Per avvalersene e ottenere risparmi fino all’80% sui costi attuali, bisogna però saper modificare lo schema produttivo dell’impresa. L’ha sostenuto Franco Bernabé, che durante la presentazione del nuovo servizio di Telecom Italia ha spiegato come la sua stessa azienda stia “cambiando pelle”.
Si
chiama “Nuvola italiana” l’offerta attraverso la quale Telecom Italia intende consentire
a tutte le aziende del nostro Paese di accedere in modo semplice al cloud
computing.
“Per uscire dalla crisi congiunturale che
stiamo attraversando – ha detto l’amministratore della società delegato
Franco Bernabé, – è necessario operare un
cambio radicale nella produttività e nella competitività italiana. Solo in
questo modo si può colmare il gap che ci divide dalle altre nazioni europee e
che è in gran parte causato dalla mancanza di investimenti nel settore Ict. E
il cloud offre l’opportunità alle imprese di ogni dimensione di poter disporre
dei medesimi servizi, tagliati in base alle singole esigenze”.
Secondo
Bernabé, i vantaggi offerti dall’outsourcing oggi sono troppo grandi per non
approfittarne. E per rafforzare la sua tesi cita la facile accessibilità alle
risorse, non dover acquistare alcun apparecchio, il continuo aggiornamento di
hardware e software e i bassi costi di gestione. E tutto ciò porta a
risparmiare sino all’80% dei costi attuali.
Per
potersene avvalere bisogna però modificare lo schema produttivo. Soprattutto,
ha affermato Bernabé, si devono superare due importanti aspetti, che sinora hanno
bloccato lo sviluppo del cloud: da una parte il desiderio di disporre di un
oggetto fisico, come per esempio un server o un dispositivo di storage, e
dall’altro la poca propensione ad affidare a terzi i dati aziendali.
Bernabé
non ha negato che “sinora c’era da parte
delle aziende, Telecom Italia compresa, difficoltà a organizzare e proporre le
soluzioni cloud. Ma oggi ciò è stato
superato e le piccole, medie e grandi imprese, ma anche la Pubblica
Amministrazione, possono facilmente usufruire di infrastrutture e servizi
forniti in modalità on demand e pay per use senza dover investire in risorse It
dedicate”.
Barnabé
ha sottolineato che questa evoluzione della proposta da parte di Telecom Italia
rappresenta un cambiamento “di pelle” dell’azienda stessa, che deve spingersi
oltre l’offerta di connettività, la quale ormai è un prerequisito è quindi non
può più assicurare la competitività. In questo senso, il 2010 sarà ricordato
come l’anno in cui Telecom Italia ha ridefinito il suo ruolo, passando da provider
di Tlc a Ip infrastructure provider. L’obiettivo è diventare il primo fornitore
Ict italiano
A
spiegare un po’ più nel dettaglio in cosa praticamente consiste la Nuvola
italiana è stato Simone Battifferri, responsabile Top Clients. Battiferri ha
illustrato come la proposta si articoli essenzialmente in tre segmenti:
Software as a service, che comprende gestione documentale eneregy managament,
gestione delle risorse umane e Erp e Crm (arriveranno il prossimo anno); Platform
as a service, che include videocomunicazione in alta definizione, Atm evoluto e
comunicazione unificata e collaborazione (prevista per il 2011) Infrastructure
as a service, costituita dall’hosting infrastutturale
Battifferri
ha evidenziato come una parte integrante nella proposta l’avranno i partner,
che “fungeranno da abilitatori,
facilitatori e garanti dei servizi forniti”.
Telecom
Italia stima che entro il 2012 il mercato italiano del cloud computing possa generare
un giro d’affari di circa 300 milioni di euro, di cui mira ad acquisire circa
il 25%. L’investimento attuato sinora per avviare il progetto Nuvola italiana è
di 30 milioni di euro.
Alla
fine della presentazione non poteva mancare una domanda a Bernabé sullo stato
delle cose riguardo l’iniziativa Ngn per la creazione di una rete a banda larga.
Lui ha risposto: “A prescindere dal comportamento dei provider alternativi, Ngn
lo realizzeremo noi. Non delegheremo a terzi una responsabilità di
infrastruttura che è puramente nostra”.