Nell’approccio a cloud e astrazione, sovente il controllo dei costi non è tenuto sufficientemente in considerazione. Così si vanificano alcuni dei benefici più rilevanti di questi approcci, parola di John Churchhouse, Direttore SMB EMEA di VMware.
Ormai di virtualizzazione e cloud si parla sempre più spesso anche nelle imprese di piccole e medie dimensioni. Solitamente l’argomento di discussione è il rapporto tra costi e benefici: vale davvero la pena puntare su nuove tecnologie? Secondo John Churchhouse, direttore SMB EMEA di VMware, la risposta è sicuramente positiva, ma solo se si valuta attivamente l’aspetto gestione dei costi. In caso contrario, si può anche arrivare a perdere il controllo della situazione ottenendo addirittura risultati opposti a quelli che ci si prefiggeva.
“In VMware – afferma – abbiamo recentemente condotto uno studio sulle piccole medie imprese europee, domandando ai CIO cosa pensassero a proposito di virtualizzazione e cloud computing. Uno dei punti principali emersi riguarda la mancanza di consapevolezza in tema di costi: solo il 38% dei manager di imprese medie o piccole crede che queste tecnologie offrano costi ridotti di hardware (spese in conto capitale) e solo il 40% ritiene che virtualizzazione e cloud riducano i costi di gestione e di manutenzione (spese operative)”.
Secondo Churchhouse, questo dato fa riflettere: “qualsiasi impresa mira a controllare costantemente i profitti (o le perdite) e, in particolare nell’attuale situazione economica, ogni reparto dell’azienda deve portare necessariamente valore. Quando si parla di IT, molte persone considerano le spese per nuove tecnologie semplicemente costi più che investimenti per crescere e fare business. Questo non è un fatto nuovo e, quindi, non sorprende. Tuttavia, credo che il problema vero sia che molti intraprendono nuove strade implementando nuove soluzioni e assistono passivamente poi all’aumento dei costi operativi, fuori dal proprio controllo”.
“Nel caso della virtualizzazione – sostiene -, i benefici finanziari sono testimoniati dalle svariate migliaia di imprese che hanno già adottato questa tecnologia e visto importanti risparmi. Nella mia esperienza, ho notato diversi vantaggi legati al ROI per la virtualizzazione. Anche se ci trovassimo in una situazione di consolidamento conservativo con una percentuale del 6-8%, i requisiti di infrastruttura sarebbero la metà, senza contare comunque una significativa riduzione in termini energetici e di spazio richiesti. Non solo: il management è facilitato e i costi operativi dimezzati perché gli ambienti virtualizzati sono gestiti in modo più semplice e scalabile”.
“Lo stesso vale per il cloud computing – prosegue -, che ospita applicazioni basate su ambienti virtualizzati e porta a un risparmio dei costi intrinseco. Inoltre, un’ulteriore riduzione delle spese deriva dal fatto che come utenti di servizi non è necessario prevedere i picchi di carico, e quindi pagare in anticipo: si paga solo in base al servizio che si utilizza”.
Tirando le somme, per Churchhouse “sono l’abilità di gestione dei costi e la capacità di considerarli un investimento e un’opportunità di crescita a consentire alle imprese il raggiungimento di vantaggi e benefici e a rendere virtualizzazione e cloud computing tecnologie di interesse anche per le piccole e medie imprese”.
“Dal momento che oggi tutti cerchiamo di tenere sotto controllo i costi – conclude -, ogni tecnologia che aiuti nel gestire e monitorare le uscite in qualsiasi area aziendale potrebbe essere quell’elemento che fa la differenza tra successo e fallimento”.