Carenza di chip e situazione internazionale allungano i tempi di consegna dei sistemi più evoluti, ma con le soluzioni SDS di DataCore il problema si risolve sfruttando hardware x86.
Mancano i chip, manca lo storage. Almeno quello più evoluto, di livello enterprise. La pandemia prima e la crisi internazionale poi stanno influenzando pesantemente le filiere di tutta l’industria. Quando si parla di chip, infatti, non esiste settore che sia immune. Nello storage, a soffrire di più questa situazione sono tutte quelle soluzioni dal design particolarmente complesso ed evoluto, dove è indispensabile un numero elevato di chip e dove la capacità di calcolo è gestita da unità molto sofisticate.
Per questo, approvvigionarsi in tempi rapidi di soluzioni di storage di alta gamma si rivela spesso un problema, con tempi di attesa che possono arrivare anche a diversi mesi. Una situazione di questo genere può creare alle aziende notevoli difficoltà, dato che le sfide da affrontare non sono cambiate, a cominciare dall’impetuosa crescita dei dati da gestire.
DataCore, le previsioni degli analisti
Previsioni per il futuro, in questo momento, sono molto difficili da fare. Prima che lo scenario internazionale si complicasse, gli analisti ritenevano che la situazione dello shortage sarebbe migliorata nel corso dell’anno, per poi normalizzarsi all’inizio del 2023.
Deloitte, per esempio, alla fine dello scorso anno diceva: “Sebbene la carenza durerà fino al 2022, sarà meno grave rispetto all’autunno 2020 o alla maggior parte del 2021, e non riguarderà tutti i chip. A metà del 2021, i clienti aspettavano tra le 20 e le 52 settimane per diversi tipi di semiconduttori […]. Entro la fine del 2022, prevediamo che i tempi di consegna saranno più vicini alle 10-20 settimane e che il settore sarà in equilibrio entro l’inizio del 2023”.
Si aprono nuove opportunità
Il problema potrebbe quindi prolungarsi ancora per qualche mese. Questo però apre la strada a nuove opportunità, che passano dal software-defined storage. DataCore Software, che da oltre 20 anni è impegnata con successo su questo fronte, propone soluzioni di block, file e object storage che si caratterizzano per la possibilità di sfruttare hardware eterogeneo mettendo a disposizione servizi dati di livello enterprise su server x86 standard.
“Ci sono clienti che hanno bisogno di rinnovare l’infrastruttura esistente perché ormai non sono più in grado di rispettare gli SLA concordati,” spiega Remi Bargoing, country manager Italy di DataCore Software, parlando dell’attuale situazione. “Hanno l’esigenza di espandersi in tempi rapidi, ma non riescono a recuperare il materiale necessario. Su molti di questi progetti registriamo dei forti ritardi, oltre a confrontarci con prezzi che stanno esplodendo”.
In questo contesto, le soluzioni proposte dalla società possono fare la differenza. “Sappiamo che lo shortage non ha colpito tutte le fasce di hardware allo stesso modo,” dice Bargoing. “Mentre sullo storage enterprise vediamo sul canale attese che arrivano anche a 5/7 mesi, sui server x86 i prodotti sono disponibili o arrivano in poche settimane. Con i software-defined storage SANsymphony e Swarm, DataCore può sfruttare i server x86 trasformandoli in storage enterprise: si prende hardware standard, gli si collegano unità a disco quanto basta, si installa DataCore e questi server si trasformano ‘magicamente’ in storage enterprise. La differenza tra essere pronti fra sei mesi o sei settimane è un’opportunità da cogliere al volo”.
La sicurezza prima di tutto
Il software-defined storage di DataCore, oltre che semplice da implementare, offre anche diversi vantaggi. Primo fra tutti la sicurezza: con due soli nodi DataCore si possono ottenere elevata disponibilità, continuità operativa e gestione del disaster recovery. Con Swarm si ha a disposizione anche la funzionalità di immutabilità dei dati, per una conformità totale con le norme sulla conservazione legale. Questo livello di tranquillità viene normalmente garantito da sistemi di storage enterprise, mentre con DataCore lo si può ottenere con normali server x86.
Inoltre, il software permette di gestire qualsiasi tipo di hardware sottostante, recuperando la capienza disponibile da qualunque sistema e mettendola a diposizione delle macchine virtuali attraverso il provisioning automatico. Sostituzioni di unità a disco e ampliamenti della capienza possono essere realizzati in modo trasparente, senza impatti negativi su applicazioni e utenti.
“Il vantaggio più grande offerto da DataCore alla nostra infrastruttura virtuale è la possibilità di avere questa soluzione distribuita in due location, che risultano come se fossero un’unica struttura,” afferma Daniele Quattrini, IT Project Manager di Stroili, azienda specializzata in gioielleria. “Questo ci consente di distribuire i dati in modo trasparente e sincrono su due diverse sale macchine, per la massima sicurezza. In più, è anche una soluzione conveniente, che non significa che costi poco, ma che il suo prezzo è più giustificato rispetto a quello di altri brand che fanno le stesse cose ma con costi molto più elevati”.
In sostanza, con le soluzioni software DataCore si ottengono più sicurezza, grande affidabilità, massima flessibilità e, rispetto allo storage enterprise, anche notevoli risparmi. Mai come oggi il passaggio a questa piattaforma è così interessante.