Dopo l’incendio, via le pile dalla struttura principale.
Interessante capire cos’è accaduto al datacenter di Aruba, che lo scorso fine settimana è stato vittima di un incidente di cui molti sono a conoscenza, o per aver patito un disservizio o per via indiretta, avendo letto la notizia.
Ancora più interessante è conoscere le contromisure che ha deciso di adottare la società fornitrice di connettività “popolare” ad aziende e privati italiani.
Apprendiamo il tutto da una nota della società aretina che riassume l’accaduto nella server farm.
La mattina del 29 aprile, alle 04:30 un corto circuito negli armadi batterie degli Ups ha causato un principio di incendio, rilevato dal sistema di protezione che ha attivato quello di estinzione.
La combustione della plastica delle batterie ha generato fumo che ha saturato i locali.
Il sistema ha interpretato il fumo come una prosecuzione dell’incendio, interrompendo la fornitura di energia elettrica.
Aruba dichiara che server e storage dei dati dei clienti non sono stati danneggiati e che nemmeno le persone presenti in azienda sono state toccate dall’incendio.
Sono poi giunti i vigili del fuoco a cui è stato possibile accedere ai locali solo dopo due ore dall’estinzione dell’incendio, proprio a causa del fumo persistente.
In seguito il personale tecnico di Aruba ha potuto attivare la procedura di emergenza: il ripristino dell’alimentazione di due delle tre sale server del data center.
Alle 10:30 è stata riattivata la prima sala server, alle 12 la seconda. Alle 15:30 è stata ripristinata l’alimentazione completa dell’intera server farm.
I lavori di sostituzione di 1.200 batterie e di tutti gli Ups, con, riporta la nota, “sistemi di altra marca”, sono proseguiti per tutto il fine settimana.
I tecnici della società Eaton, fornitrice dei gruppi Ups, delle relative batterie e del servizio di manutenzione, hanno svolto indagini per individuare l’esatta causa del guasto.
Interessante, allora, è sapere che a fronte dell’accaduto e per impedirne un ripetersi in futuro, Aruba ha deciso di installare tutte le batterie del datacenter di Arezzo e degli altri del gruppo al di fuori delle strutture, ossia in locali separati dal datacenter principale.
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