CSI:Cyber, la vittima potresti essere tu

Una delle serie televisive più famose di sempre, Csi, ha scelto Internet come nuova ambientazione delle sue indagini. Si tratta dell’ennesima conferma di quanto la Rete sia oggi importante, e al contempo di come l’indagine criminale sia il modo migliore per raccontare la realtà.

La serie verrà mandata in onda in Italia da Rai 2, in contemporanea con gli Stati Uniti, a partire dal 9 marzo. Il promo italiano recita “378 milioni di vittime all’anno (…) la prossima vittima potresti essere tu”.

Il progetto è stato anticipato da Kitty, un episodio pilota inserito nell’ultima stagione della serie classica, che ha convinto la produzione a tentare questa nuova strada. La prima stagione consterà di 13 episodi e verrà ambientata nella sede Fbi di Quantico, in Virginia, la star è Patricia Arquette, che interpreta la cyber-psychologist Avery Ryan. La documentazione per questa serie è stata fornita da una vera ciberpsicologa, Mary Aiken. Il primo episodio ha un titolo poco riuscito, ma di sicura presa sul grande pubblico come Kidnapping 2.0, nel quale si scandaglierà il dark web alla ricerca di rapitori d’infanti. Certo è che l’espressione 2.0 sembra un pedaggio fisso per chiunque inizi a parlare di Rete.

Divulgazione spettacolarizzata

Prosegue e rilancia il progetto di uno staff che pur nell’ambito narrativo ha dato grande contributo alla divulgazione scientifica e in parte anche a quella informatica. La serie classica di Csi è ambientata a Las Vegas ed impostata sulle investigazioni di Gil Grissom (William Petersen), basate sull’intrinseca capacità di abduzione dei dati puri, scientifici ma non informatici.

Dopo un successo decennale le più recenti, stanche stagioni sono state lasciate ad altri protagonisti. L’informatica, la spettacolarità degli schermi, le immagini alla minority report e della scienza dei dati hanno cercato altre ispirazioni. Sono quindi arrivate altre serie: l’ambientazione caraibica di Miami, con la guida dell’immutabile Horatio Caine (David Caruso), un non tecnologo in una serie pervasa di videoclip e tecnologia informatica; l’essenza gotica New York, affidata all’empatia emotiva di Mac Taylor (Gary Sinise), una serie che avrebbe potuto essere molto più tecnologica ma nella quale l’oscurità di Gotham ha preso il sopravvento e che è stata sacrificata.

Non vide mai la luce l’innovativa suggestione ambientata a New Orleans, serie abortita probabilmente anche per i catastrofici eventi che riguardarono la bellissima città del jazz.

Non resta che vedere se il difficile lavoro affidato alla Arquette riuscirà ad avere una sua identità o se sarà sommerso dalle suggestioni di altre serie, in primis Criminal Minds ma anche nella fallita Body of Proof.

Così come la prima serie divulgò molto bene aspetti di scienza più o meno quotidiana, il successo di una serie di questo tipo farebbe molto bene alla divulgazione di comportamenti idonei al turbine digitale del mondo d’oggi. Auguriamocelo.

Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere sempre informato sulle novità tecnologiche

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome