Corrado Colli prende “possesso” di Opengate Spa

Il nuovo amministratore delegato è già in piena attività e tra gli obiettivi a corta scadenza anche quello di rivedere i modelli commerciali dell’Ict. anche per questo si appresta a rilanciare il comparto della distribuzione informatica con estrema enfasi

24 settembre 2002Corrado Colli (classe 1967) non è certo una new entry in Opengate. In azienda dal 1995 (prima a Modo poi presso Opengate Spa), ha lavorato a stetto contatto con Yolanda Rios (allora direttore commerciale presso il distributore) e poi con Claudio Antoniotto (per un anno amministratore delegato di Opengate Spa), occupandosi intensamente di marketing. Così, in pieno “terremoto” pre e post estivo (vedi il passaggio di nomina di Pozzobon e di Antoniotto) i vertici di Opengate non hanno dovuto faticare a trovare un buon sostituto. Ed eccolo qui. Con molte idee chiare in testa e progetti a lunga e corta scadenza. A cominciare dalla volontà di rilanciare sul mercato italiano l’immagine della parte “storica” di Opengate (ovvero quella che si occupa di Ict) e “che in fin dei conti – valuta Colli- pesa per l’80% sul giro d’affari della holding”. Ma non è solo questione di “apparenza”. Quanto di consolidamento “ora le tre realtà (Atd, OpcLan e Rapahel) fanno parte di un’unica struttura e con questo potenziale ci presentiamo al mercato”.
In quest’ottica Colli intende rivedere il modello commerciale, sostituirlo con contatti più diretti sui piccoli dealer e magari “lasciare i rapporti indiretti sui grossi player dove abbiamo una buona conoscenza e un buon livello di informazione”. Ai piccoli dealer Opengate vuole venire incontro facilitando al massimo il loro business. In quest’ottica sono state messe a punto una serie di soluzioni tagliate su misura per le piccole medie imprese. “La novità – sostiene Colli – è che quest’offerta la rivestiamo di attività di marketing e persino di analisi della concorrenza. Infine, ai dealer daremo anche dei potenziali nominativi di clienti da contattare”.
E poi, il manager intende dare più forza ai propri brand manager, per, in un certo senso, rinvigorire la fiducia verso i vendor. “Il momento ben si addice all’analisi e alla revisione delle proprie forze e linee guida interne” conclude Colli. Non si può dire che questo non stia avvenendo.

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