Fissata a partire dal 1° agosto 2002, la modifica dei contratti di licenza software non piace agli utenti aziendali. Il 41% fra loro non dispone dei fondi necessari per sottostarvi, secondo un’indagine di Sunbelt e Technology Intelligence
Il 41% delle imprese non dispone dei mezzi finanziari sufficienti per migrare al nuovo programma di licensing che Microsoft ha messo a punto. Lo rivela un sondaggio compiuto da Sunbelt Software e Technology Intelligence, su un campione di 1.500 aziende a livello mondiale, intervistando figure di amministratori di sistemi Microsoft, direttori tecnici, It manager o responsabili operativi.
L’aggiornamento del software è da tutte giudicato troppo caro. Il programma, infatti, elimina la possibilità di acquistare solo l’update dei programmi utilizzati e obbliga le imprese a sottoscrivere un abbonamento per gli agigornamenti, battezzato Software Assurance. Questa formula, però, sembra generare un aggravio di costi per il possesso dei programmi: il 76% delle aziende sondate lo stima intorno a un 20%. Secondo i piani di Microsoft, le aziende avranno, a partire dal prossimo 1° agosto, due possibilità: o acquistare la Software Assurance, per un prezzo pari al 29% del costo annuale del prodotto (il 12% in più rispetto alla media del mercato) oppure siglare un accordo, pagabile in anticipo, senza però possedere il software, ma usufruendo solo di un diritto d’uso, con opzione d’acquisto a fine contratto. Altro elemento di preoccupazione è il ciclo di rinnovamento del parco software, che in casa Microsoft diventa sempre più breve, mentre i dipartimenti informatici delle aziende cambiano sistemi operativi e suite office mediamente ogni sei anni.
La conseguenza di questi timori è che il 37% delle imprese intervistate ha deciso di non migrare al nuovo programma di licensing e il 38% sta meditando di cambiare il proprio portafoglio software. Novell eDirectory, Corel, Sun StarOffice e gli Os Unix e Linux sono le alternative più indicate. Globalmente, l’80% delle aziende giudica negativamente l’operato di Microsoft e solo il 2% è apertamente positivo. Il 45%, inoltre, ha compreso solo approssimativamente i termini dei nuovi contratti, mentre il 24% non li ha capiti per nulla. Solo il 12% del campione sta già migrando.