Il 2019 è stato un anno eccezionale per il cloud computing, sottolinea Ibm sul proprio blog dedicato al settore, e l’area che ha guadagnato più terreno è stata quella del multicloud ibrido.
Tale slancio, ne è sicura Ibm, accelererà ulteriormente nel 2020, poiché le imprese di tutti i settori stanno implementando strategie di multicloud ibrido per accelerare la trasformazione digitale. Al contempo, le aziende si rivolgeranno sempre più a soluzioni avanzate di crittografia e protezione per garantire che i loro cloud rimangano sicuri, nell’attuale ambiente ricco di minacce. Inoltre, sempre secondo Ibm, abbracceranno tecnologie emergenti come l’edge e cominceranno anche a adottare strumenti di automazione per semplificare la gestione di ecosistemi cloud sempre più complessi.
Ecco quindi quali sono le cinque tendenze che Ibm prevede emergeranno nel corso del 2020, mentre il cloud journey delle aziende procede.
1. Il 5G abiliterà l’edge nelle strategie di cloud ibrido
L’edge computing prevede che l’elaborazione venga eseguita il più vicino possibile a dove i dati sono generati. Per Ibm, l’edge è per molti versi il prossimo capitolo nel cloud. Il retail trarrà vantaggio da aggiornamenti più rapidi sulle tendenze di acquisto dei consumatori, le fabbriche saranno in grado di eseguire manutenzione predittiva su apparecchiature che stanno per guastarsi e così via per altri settori.
Il 5G è un elemento critico in questa evoluzione, dal momento che un numero sempre maggiore di aziende cercherà di integrare l’edge nelle proprie strategie di cloud ibrido. Il cloud ibrido continuerà a fungere da punto di aggregazione per le funzioni di back-end e i dati più rilevanti, mentre l’edge supporterà gli analytics e altre funzionalità in tempo reale, lì dove i dati vengono creati e le azioni intraprese.
Il 5G è la tecnologia abilitante chiave dell’edge perché offre le velocità più elevate e le larghezze di banda più ampie necessarie per ridurre quanto più possibile la latenza dei dati. Man mano che il deployment del 5G proseguirà, gli ecosistemi di cloud ibrido trarranno sempre più vantaggio dalle opportunità dell’edge computing.
2. L’automazione per la prossima fase del multicloud ibrido
Le aziende, sostiene Ibm, stanno adottando rapidamente strategie di multicloud ibrido, sfruttando la flessibilità nello spostare le applicazioni business mission-critical nell’ambiente di loro scelta: cloud pubblico, on-premise o cloud privato. Secondo Ibm, il cloud ibrido rappresenta un’opportunità di mercato di 1.200 miliardi di dollari e quasi l’80% dei decisori It lo vede nel proprio futuro. Tuttavia, i vantaggi degli ambienti ibridi, tra cui resilienza, scalabilità e supporto per un’ampia varietà di applicazioni, API e tipi di dati, sono per loro natura complicati.
Pertanto, secondo Ibm, nel 2020 emergeranno strumenti automatici, tra cui le prime soluzioni che incorporano l’intelligenza artificiale, per aiutare a gestire questa complessità. Insieme a strumenti sempre più automatizzati, le dashboard che offrono una panoramica generale delle operazioni cloud diventeranno un tool importante per gli amministratori. Ciò consentirà alle aziende di ottimizzare i propri ambienti, collocando i carichi di lavoro giusti nel posto giusto, tenendo sotto controllo i costi e gestendo le chiavi di sicurezza e la crittografia in modo efficace.
3. I “centri di comando” per la sicurezza
Circa il 60% dei decisori It, evidenzia Ibm, valuta la sicurezza come l’attributo più importante nella scelta di un provider cloud. Nel 2020 emergeranno strumenti che possono scoprire insight sulla sicurezza e rispondere più rapidamente agli incidenti, attraverso dashboard che aiutano a centralizzare le operazioni.
Nel mondo del multicloud ibrido, c’è bisogno di un “centro di comando”: sta sempre più prendendo piede l’idea che una singola dashboard nel multicloud ibrido sarà sempre più importante. L’emergere di DevSecOps, in cui la sicurezza è integrata nel processo di sviluppo stesso, è un’altra indicazione che un ecosistema di sicurezza più connesso è nell’aria per il 2020.
4. Cloud ottimizzati per specifici settori
Nel momento in cui le organizzazioni si rivolgono al cloud, sono alla ricerca di soluzioni che soddisfino le esigenze del loro settore specifico. In particolare per le industrie altamente regolamentate, ciò significa funzionalità che gestiscano gli aspetti relativi alla conformità. Ibm cita un recente studio di Thomson Reuters, secondo cui le organizzazioni di servizi finanziari, ad esempio, gestiscono una media di 220 aggiornamenti normativi al giorno e il 71% delle aziende prevede che tale numero aumenterà.
Ibm ha lanciato a novembre del 2019 il suo cloud pubblico pronto per i servizi finanziari, che sarà utilizzato da Bank of America per ospitare applicazioni e carichi di lavoro chiave. Secondo Ibm, vedremo sempre più funzionalità industry-specific e gli ecosistemi dovranno avere come target mercati particolari, perché è molto difficile rimanere generici. Pertanto, ci si concentrerà maggiormente sul fornire valore specifico e sull’affrontare i requisiti specifici del settore.
5. Proliferazione degli strumenti open source
La tecnologia open source, sottolinea ancora Ibm, sta avendo un profondo impatto sul cloud. Nel 2019, le aziende si sono rivolte al software open source per modernizzare la propria infrastruttura e accelerare l’adozione del multicloud ibrido. Nel 2020, secondo Ibm gli sviluppatori si concentreranno su strumenti in grado di supportare l’implementazione rapida delle applicazioni di cui le loro aziende hanno bisogno per rimanere al passo con la trasformazione digitale.
Ciò significa, spiega Ibm, un’ampia diffusione del paradigma continuous delivery, in cui le organizzazioni abbracciano la filosofia DevOps di build, test e deployment rapidi. Il modello di continuous delivery sta crescendo di pari passo con il crescente sviluppo delle applicazioni native del cloud, create fin dall’inizio per essere distribuite attraverso container e Kubernetes.
La sintesi finale di Ibm, guardando al futuro, è che le aziende avranno a disposizione una gamma crescente di opzioni per facilitare il workload management, accelerare le implementazioni di applicazioni, garantire la massima sicurezza, sfruttare tecnologie aggiuntive quali l’edge e altro ancora.