La seconda ondata dei sistemi integrati comprende anche il nuovo PureData. Organici, concreti, matriciali, nella visione Ibm della gestione aziendale. Varate tre appliance, ognuna con il proprio db, pronte al cloud.
C’è una nuova famiglia di sistemi integrati PureSystems, organici nell’implementare la visione smarter computing, concreti nel tradurre in pratica due importanti istanze gestionali, la flessibilità del dato e la sua economicità, e anche matriciali nel portare avanti quello che è e sarà il leit motiv di Ibm per un bel pezzo e che noi proviamo a sintetizzare nell’acronimo Cds: Cloud, gestione Dati non strutturati e Sicurezza.
Lo spunto per il conio ce lo ha offerto il vice president del System & Technology Group di Ibm, Enrico Cereda, che è partito da un paio di dati, provenienti da una ricerca su 1.700 Ceo a livello mondiale: il 71% di loro vede l’It come leva di vantaggio competitivo. Ma, anche, solamente uno su cinque pensa di avere un datacenter pronto a fare il cambiamento di business.
Ergo, servono sistemi abilitanti.
Sistemi che nascono dagli utenti
Ibm, sempre Cereda, li sviluppa con la propria R&D, ma anche sulla base delle indicazioni di un inner circle, fatto da clienti esigenti, che indicano, parlano, chiedono. Ottengono e danno, insomma. Fra le cose che trasmettono, anche le indicazioni per comporre un blue print (lo Smarter Computing 3), un manifesto programmatico di quello che Ibm farà da qui in avanti con la propria proposta sistemica: Cloud, Gestione dati non strutturati, Sicurezza. Cds, come dicevamo.
Nel far questo «il portafoglio prodotti non cambia, viene rivisitato, adeguato, sempre più collegandosi al software. I prodotti che annunciamo oggi e che annunceremo in futuro avranno sempre i tre pilastri di cloud, data e sicurezza. Come l’ha il mainframe annunciato il 28 agosto, lo zEc12, e che è già stato venduto in Italia».
Ma la novità del giorno riguarda i PureSystems.
Affidati da luglio alle mani di Giovanni Calvio (prima allo storage, ora Manager of PureSystems), i sistemi integrati allo svoltare del sesto mese sono già stati scelti da vari grandi clienti in Italia e da diversi Business partner.
PureData per i servizi di gestione dati
Calvio riassume l’identikit dei PureSystems in sistemi «flessibili, semplici come appliance, elastici e agili come il cloud». Integrati by design, con l’expertise built-in e utilizzo semplificato.
Oggi, allora, Ibm annuncia il terzo membro, il PureData, che si aggiunge ai PureFlex, sistemi a tempo di setup ridottissimo e deploy di macchine virtuali in poco tempo per attività di Infrastructure as a Service e PureApplication, con Db2 e Webshere per il rilascio di applicazioni in Platform as a Service nel giro di minuti.
Il PureData è disponibile in tre versioni: transactions, per fare ad esempio ecommerce, analytics, con tecnologia Netezza per fare Customer analytics sul datawarehouse, operational analytics, per elaborazioni real time e massive processing, come l’analisi antifrode. Siamo a metà fra il transazionale e analitico. Tutti pronti al cloud.
Le fondamenta software nell’integrazione
E l’intreccio ab initio fra integrazione hardware e gestione software, necessario a dar vita ai nuovi sistemi, lo spiega bene Raffaele Bella, Manager Software group, Information management di Ibm, che ci ha evidenziato come le novità si concentrino su tre sistemi per segmenti applicativi diversi.
Di fatto, tre appliance pronte a fare cloud, partendo dal consolidamento e passando per ambienti virtualizzati.
Non si tratta, quindi, di fare solamente analytics, cosa che fa bene il nuovo Pure Data, ma anche di fare gestione delle transazioni e operational analytics. E per farlo a modo, con piena coscienza dei workload, si punta su database diffeferenti.
Quindi elaborazione real time, di ambienti propri analitici, ma anche per l’integrazione di molti terabyte di dati.
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