Una nuova divisione dedicata al business development e i servizi in the cloud Alvea sono le novità che definiscono la roadmap di Computerlinks per il 2011.
Chiude un 2010 congiunturalmente non semplice, Computerlinks. Ma lo chiude in crescita, con un fatturato che passa da 37,5 a 41 milioni di euro, utili in linea con il precedente esercizio e un organico che si rafforza fino a raggiungere le 43 unità.
A livello di gruppo, invece, la società supera la soglia simbolica e inizia il suo 2011 nelle vesti di million dollari company che ne fanno uno dei player di riferimento nel mondo della distribuzione a valore.
Ed è proprio su questa idea di valore che vanno a inserirsi le nuove iniziative che anche in Italia definiscono la roadmap della società per il nuovo anno fiscale.
Dopo la costituzione, alla fine dello scorso anno, di una divisione dedicata al mondo del networking, che insieme allo storage rappresenta l’area di espansione dell’attività per mercati adiacenti rispetto alla tradizionale presenza nel mondo della security, oggi Computerlinks vira in modo più deciso verso il mondo dei servizi a valore e in particolare dei servizi in the cloud.
Spiega Federico Marini, amministratore delegato della società per l’Italia e per l’Austria: ”Come distributori a valore aggiunto eravamo partiti con i classici servizi di formazione e supporto, ai quali, lo scorso anno, abbiamo aggiunto anche il fronte dei Professional Services. Quest’anno, però, è arrivato il momento di fare qualcosa in più, mutuando esperienze già attivate in Uk e Germania”.
Il qualcosa in più guarda, come anticipato, al cloud e si chiama Alvea.
”Il venticinquesimo brand a nostro listino”, scherza un po’ Marini, che lascia a Michele Puccio, al quale è affidato lo sviluppo di Alvea, il compito di spiegarne strutture e obliettivi.
Alvea, in concreto, segna l’ingresso di Computerlinks nell’ambito dei servizi gestiti in the cloud in un’ottica pay as you use.
”Al nome Alvea spiega Puccio – si accompagna la dicitura Channelled Services a indicare il nostro impegno preciso. Sono servizi cloud sviluppati partendo dall’offerta dei fornitori che appartengono al nostro portafoglio e offerti ai nostri rivenditori, i quali possono a loro volta proporli ai loro clienti, oppure inserirli nell’ambito di un’offerta di prodotto-servizio più complessa”.
In questo momento, il bouquet dell’offerta di servizi cloud di Computerlinks include Cloud Infrastructure, Managed Firewall, Managed Secure Backup, Managed Content & Application Delivery, Business Internet Continuity, Cloud Attached Storage, mentre è previsto a breve un ulteriore ampliamento sul fronte Antivirus in the Cloud, Dns e Strong Authentication.
”Per i vendor, Alvea rappresenta un’opportunità in più per indirizzare nuovi clienti. Er i rivenditori è invece un’occasione per poter offrire servizi a valore in ottica cloud, senza doversi strutturare con una infrastruttura dedicata”.
In effetti i servizi Alvea vengono erogati dal data center di Computerlinks, sito nel Regno Unito, anche se la società già prevede prossime espansioni con l’apertura di data center locali, necessari soprattutto laddove dovesse rendersi necessario rispondere in modo adeguato ad eventuali richieste dei normatori in materia di privacy o di sicurezza dei dati.
Se Alvea rappresenta l’implementazione locale di una esperienza già avviata in Uk, tutta italiana è invece l’iniziativa che Computerlinks ha deciso di affidare a Filippo Latona, arrivato in azienda a inizio anno, dopo una importante esperienza in Citrix.
A Latona, al quale Marini riconosce la capacitò di portare anche il punto di vista dei vendor nell’esperienza di un distributore, è stata affidata la nuova divisione Bdm, Business Development Management.
Compito di questa divisione, alla quale sono state allocate otto risorse uomo, è da un lato promuovere la crescita dei nuovi brand che Computerlinks porta nel proprio portafoglio.
”Più che uno scouting, al quale ci dedichiamo quando cerchiamo sul mercato nuove tecnologie o nuovi brand da portare sul mercato italiano, la divisione Bdm si occupa di seguire in un’ottica di vivaio i brand appena acquisiti, aiutandoli a crescere attraverso attività di promozione specifiche presso la rete dei partner”.
Un seocnod ambito di intervento, invece, coinvolge i brand già affermati.
”In questo caso prosegue Latona – parliamo di sviluppo di business e di progetti, secondo una mdolaità che vede coinvolti i vendor, noi, i rivenditori, fino ad arrivare al cliente finale. Si tratta di un supporto progettuale, nel quale intendiamo coinvolgere sia i vendor sia i rivenditori interessati a espandere le loro attività oltre i loro ambiti tradizionali di intervento, magari verso mercati adiacenti”.