trasporti, con un tasso di crescita del 546% rispetto al 2020, mentre l’industria farmaceutica si prende la medaglia di bronzo.
Se l’analisi viene effettuata per le tecnologie più impattanti, sui primi tre settori in termini di crescita degli investimenti, la domanda si concentra sulle customer data platform per la moda e i beni di lusso, mentre i progetti di strategia e piattaforma dati sono fondamentali per i prodotti farmaceutici e i trasporti.
I risultati non sono sorprendenti: si tratta di soluzioni sofisticate che rispondono alle esigenze reali dei settori appena menzionati, considerato che moda e lusso cercano di adottare piattaforme di dati dei clienti per fornire un’esperienza più strategica e differenziata.
Se, invece, andiamo a guardare le soluzioni più richieste nel complesso in tutto il 2021, le prime tre posizioni del podio sono occupate da progetti inerenti alla Big Data Analytics, con integrazione di una Data Platform, seguiti da Data Strategy e Data Governance (12%).
Qual è il principale interlocutore nell’azienda cliente sui servizi di consulenza?
Sicuramente figure più tradizionali quali i Responsabili IT e i Business Manager restano i punti di riferimento nel dialogo con i clienti, ma stiamo notando come progressivamente stia emergendo e si stia imponendo pian piano un nuovo referente: il Digital Innovation Manager. È la figura che ha lo scopo di guidare la transizione digitale in azienda.
Specializzato nel settore digitale, è in grado di realizzare progetti di accelerazione tecnologica e di mettere in atto processi di digitalizzazione e di sviluppare la consapevolezza delle problematiche legate al cambiamento e alla rivoluzione digitale.
Oggi il board è più o meno sensibile ai temi di sostenibilità e transizione digitale?
Il board è oggi il principale sponsor dei processi di transizione digitale, dal momento che include sempre più spesso persone con competenze complementari e lontane dal core business dell’azienda.
Tutti gli amministratori sottolineano la necessità di aumentare la formazione sui temi dell’innovazione tecnologica, del digitale e della sostenibilità.
Negli ultimi anni, molte società hanno istituito ulteriori aree con funzioni consultive, come i comitati dedicati alla corporate governance e/o alle questioni legate alla transizione digitale, a testimonianza dell’importanza che questo processo ricopre nell’equilibrio aziendale.