Se si dovesse riassumere in un unico termine il Mobile World Congress che si è appena concluso a Barcellona, molto probabilmente tale termine sarebbe 5G. Sicuramente nuovi e roboanti annunci, come per esempio gli smartphone P10 di Huawei o Xperia Xz di Sony, hanno avuto un impatto sul grande pubblico maggiore che non la prossima generazione della tecnologia di trasmissione mobile, ma non c’è alcun dubbio che il vero protagonista del MWC 2017 sia stato il 5G.
A fronte di previsioni di un aumento del traffico dati di 10 volte entro il 2022 (di cui il 75% sarà per la fruizione di video), di un numero di utenti mobili pari a 8 miliardi (era 1 miliardo nel 2001) e di oltre 1,5 miliardi di “oggetti” connessi a Internet con Sim (il totale dei dispositivi connessi che faranno capo all’IoT sarà di 20 miliardi) è evidente che né una tecnologia come il 4G né le evoluzioni che sta avendo (e che avrà ancora per qualche tempo) LTE possano bastare a soddisfare le necessità e le aspettative degli utenti.
Nasce quindi l’esigenza di essere pronti ad affrontare il futuro con strumenti adeguati. E il 5G è uno di tali strumenti, forse addirittura la base su cui realizzare tutti gli strumenti. Infatti, le caratteristiche del 5G permettono non solo di avere un’efficace trasmissione in termini sia di quantità di banda sia di copertura del territorio, ma consentono anche di realizzare una serie di attività e servizi irrealizzabili con la tecnologia 4G sinora a disposizione. In questo senso, mentre LTE ha rappresentato un’ottimizzazione e un miglioramento di quanto offerto dal 3G, la tecnologia New Radio (questo è il nome deciso per il 5G) scombina le carte in tavola portando un’innovazione capace di offrire opportunità impensabili sino a poco tempo fa in numerosissimi settori, dall’automotive al medicale, dall’agricoltura alle utilities, dall’home automation all’industria.
A Barcellona si sono avuti ampi e concreti esempi delle potenzialità del 5G: per citarne alcuni, realtà virtuale (anche massiva), gestione a distanza di robot e di strumentazioni complesse, auto connesse a guida autonoma, controllo del traffico, videosorveglianza di ampie strutture (come aeroporti o centri commerciali) con riconoscimento real time dei volti. Si potrebbe continuare all’infinito con le applicazioni o i servizi che abilita il 5G e che potrebbero essere proposti anche in modalità “as a service”.
La lunga strada verso un 5G standard
L’Etsi (European Telecommunications Standards Institute) sostiene che New Radio è uno dei più ambiziosi progetti della storia telecomunicazioni. Questo però comporta che i tempi per la definizione delle specifiche siano lunghi: si parla di anni. Per velocizzare al massimo il processo, a Barcellona il 3GPP con 13 aziende (service provider e costruttori) hanno siglato un accordo che prevede tappe precise nella designazione di uno standard: entro l’estate del 2018 si dovrebbe concludere una prima fase, che dovrebbe portare a stabilire direttive sufficienti a dar vita alle prime implementazioni a livello network. Nel 2020 si dovrebbe arrivare alla presentazione all’ITU (International Telecommunication Union) della seconda fase, quella che dovrebbe portare alla disponibilità di prodotti e servizi basati su uno standard 5G definitivo.
Proprio lo standard potrebbe però rappresentare un problema focale. Alla proposta del 3GPP si contrappone quella di una cordata di alcuni provider e costruttori guidati da Verizon (Verizon 5G Technology Forum), che ha deciso di intraprendere una strada parallela nella definizione delle specifiche del 5G e che dovrebbe portare già all’inizio del 2018 alla disponibilità di prodotti in grado di operare al meglio con il nuovo protocollo di trasmissione. Primo fra tutti dovrebbe essere un router domestico prodotto da Samsung. Si partirebbe così dalla casa anziché dall’industria, come invece accade solitamente, ma d’altra parte il 5G va benissimo anche per l’uso casalingo, infatti, è opinione comune che, tra le altre cose, può tranquillamente sostituire i collegamenti in fibra grazie a prestazioni e copertura di medesimo livello. Ma, soprattutto, lo può fare a costi molto più contenuti e anche dove la fibra non è ancora arrivata o dove non può proprio arrivare.
Sono senza parole.
Spero che la stupidità della politica
di questo secolo non ci
impedisca di vedere il mondo
incredibile che si prospetta.
Ottima notizia per far crescere gli ultimi della terra
[…] di liberare la gamma di frequenza a 700 MHz, che dovrà essere ceduta al nuovo protocollo 5G elemento cardine delle future infrastrutture di trasmissione mobile. Come termine temporale […]