L’app Microsoft Copilot, disponibile sia per iOS che per Android, è un assistente personale gratuito potenziato dall’intelligenza artificiale, che possiamo portare sempre con noi sul nostro smartphone.
Il chatbot di Microsoft Copilot si basa sugli ultimi, potenti modelli di intelligenza artificiale generativa di OpenAI: GPT-4 e DALL·E 3.
È possibile accedere alla chat di Microsoft Copilot (ex Bing AI) anche sul desktop, tramite l’interfaccia web, ma ci sono alcune funzioni che sono molto più pratiche – quando non accessibili solo – sul telefono.
Ad esempio, le funzioni che sfruttano la fotocamera integrata del dispositivo – o in generale quelle fotografiche –, che ci consentono di chattare con l’AI su un’immagine, grazie al riconoscimento automatico degli oggetti. Vediamo come funziona.
All’apertura di una nuova chat nell’app Microsoft Copilot (nel nostro caso la versione per iOS, su un iPhone), la schermata presenta il controllo per usare il modello GPT-4 e i consueti spunti proposti dal chatbot AI.
In basso, c’è il tasto per creare una nuova chat e la familiare casella per il prompt testuale, al cui interno sono presenti due icone: una fotocamera e un microfono. Nel contesto di questo articolo, come è facile intuire, è la prima a interessarci: la fotocamera.
Con un tocco su di essa, possiamo accedere alla schermata di scatto dell’app Microsoft Copilot.
In alto a destra possiamo vedere le icone per attivare e disattivare i flash e per commutare la fotocamera tra frontale e posteriore. Al centro c’è l’area dell’inquadratura e, subito sotto, il familiare tasto otturatore, in questo caso con l’icona della chat.
Nella barra inferiore, possiamo notare anche l’icona della Libreria foto: possiamo infatti selezionare anche un’immagine già presente nella libreria del dispositivo; oppure, acquisire l’immagine dell’oggetto inquadrato, facendo tap sul pulsante di scatto.
Prima di proseguire, due considerazioni. È probabilmente superfluo sottolinearlo, ma è meglio tenere sempre ben presente di fare attenzione ai dati che condividiamo con l’AI, siano essi testuali o visuali, affinché non contengano informazioni personali e che necessitano di riservatezza.
Inoltre, l’elaborazione dell’immagine può richiedere del tempo, anche qualche decina di secondi, e nelle nostre prove a volte è stato necessario riavviare l’app per delle pause davvero eccessive.
Dunque, dopo aver scattato o selezionato la foto, Microsoft Copilot elabora l’immagine e la inserisce nella chat, invitandoci a chiedere qualsiasi cosa.
Prendiamo in parola il chatbot AI, partendo dalla domanda più banale, ma che può rivelarsi molto utile in tante circostanze: cos’è l’oggetto fotografato.
Come sempre accade con l’AI generativa, i risultati variano a seconda del prompt e del contesto.
Possiamo chiedere, come nell’esempio precedente, un’informazione specifica sull’oggetto ritratto in foto: che tipo di cavo o connettore sia, e cose di questo tipo.
Oppure, possiamo semplicemente chiedere all’AI di descrivere i contenuti della foto.
Oltre alla descrizione dell’oggetto, Microsoft Copilot potrebbe darci anche qualche informazione aggiuntiva, ad esempio a cosa serve, come funziona e così via. Oppure, se è una scena, l’AI la descriverà con un linguaggio naturale fornendo numerosi dettagli (ciò apre interessanti possibilità ad esempio nella creazione di didascalie o nello sviluppo di soluzioni e funzioni di accessibilità, e altro ancora).
Se l’oggetto è stato riconosciuto correttamente, può diventare il soggetto della chat: possiamo chiedere noi stessi all’AI, ad esempio, di approfondire un determinato aspetto o una sua caratteristica. Il chatbot AI fornisce anche i riferimenti e i rispettivi link, se desideriamo fare ulteriori verifiche e approfondimenti.
Non solo: l’app Microsoft Copilot potrebbe anche fornirci suggerimenti su dove comprare l’oggetto di cui stiamo chattando. Oppure, possiamo chiederlo noi, in modo specifico.
In determinati casi, come ad esempio di opere d’arte molto conosciute, l’app Microsoft Copilot potrebbe essere in grado di riconoscere l’oggetto specifico, ad esempio il titolo e l‘autore di un celebre dipinto, il nome e la posizione di un monumento famoso e così via. Ma, come può sempre accadere per le risposte dell’AI generativa, non sempre i risultati sono corretti o precisi.
Ricordiamoci sempre, infatti, che l’AI è tutt’altro che infallibile, nelle sue risposte.
Ne volete una prova? Ecco uno scambio che abbiamo avuto con Microsoft Copilot durante le prove per la stesura di questo articolo.
Nemmeno dopo aver ricevuto un suggerimento sul vero autore, il cocciuto chatbot AI ha riconosciuto l’errore, o perlomeno la possibilità di aver commesso un errore.