Creare sinergie per far decollare il sistema Italia

Da parte dell’associazione Assinform auspicato un maggior coordinamento di iniziative tra aziende e Pa per avviare la net economy. I dati di rallentamento del primo trimestre 2001 in certi settori dell’Ict non devono preoccupare, ma servono da stimolo per nuove spinte.

Il processo di sviluppo del mercato italiano verso la Web economy è avvenuto per comparti stagni, sia nelle aziende che nella Pa. Ma ora da isole si deve passare a una infrastruttura di rete che sia sempre disponibile, pervasiva, sicura e veloce. Da arcipelago di esperienze spontanee, dunque, la realtà nazionale produttiva deve diventare un sistema condiviso, auspica Giulio Koch, presidente di Assinform, in occasione della presentazione ufficiale del Rapporto sull’andamento dell’Ict (i cui macrodati sono stati già anticipati su Linea Edp n° 9 e 10). Assinform, (l’associazione delle imprese del settore dell’Ict), "ha capito che bisogna creare network tra le aziende – sottolinea Koch -. I governi prcedenti hanno lavorato sulla macro-economia, ma sono stati carenti nell’agire con progetti che riguardino anche le Pmi, soprattutto quelle del Sud".


Per questo l’associazione, in qualità di elemento intermedio tra domanda e offerta, si appresta a sollecitare da parte del nuovo Governo interventi di finanziamento per specifici progetti di supporto che stimolino gli investimenti nell’Ict da parte delle Pmi, di miglioramenti delle strutture di rete, di spinta per incrementare l’approccio all’It anche da parte delle famiglie. Il tutto con l’obiettivo di far crescere il sistema paese e portarlo almeno al pari delle nazioni più industrializzate.


In ambito Pubblica amministrazione, come evidenzia il presidente, c’è ancora molto da fare e c’è soprattutto una forte necessità di coordinamento tra i vari progetti. Per questo Assinform da tempo sta attivamente cooperando con l’Aipa per realizzare numerose analisi e studi di fattibilità su aree calde come l’e-government o la formazione.


Nel ricordare che il mercato dell’Ict nel 2000 ha raggiunto i 108.160 miliardi di lire (+12,8%), di cui 36.710 relativi all’It (12,6%), è interessante analizzare con Giancarlo Capitani, responsabile di NetConsulting (la società di analisi che realizza il Rapporto Assinform) l’andamento del primo trimestre 2001 che parla di una crescita del 10,3% rispetto allo stesso periodo del 2000 per quanto riguarda l’It, pari a 9.013 miliardi di lire. "L’informatica cresce a tassi allineati rispetto al 2000 – osserva Capitani – ma con una distribuzione disomogenea. I servizi accelerano di tre punti percentuali, arrivando al 16,3% nel 2001, il software mantiene un trend stabile, mentre la novità negativa è data dall’hardware, che ha messo a segno una crescita di solo il 2,7%, contro un 6,4% di un anno prima. A un aumento dei sistemi midrange, si evidenzia un incremento quasi nullo dei pc in valore, mentre in unità la crescita è del 3,9%, pari a 645mila pc venduti. La causa di questo andamento, secondo Capitani, è in parte di tipo congiunturale (periodo elettorale) che ha penalizzato le famiglie e le Pmi, mentre le grandi hanno proseguito nei piani di investimento pluriennale. Rallentamento, sembrerebbe, anche per le Tlc, passate dai 16.500 miliardi del primo quarter 2000 agli attuali 17.940 (+8,7%, contro un 11,4% di un anno prima) effetto anche di una politica di downpricing e di una maggior concorrenza tra player. "Siamo in presenza di un ciclo riduttivo? – si chiede Capitani –. In realtà no, perché le imprese italiane sono impegnate in investimenti non banali e in progetti oggi guidati da una revisione strutturale delle aziende stesse, che tende a diffondersi anche presso organizzazioni più piccole. Cambia il profilo della domanda di technologie e lo si nota nella crescita di soluzioni legate all’e-business. Il bilancio da trarre, in questo primo arco di anno, secondo Capitani, è quello di un Paese che si sta misurando con un passato di ritardi di connessione e di utilizzo delle tecnologie, con una classe manageriale un po’ troppo arretrata e con un tessuto produttivo troppo rappresentato da Pmi. Ma è anche un Paese già entrato nel nuovo millennio, in fase di costruzione del cantiere della Web economy, che sta correndo di più di altri perché deve ancora recuperare il gap accumulato. Le aritmie del primo trimestre non devono spaventare. Si deve, invece, dare ordine alla crescita, creare una serie di sinergie e fare squadra.

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