Ha un qualcosa di ironico il fatto che la nuova era – letteralmente – della società high tech che ha sempre fatto del design uno dei suoi maggiori punti di forza (o almeno è stata sempre considerata tale) si apra con una enorme novità che riguardi esclusivamente l’architettura tecnologica, del tutto celata allo sguardo degli utenti se non per le meraviglie software che abilita: con il chip M1 la piattaforma Apple Silicon, il processore basato su architettura ARM interamente progettato da Apple, arriva ufficialmente a potenziare il Mac e lo fa con i nuovi MacBook Pro 13”, MacBook Air e Mac mini.
Non è un caso, né una sorpresa, che Apple abbia scelto questi modelli per il debutto di Apple Silicon sul Mac: si tratta di due portatili compatti e di un computer fisso anch’esso dal form factor ridotto all’essenziale, in cui si potrà apprezzare al meglio quella che Tim Cook ha preannunciato essere il principale punto di forza del chip M1 rispetto ai processori usati in precedenza (il Ceo di Apple durante il keynote non le nomina esplicitamente ma non manca di proporre dei confronti poco lusinghieri per le CPU Intel): il valore di performance per watt.
Apple Silicon M1, potenza ed efficienza
Apple M1 è dunque il primo chip progettato dalla società di Cupertino in modo specifico per il Mac. E, in particolare, Apple sottolinea come M1 sia ottimizzato proprio per i Mac in cui le dimensioni ridotte e l’efficienza energetica sono di importanza essenziale.
Non si tratta di una CPU bensì di una piattaforma di computing, di un system on a chip (SoC) che combina CPU, GPU e diverse altre tecnologie Apple in un unico package. Apple mette in evidenza innanzitutto come M1 sia il primo chip per personal computer costruito con processo a 5 nanometri e come sia caratterizzato da una densità elettronica di rilievo: è dotato di 16 miliardi di transistor, il numero più alto che Apple abbia mai messo in un singolo chip.
Per quanto riguarda il core della CPU, Apple lo presenta come il più veloce al mondo della categoria low-power e in grado di garantire le migliori prestazioni al mondo in termini di performance per watt. Naturalmente si tratta di annunci che andranno verificati con i test delle nuove macchine, ma il focus sull’efficienza energetica e sulle prestazioni per watt è senza dubbio uno dei fattori chiave del lavoro di progettazione svolto da Cupertino sull’hardware Apple Silicon.
Nello specifico, il chip M1 è dotato di una CPU a 8 core composta da quattro core high performance, per i carichi di lavoro più impegnativi, e quattro di tipo high efficiency, progettati per lavorare con fino a un decimo del consumo di potenza, per i normali task dell’uso quotidiano di un computer. Tutti e otto i core possono poi funzionare insieme per fornire tutta la potenza di calcolo per i task più pesanti, e comunque offrire un valore di prestazioni per watt che Apple definisce da primato nell’industria.
Non è finita qui: M1 integra una GPU anch’essa progettata da Apple: è dotata di un massimo di otto core ed è in grado di eseguire quasi 25.000 thread in contemporanea; con 2,6 teraflop di throughput, Apple la descrive (ed è un motivo ricorrente del keynote) come la grafica integrata più veloce al mondo in un personal computer.
Ancora: Il chip M1 porta il Neural Engine di Apple sul Mac, per accelerare i task di machine learning on-device. Dotato dell’architettura a 16 core più avanzata di Cupertino e capace di 11mila miliardi di operazioni al secondo, il Neural Engine del chip M1 consente prestazioni di machine learning fino a 15 volte più veloci.
L’intero chip M1 è progettato per eccellere nel machine learning, grazie all’accelerazione hardware nella CPU e alla potente GPU integrata, per poter eseguire con prestazioni elevate task quali l’analisi video, il riconoscimento vocale e l’elaborazione delle immagini.
M1 dispone poi di un’architettura di memoria unificata (unified memory architecture) che riunisce la memoria ad alta larghezza di banda e a bassa latenza in un unico pool all’interno del custom package e ciò consente a tutte le tecnologie del SoC di accedere agli stessi dati senza copiarli tra più pool di memoria, migliorando ulteriormente le prestazioni e l’efficienza.
Tra le altre tecnologie Apple impacchettate nel chip M1 troviamo: l’ultima generazione di image signal processor (ISP) di Apple; l’ultimo Secure Enclave che si occupa di funzionalità di sicurezza; uno storage controller ad alte prestazioni con crittografia hardware AES per prestazioni SSD più veloci e sicure; engine di codifica e decodifica di contenuti multimediali ad alta efficienza; un controller Thunderbolt progettato da Apple con supporto per USB 4, velocità di trasferimento fino a 40 Gbps e ampia compatibilità.
In generale, Apple è sicura che M1 possa offrire prestazioni della CPU fino a 3,5 volte più veloci, prestazioni della GPU fino a 6 volte più veloci e calcoli di machine learning fino a 15 volte più veloci, il tutto con una durata della batteria fino a due volte superiore rispetto ai Mac della generazione precedente.
Ma, quali sono i Mac di nuova generazione? Vediamoli.
Il nuovo MacBook Air con chip M1
Apple non poteva non partire con il suo computer più sottile e leggero, “leggero come l’aria”: MacBook Air.
Il MacBook Air, sottolinea Apple, è il Mac più popolare di Apple e il notebook da 13 pollici più venduto al mondo.
Ora, con il chip M1, nello stesso form factor MacBook Air è in grado di velocizzare tutte le attività, dall’editing di foto all’esportazione di video, dai frame rate dei giochi fino ai carichi di lavoro che si basano su algoritmi di machine learning, come il riconoscimento dei volti o il rilevamento di oggetti. Il controller di archiviazione del chip M1 e la più recente tecnologia flash concorrono inoltre per offrire prestazioni SSD fino a due volte più veloci.
Le prestazioni vanno di pari passo con l’efficienza energetica, nel chip M1, e MacBook Air riesce a offrire queste prestazioni anche in un design senza ventola, che rimane completamente silenzioso. Inoltre, la durata della batteria arriva fino a 15 ore di navigazione web wireless e fino a 18 ore di riproduzione video, la più lunga di sempre su questo modello.
Tra le altre novità del MacBook Air ci sono: il supporto per l’ampia gamma di colori P3 per il display Retina, il supporto per Wi-Fi 6 e due porte Thunderbolt con supporto USB 4.
Il nuovo MacBook Air è disponibile in due versioni: quella base costa 1.159 euro e include il chip Apple M1 con CPU 8‑core e GPU 7‑core, 8 GB di memoria unificata e SSD da 256 GB. La versione top costa 1.429 euro e fornisce il chip Apple M1 con CPU 8‑core e GPU 8‑core e uno spazio di archiviazione di 512 GB.
Apple Silicon anche per i Pro
Non è solo il “piccolo” della famiglia dei portatili a beneficiare dell’aggiornamento, bensì anche il MacBook Pro da 13 pollici, che con il chip M1 diventa ancora più potente e “pro”. La CPU a 8 core, sottolinea Apple, se abbinata al sistema di raffreddamento attivo del MacBook Pro diventa fino a 2,8 volte più veloce rispetto alla generazione precedente, offrendo prestazioni ancora più elevate per attività quali la compilazione del codice, la transcodifica dei video, l’editing di foto ad alta risoluzione e molto altro ancora.
Secondo Apple, il nuovo MacBook Pro da 13 pollici è ora il notebook professionale compatto più veloce al mondo. E questo offrendo al contempo fino a 17 ore di navigazione web wireless e fino a 20 ore di riproduzione video, cioè quasi il doppio della durata della batteria rispetto alla generazione precedente e la più lunga autonomia di sempre su un Mac.
Tra le altre nuove caratteristiche del nuovo MacBook Pro da 13” troviamo microfoni di alta qualità per registrazioni e chiamate, che insieme ai miglioramenti nelle immagini abilitati dall’ultimo ISP del chip M1 consente di ottenere un’esperienza migliore nelle videochiamate.
Il nuovo MacBook Pro dispone inoltre di due porte Thunderbolt con supporto USB 4 per collegare un’ampia varietà di periferiche, tra cui il Pro Display XDR di Apple in piena risoluzione 6K. Anche in questo caso, quindi, i cambiamenti sono tutti all’interno del guscio, ma di ragguardevole portata.
Sono due le configurazioni anche per il MacBook Pro, da 1.479 euro e 1.709 euro. Entrambe hanno un chip Apple M1 con CPU 8‑core, GPU 8‑core e Neural Engine 16‑core e 8 GB di memoria unificata: la prima con SSD da 256 GB e la seconda da 512 GB.
Il Mac mini entra nel futuro con macOS Big Sur
Il terzo modello che entra sin dall’inizio nell’era Apple Silicon dei Mac è il Mac mini. E anche in questo caso con due configurazioni: una da 819 euro e l’altra da 1.049 euro: entrambe dotate del chip Apple M1 con CPU 8‑core e GPU 8‑core, anch’esse si differenziano per la quantità di archiviazione SSD (da 256 GB e 512 GB).
Come avviene anche per i MacBook Air e MacBook Pro, in fase di personalizzazione dell’ordine è possibile scegliere un upgrade per il quantitativo di RAM e per la dimensione dell’SSD.
Ma siccome, come lo stesso Tim Cook ha ancora una volta sottolineato durante il keynote, il “segreto” di Apple sta nella forte integrazione dell’intero stack hardware e software, la transizione alla nuova era di Apple Silicon passa anche attraverso il nuovo sistema operativo: macOS Big Sur.
macOS Big Sur, la nuova versione del sistema operativo del Mac, è stato progettato fin dal suo nucleo centrale per sfruttare appieno tutte le funzionalità e la potenza del chip M1, ha messo in evidenza Apple, e offre un significativo aumento delle prestazioni, oltre che della durata della batteria e delle protezioni di sicurezza. Ad esempio, proprio come iPhone e iPad, il Mac ora si riattiva istantaneamente dalla modalità sleep. Navigare con Safari, ha dichiarato Apple, è ora fino a 1,5 volte più veloce nell’esecuzione di JavaScript e quasi due volte più reattivo.
Per quanto riguarda le applicazioni, tutto il software Mac di Apple è ora Universal (cioè include i binari sia per Apple Silicon che per i processori Intel) e funziona in modo nativo sui sistemi M1. Le applicazioni Mac esistenti che non sono state ancora aggiornate al formato Universal funzioneranno grazie alla tecnologia Rosetta 2 di Apple.
Una novità di forte interesse per gli utenti ma che ha anche grandi potenzialità per gli sviluppatori è che ora le app per iPhone e iPad possono ora essere eseguite direttamente sul Mac. Inoltre, le fondamenta di Big Sur sono ottimizzate per sbloccare la potenza dell’M1, comprese le tecnologie di sviluppo, da Metal per la grafica a Core ML per il machine learning.
macOS sarà disponibile dal 12 novembre e i nuovi Mac arrivano già con l’ultima versione del sistema operativo a bordo.