Come ridurre i costi e investire nell’Ict

È questo il primo dilemma dei vostri clienti. Lo rileva NetConsulting in una ricerca condotta presso i responsabili dei Si di grandi aziende Ne emergono dati incoraggianti

Maggio 2005, Il 52% della spesa totale dell’It in Italia è
concentrata sulla fascia alta del mercato, presso le grandi aziende, per cui
non stupisce che i vendor, attraverso periodiche survey, vogliano conoscere
qual è il loro atteggiamento, in particolare dei Cio, verso gli investimenti
in tecnologie.
In quest’ottica è stata realizzata la "Cio survey", giunta
alla seconda edizione, condotta da NetConsulting (per conto di Hp e Microsoft),
che ha intervistato 80 responsabili dei sistemi informativi, appartenenti a
grandi realtà dell’Industria/Retail, Servizi, Finanza e Pubblica amministrazione.
Obiettivo dell’indagine, come ha sottolineato Giancarlo Capitani,
amministratore delegato di NetConsulting, è stato quello di monitorare
i sentiment, le vision e gli orientamenti di spesa dei Cio, rafforzare la percezione
del valore strategico dell’It e creare momenti pubblici di aggregazione e di
discussione. L’osservatorio ha anche un’ambizione di prospettiva e di previsioni
sulla spesa. Ne emerge un quadro più ottimistico del passato: in genere
c’è una propensione ad aumentare gli investimenti, ma anche una cautela
sulle mosse da fare. Sulla scia di analoghe indagini condotte da Morgan
Stanley
, Goldman Sachs e Merrill Lynch
nel Nord America, la survey è stata articolata su alcune tematiche specifiche:
percezione sull’andamento e prospettive dell’economia; priorità di business;
contributo dell’It al raggiungimento degli obiettivi di business; aree di investimento
It; progetti tecnologici e applicativi in corso e previsti; processo decisionale
in area It; percezione delle tecnologie e dei fornitori; insourcing versus outsourcing
e, infine, spesa, investimenti e budget informatici.

Sul fronte andamento economico del settore It e dell’azienda, i Cio più
pessimisti e preoccupati sono risultati quelli della Pa (il 67% prevede un lieve
peggioramento economico dell’azienda), mentre la maggioranza si esprime in favore
di un lieve miglioramento o al massimo di una stabilità. Oggi i Cio sono
particolarmente pressati da parte del top management, che richiede efficienza
e contenimento dei costi, ritorni e benefici immediati dimostrabili, nonché
supporto al business per migliorare l’efficienza aziendale. In un contesto di
economia nazionale ancora in fase di stallo e di competizione internazionale
sempre più accesa, che accentua la pressione sui prezzi, le aziende sono
più propense a focalizzarsi su obiettivi a breve termine. Per cui tendono
a ottimizzare l’esistente e a lavorare maggiormente sull’infrastruttura per
razionalizzare. Però, questo significa anche che non attivano progetti
più ampi a lungo termine (come change management, revisione dei processi,
extended enterprise). A fronte degli specifici obiettivi di business, le priorità
della struttura It, delineate dal campione, in parte si differenziano da settore
a settore. Per esempio, nella Finanza la precedenza (100%) è data ai
progetti infrastrutturali, seguiti da quelli applicativi (88%). Minor importanza
rivestono il knowledge management (50%) e le strategie di sourcing (19%). Per
l’Industria/Retail, al primo posto troviamo i progetti applicativi (97%) e,
in misura minore, quelli infrastrutturali (71%), seguiti da knowledge management
(35%) e da strategie di sourcing (26%). La Pa, invece, attribuisce a quest’ultima
voce la priorità (83%) assieme ai progetti infrastrutturali, e un valore
molto più basso a quelli applicativi (42%). I Servizi danno precedenza
assoluta ai progetti applicativi (100%) e a quelli infrastrutturali (94%), bassa
priorità alle strategie di sourcing (28%) e pochissima al Km (11%). La
server consolidation spicca tra i progetti infrastrutturali, mentre tra quelli
applicativi troviamo le soluzioni verticali e l’introduzione di Erp o upgrade
di soluzioni già presenti. Per il campione è risultato meno rilevante
l’interesse per strumenti di Bi, mentre sul fronte sourcing attrae il facility
management.

La dinamica della spesa
Dai dati rilevati su quale sarà la dinamica della spesa di Information
technology nel 2005, è emerso che proprio i Cio della Pubblica amministrazione
sono quelli che, più numerosi (50%), prevedono un incremento della spesa,
mentre la maggior parte degli altri settori si è espressa per una stabilizzazione
della spesa rispetto all’anno precedente. Le aree d’investimento, quindi, in
parte ricalcano quanto detto sulle priorità: ai primi posti troviamo
la server consolidation, i progetti applicativi verticali e gli Erp o loro upgrade,
che però hanno pesi diversi a seconda dell’attività dei vari settori.
La maggioranza delle aziende intervistate (60%) utilizza indicatori per misurare
il ritorno degli investimenti.
Le più convinte sono le società di servizi (67%) e l’Industria/Retail
(65%), mentre curiosamente la Finanza ne fa meno ricorso (44%). Gli indicatori
più diffusi sono quelli qualitativi/finanziari (67%). Sull’utilizzo dell’outsourcing
negli ultimi due anni, il 58% del campione si è espresso per una stabilità
della domanda, mentre un 23% ha dichiarato che è aumentata. C’è
un crescente interesse verso il Bpo (Business process outsourcing), ma un generale
disinteresse nei riguardi dell’offshoring. Dalla survey è anche emerso
che le società tendono a razionalizzare l’uso dei fornitori: il 27% dei
Cio afferma di aver diminuito il numero, mentre il 65% l’ha mantenuto stabile.
In particolare, la Finanza e i Servizi si sono distinti per essere stati i settori
che hanno maggiormente diminuito il numero dei fornitori (44% e 39% rispettivamente),
al contrario della Pa che ha avuto un approccio più stabile (84%), un
8% si è espresso per la riduzione e una quota uguale per la crescita.

Infine, alla richiesta di quale sarà l’atteggiamento dell’azienda verso
gli investimenti in It nei prossimi 3 anni, quasi tutti i settori di mercato
si sono espressi in favore di un aumento degli investimenti, previa, però,
attenta valutazione di ogni iniziativa. Ma non tutti i Cio sono convinti che
l’It permetterà di diminuire i costi aziendali: i più positivi
in questo senso sono quelli di Industria e Finanza. Alla domanda se ritengono
di aver raggiunto un livello di informatizzazione elevato e, quindi, possono
mantenere costanti o diminuire gli investimenti, a sorpresa è proprio
emersa la Pa tra i settori più convinti del buon livello raggiunto, (che
in una precedente risposta era risultata quella più assertiva sull’aumento
della spesa).
Questa, che in parte è una contraddizione, può anche essere vista
come un atteggiamento di presunzione e di scarsa conoscenza della situazione
da parte dei Cio della Pa, che peraltro è risultato il settore più
arretrato. E a questo punto Capitani solleva il problema della qualità
dei Cio nella Pa, che in molti casi non sanno portare reali vantaggi all’azienda
in cui lavorano. Nell’osservare che la percezione dell’uso dell’It va sempre
più vista in un’ottica di efficacia ed efficienza, secondo Capitani in
Italia siamo in una fase di passaggio, nella quale da una visione di razionalizzazione
si va verso un uso dell’It teso a supportare l’intero business aziendale (enabler
business). In definitiva, un utilizzo più strategico di quanto fatto
fino a ora, più in linea con quanto già da tempo stanno facendo
i paesi più evoluti.

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