Corporate portal. L’informazione diventa integrata

Strumenti consolidati nell’aggregazione e condivisione di contenuti e applicazioni aziendali, i portali B2E e B2B stanno attraversando un periodo di forte richiesta. A loro favore giocano implementazioni a basso costo e interfacce interamente customizzabili.

A fronte di una generale stagnazione della spesa It, anche se con qualche debole segnale di ripresa, il segmento dei corporate portal continua a registrare crescenti quote di budget. A spingere in questa direzione è soprattutto la possibilità di sfruttare le potenzialità inespresse dell’infrastruttura esistente, realizzando un collettore unico, incaricato dell’aggregazione e della condivisione dei contenuti e delle applicazioni business. Sempre più spesso le aziende si trovano, infatti, a dover far interagire ambienti operativi differenti, sistemi legacy e database multipli, confrontandosi con problemi d’integrazione che il più delle volte non intendono risolvere con nuove spese infrastrutturali o soluzioni Eai complesse. Un’alternativa percorribile è allora rappresentata dai corporate portal, in grado di fornire un punto di accesso unico alle applicazioni e ai documenti attraverso un’interfaccia customizzabile e implementazioni a basso costo.


Sotto l’ombrello dei portali, si differenziano quattro categorie principali di soluzioni, ossia i portali consumer, come Yahoo; i marketplace, luoghi d’incontro per specifiche industry; i portali B2E (Business-to-employee), con cui le aziende forniscono ai dipendenti le informazioni e le applicazioni per lo svolgimento del loro lavoro; e, infine, i portali B2B (Business-to-business), con cui le società offrono ai fornitori l’accesso a informazioni interne, magari per migliorare l’efficienza della supply chain.


In Italia, secondo un recente studio Assintel, il maggior numero di implementazioni si registra in ambito B2E, dove sembra più facile quantificare la ricaduta di produttività sui dipendenti e verificare il risparmio nell’amministrazione delle risorse umane e nella gestione applicativa.


L’offerta di Autonomy


L’Intelligent Data Operating Layer (Idol) di Autonomy integra informazioni non strutturate, semistrutturate e strutturate provenienti da diversi repository attraverso la comprensione del loro contenuto. Al centro del software sta la capacità di processare, identificare e classificare testi, voci e video, con la promessa di portare la collaborazione in tutta l’impresa attraverso l’implementazione di corporate portal. “A differenza di altre soluzioni legacy disponibli – ha puntualizzato Dominic Johnson, group marketing director di Autonomy -, la nostra tecnologia offre una comprensione concettuale di ciascuna informazione, la analizza e la fornisce alla persona corretta automaticamente, senza intervento manuale”. Il Roi più immediato che Autonomy sembra in grado di offrire poggia proprio sull’automatizzazione dei servizi It all’interno dell’infrastruttura. “Questo porta a una riduzione immediata dei costi, sostituendo lo sforzo manuale – ha sottolineato Johnson – e aumentando la produttività dei dipendenti”. Secondo Autonomy l’attuale confusione di mercato è da attribuire soprattutto al malinteso concetto di portale aziendale. “La maggior parte dei portali – ha chiarito il manager – è una semplice interfaccia apposta a differenti fonti di dati e richiede un grande sforzo manuale per indicizzare e creare collegamenti tra i dati”.


Le soluzioni di Ca


L’offerta di Ca per la realizzazione di portali aziendali si basa su una serie di tecnologie che rientrano nella gamma delle soluzioni software CleverPath. “Il framework di riferimento è CleverPath Portal – ha affermato Fabio Raho, consulting manager della società -, una tecnologia per la realizzazione di enterprise portal basata su Java per garantirne la massima portabilità. Fornendo in modalità nativa la capacità di personalizzazione, profilazione, ricerca, collaborazione, organizzazione dei contenuti e document management, questa soluzione non richiede sviluppi lunghi e complessi ed è in grado di garantire un rapido ritorno sugli investimenti”. Semplicità di implementazione, tempi di realizzazione e politica di prezzo sembrano essere, quindi, gli elementi di differenziazione dell’offerta Ca.


“Attualmente stiamo assistendo a una progressiva maturazione nell’uso degli enterprise portal – ha continuato Raho -, che nella maggior parte dei casi da noi sperimentati sono nati per esigenze B2E. Il miglioramento dei processi interni alle aziende sta diventando, comunque, un driver per l’estensione dell’utilizzo dei portali anche in modalità B2B”. In azienda si incontrano, però, ostacoli legati all’impatto organizzativo di questi progetti. “Un corporate portal realizzato con la miglior tecnologia e il maggior numero di funzionalità – ha chiarito il manager – diventa un investimento a basso ritorno se non viene affiancato da una corretta analisi dei processi di comunicazione intra-interaziendale. Questo è spesso un fattore di rallentamento nella realizzazione dei portali e costituisce un ostacolo non facilmente superabile se gli interlocutori hanno una grande sensibilità tecnologica, ma bassa dal punto di vista organizzativo”. La frammentazione del mercato si conferma un ulteriore ostacolo alla diffusione di queste soluzioni. “La confusione è da attribuire anche al significato di portale – ha commentato Raho -. La realtà è che ogni azienda chiama portale ciò che corrisponde alle proprie esigenze: il sito Web istituzionale, la intranet, l’applicazione Scm erogata via Web. Ad aggravare la situazione, spesso si intrecciano soluzioni di content management, document management, Knowledge management, Business intelligence con ciò che originariamente veniva definito portale. Un consolidamento sarebbe auspicabile, ma poco percorribile, poiché i confini entro cui si definiscono le tecnologie per la realizzazione dei portali si sono allargati”.


Le soluzioni di Ibm


Per realizzare con successo un progetto di corporate portal occorre saper gestire diverse componenti: i value driver dei diversi settori d’industria, gli obiettivi che l’azienda si pone, le variabili che abilitano il cambiamento culturale dell’organizzazione, e, infine, gli investimenti in infrastruttura It, massimizzando il Roi nel breve e nel lungo periodo. Il filo conduttore di tutti questi elementi è che l’utente finale deve essere al centro del processo di analisi e definizione delle caratteristiche del portale. “Ibm ha competenze uniche per indirizzare al meglio ognuna di queste componenti – ha precisato Luca De Stefanis, responsabile del center for Ibm E-business Innovation Italy – e assicurare, quindi, un progetto coerente, dalle fasi iniziali fino allo sviluppo applicativo e alla manutenzione. Questo è il vero elemento che ci differenzia”.


I progetti che maggiormente vedono impegnata la società sono relativi a portali B2E, focalizzati sulla comunicazione interna, il Knowledge management, l’integrazione di contenuti e applicazioni aziendali. Meno frequenti sono le implementazioni B2B finalizzate a favorire la collaborazione e ad abilitare e gestire transazioni. Anche per Ibm il Roi si conferma una delle leve più apprezzate. “I corporate portal – ha proseguito De Stefanis – abilitano quattro leve per la creazione del valore: l’efficienza operativa, il miglioramento della produttività, una più forte integrazione aziendale e la possibilità di incrementare il fatturato attraverso la diminuzione del time-to-market. Le tempistiche, l’investimento richiesto e il valore del ritorno di quest’ultimo variano in funzione delle iniziative intraprese. Per questo è importante darsi delle scadenze di verifica”. Attualmente il mercato presenta una molteplicità di fornitori che operano in aree differenti, spesso molto focalizzati su singoli aspetti applicativi. “Il trade-off si pone tra le due scelte del best of breed o dell’all-in-one – ha commentato il manager -. In un mercato dominato dai buyer stiamo assistendo a un fenomeno di consolidamento che premia le soluzioni migliori e più facilmente integrabili: stiamo, insomma, andando verso un all-in-one fatto di best of breed”.


Il paniere di Microsoft


L’offerta di Microsoft si basa su Mipt ovvero Microsoft Integrated Portal Technologies, un’insieme di tecnologie abilitanti basate sull’integrazione fra Sharepoint Technologies, Microsoft Content Management Server e Microsoft Commerce Server. Il client naturale di questo framework è Microsoft Office System.


“Oltre il 50% dei nostri progetti è di tipo B2E – ha puntualizzato Gianluca Zanelotto, product & solutions marketing manager eBusiness & Portals di Microsoft Italia -. In ribasso appare il B2C, stabile il B2B. La propensione a soluzioni B2E da parte delle aziende è dovuta a una sempre maggiore attenzione nei confronti dell’integrazione delle applicazioni aziendali, il workflow documentale e la collaboration, mentre il ribasso del B2C e B2B è dato dalla decadenza delle dotcom e dalla stagnazione del commercio elettronico in Italia”. A causa dell’estrema diversificazione delle tipologie di applicazione delle tecnologie di portale, anche Microsoft non indica a priori una tempistica del Roi. “Su Sharepoint Portal Server – ha continuato Zanelotto – è possibile costruire dal semplice workflow documentale al portale enterprise con tanto di single sign on sulle applicazioni legacy”. In generale è possibile affermare, però, che il criterio che determina il successo di tutti questi tipi di soluzione è dato dalla percentuale d’utilizzo. “Altri benchmark vanno definiti in base alla tipologia di portale” ha concluso Zanelotto.


L’offerta di Plumtree


Le soluzioni di corporate portal marchiate Plumtree sono pensate per tutte le imprese medio-grandi che intendono disporre di una piattaforma per la distribuzione via Web di applicazioni complesse, capace di includere servizi di content management e ricerca. “La nostra offerta si incentra su Enterprise Web suite, che include Plumtree Corporate Portal, Content Server, Collaboration Server, Search Server, Studio Server e alcuni prodotti di integrazione – ha puntualizzato Charlie Abrahams, managing director Emea di Plumtree -. L’elemento che ci differenzia è, quindi, l’offerta di una soluzione che, oltre al portale, fornisce elementi di content management, collaborazione e ricerca. Semplice da gestire e da usare, la suite è, inoltre, aperta sia a Java che a .Net, a molteplici application server e applicazioni di back end, garantendo il supporto a Jsr168 e Wsrp”. Alla verifica implementativa, portali B2E e B2b registrano, secondo Plumtree, lo stesso livello di richiesta. “Alcune aziende vedono maggiori benefici nella possibilità di migliorare il fronte interno, altri si focalizzano sui rapporti con i clienti – ha sottolineato Abrahams -. Ma, in ultima analisi, tendono a implementare entrambe le soluzioni. Carta Si è un esempio di come una organizzazione sia riuscita a implementare entrambe le soluzioni attraverso la stessa piattaforma”. Il ritorno sugli investimenti è, in base ai dati Plumtree, conseguibile nell’ordine di un anno, mentre la scelta tra i fornitori sembra essersi semplificata negli ultimi tempi attraverso un processo di consolidamento. “Ormai sono tre le tipologie di fornitori di corporate portal – ha commentato Abrahams -. Ci sono le società con un’offerta applicativa, come Sap e Oracle, che hanno aggiunto la voce “portali” per spingere i clienti a usare i moduli delle loro suite; i fornitori di piattaforme, come Ibm, Microsoft e Bea, che tentano di portare i clienti a costruire la loro infrastruttura sulla propria offerta di application server e, infine, i fornitori focalizzati sui portali, che massimizzano l’uso di queste applicazioni con qualunque Erp o piattaforma”. Nessuna soluzione offerta potrà, comunque, essere di successo se non si farà in modo di farla sfruttare a fondo dagli utenti. “Per questo la maggior parte dei nostri clienti si sottopone a programmi di formazione e noi li supportiamo con il programma Deployment Drivers” ha concluso il manager.


Il corporate portal secondo Sap


L’offerta Sap si indirizza a oltre 20 mercati verticali con i componenti di Sap Enterprise Portal, Collaboration e Knowledge Management, tutti parte di Sap NetWeaver. Uno degli obiettivi di questa piattaforma è ridefinire la distribuzione del Tco, agevolando l’integrazione e l’allineamento di persone, informazioni e processi gestionali con soluzioni dedicate. “Un altro aspetto che differenzia la nostra offerta – ha precisato Luca Muzio, product marketing Sap Italia – è costituita dai numerosi business content con scenari predefiniti, realizzati per quanto riguarda Sap Enterprise Portal tramite portlet”.


La società tedesca registra in Italia una richiesta paritetica tra implementazioni B2E e B2B. “In generale i maggiori freni alla loro diffusione sono legati al cambiamento di mentalità richiesto – ha sottolineato Muzio -, soprattutto nel caso di portali B2B, dove l’introduzione dello strumento informatico deve essere accompagnata da una revisione dei rapporti tra i business partner”. In generale la società stima un ritorno sugli investimenti nell’ordine dei 12-24 mesi. “Ma abbiamo clienti italiani che hanno stimato un Roi di sei mesi” ha chiarito Muzio, sottolineando come, rispetto ad altri segmenti del software, il settore dei corporate portal sia ancora affollato da fornitori con offerte specifiche e coperture parziali dei bisogni enterprise. “È probabile che nei prossimi mesi si assista a un consolidamento del mercato, come in altri segmenti del software applicativo” ha affermato il manager, convinto che il criterio in grado di sancire il successo di un portale aziendale sia semplice. “Potremmo partire dal fatto – ha concluso Muzio – che l’implementazione di un corporate portal non differisce da quella di una soluzione It più tradizionale. La grande differenza, che, poi, è la caratteristica di queste soluzioni, è che nel mondo Web tutti hanno un’opinione sull’usabilità. È, quindi, necessario creare un consenso allargato, onde evitare di dovere ridisegnare la struttura informativa o l’intera architettura, una volta che ci si accorge che le cose non vanno”.

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