La multinazionale dei servizi Ict partecipa alla trasmissione televisiva de la7, “Il contratto, gente di talento”. E spiega perché lo fa.
Nell’Ict esiste, lo confermano in molti, il problema del reperire i profili professionali richiesti. La difficoltà esiste su ambo i versanti dello scenario: offerta e domanda di impiego.
Motivo principale, il mancato allineamento della comunicazione dei requisiti richiesti con le peculiarità dei candidati.
Il problema è acuito quando il candidato è giovane.
Spiegare e capire cosa cercano le aziende e come valutano i candidati è doveroso. Farlo in televisione, perché no, una chance.
Allo scopo il fornitore di servizi It Csc ha deciso di partecipare a “Il contratto. Gente di talento”, programma cosiddetto di social entertainment dedicato al mondo del lavoro in onda su La7, in cui tre candidati, i migliori emersi da una selezione effettuata dalle aziende, debbono dimostrare di possedere il profilo professionale idoneo per sottoscrivere un contratto a tempo indeterminato.
Per il Direttore Strategy & Market Development di Csc Italia, Stefania Di Cristofaro, mostrare concretamente come avviene il processo di selezione, quali logiche vengono seguite dalle aziende per trovare il profilo migliore, come si svolge un colloquio o si affronta una prova di valutazione permette a chi cerca un lavoro di prepararsi meglio, capire cosa valorizzare e cosa approfondire.
«Riceviamo migliaia di curricula – dice in una nota di Csc – facciamo incontri nelle Università, avviamo costanti processi di selezione e purtroppo frequentemente constatiamo la mancanza da parte dei giovani di una corretta informazione sul funzionamento dell’attuale mercato del lavoro, da cui deriva una reale difficoltà a proporsi in modo corretto e a mettere in luce il proprio valore. Mostrare con la massima trasparenza come sono fatte le aziende, cosa cercano e a quali opportunità un giovane può oggi legittimamente aspirare può essere considerata quasi un’attività di responsabilità sociale d’impresa».
Nella scelta del mezzo televisivo ha giocato a favore anche la volontà di Csc di allinearsi al mezzo di comunicazione più congeniale, slegandosi temporaneamente dal modello di riferimento consoldato.
«Normalmente – dice sempre Di Cristofaro – le aziende organizzano i Career days all’interno delle Università per illustrare i profili richiesti e spiegare i propri valori, ma comincia a sentirsi forte la necessità di affiancare questo canale a nuovi strumenti».
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