Luca D’Alleva, Head of Service for Cost Management Italia, Spagna e Portogallo di BCS Italia, condivide un suo commento sull’impennata della domanda di data center in Europa e sulle sue implicazioni.
Un tema di grande attualità è l’impennata della domanda di data center in Europa, alimentata dalla crescente digitalizzazione e, in particolare, dall’espansione dell’intelligenza artificiale. Questi due fattori non solo spingono la necessità di maggiore capacità computazionale, ma anche un aumento esponenziale del consumo energetico, con tutte le implicazioni che ne derivano.
Il primo aspetto degno di nota riguarda la stima di McKinsey che prevede un incremento della domanda di capacità dei data center da 10 GW a 35 GW entro il 2030; aumento che mette in luce la sfida enorme che l’Europa dovrà affrontare per soddisfare la crescente richiesta di risorse computazionali. La cifra di 250-300 miliardi di dollari di investimenti nelle infrastrutture rappresenta un impegno significativo, che potrebbe avere impatti a lungo termine sull’economia del settore tecnologico, nonché sulla geopolitica energetica.
Un altro punto chiave è l’incremento dei consumi: i data center, come sottolineato, potrebbero rappresentare circa il 5% del fabbisogno energetico europeo entro il 2030, un dato che indica chiaramente quanto il settore digitale stia diventando un consumatore significativo di energia. La previsione di un aumento delle necessità da 62 TWh a oltre 150 TWh appare come una sfida urgente per il mercato europeo, già messo a dura prova dalla necessità di decarbonizzare e da eventuali carenze infrastrutturali.
La limitata disponibilità di fonti energetiche rinnovabili, i vincoli legati alla possibilità di sfruttamento di terreni e le carenze di personale qualificato potrebbero ostacolare il raggiungimento degli obiettivi di crescita sostenibile. La realizzazione di nuovi data center richiederà non solo investimenti ingenti in infrastrutture fisiche, ma anche un impegno significativo nella pianificazione e nel potenziamento delle reti energetiche.
Una delle note più interessanti riguarda, tuttavia, la relazione tra data center e AI. Quest’ultima è, infatti, oggi una delle tecnologie che traina maggiormente la domanda di risorse computazionali, rendendo i data center fondamentali non solo per la gestione dei dati, ma anche per consentire ad aziende ed enti pubblici di sfruttare le potenzialità economiche e innovative dell’AI. L’interconnessione tra digitalizzazione e sostenibilità energetica apre nuove frontiere per l’innovazione nelle energie rinnovabili e l’ottimizzazione intelligente dei consumi.
I data center, infine, oltre a essere un’infrastruttura digitale, possono trasformarsi in pilastri di resilienza per il sistema energetico, se supportati da un’adeguata pianificazione e da investimenti in tecnologie energetiche all’avanguardia. La sinergia tra le infrastrutture IT e quelle energetiche potrebbe accelerare la transizione verso un modello di utilizzo dell’energia più sostenibile ed efficiente.
In conclusione, l’Europa si trova di fronte a sfide cruciali, ma anche a notevoli opportunità nella gestione della crescente richiesta di data center nei prossimi anni. La chiave del successo dipenderà dalla capacità di integrare queste nuove esigenze con la sostenibilità e l’innovazione tecnologica, dando luogo a un equilibrio virtuoso tra progresso digitale e responsabilità ambientale.